Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre alessandriaascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

Juve, sei proprio sicura che Allegri costi di più in caso di esonero? Dall'allenatore al mercato: le scelte sono sempre le più scontate e senza prospettiva

Juve, sei proprio sicura che Allegri costi di più in caso di esonero? Dall'allenatore al mercato: le scelte sono sempre le più scontate e senza prospettivaTUTTO mercato WEB
© foto di TUTTOmercatoWEB.com
martedì 20 settembre 2022, 11:59Editoriale
di Raimondo De Magistris

Non è mai un buon segnale quando una società di calcio agisce sul mercato esattamente come farebbe qualsiasi tifoso medio. Non per sminuire la competenza dei tifosi, ma un presidente o un direttore sportivo devono avere la capacità di guardare oltre. Di anticipare il futuro. Quale tifoso del Napoli avrebbe puntato su Kim Minjae e Kvaratskhelia per sostituire Koulibaly e Insigne? Probabilmente nessuno. Eppure quella scelta si sta rivelando vincente (anche prima del previsto). In quel contesto, pur beccandosi qualche immediata critica, il ds del Napoli Cristiano Giuntoli ha fatto ciò che dovrebbe fare ogni buon direttore sportivo: mettere a frutto il lavoro del settore scouting e operare sul mercato. Senza soffermarsi sui 'nomi', senza farsi influenzare dal rumore dell'ambiente. Dall'umore della stampa e da quello dei tifosi.

Parto da questa considerazione per analizzare l'operato della Juventus. In estate il mercato del club bianconero è stato di quelli che non c'era bisogno di chissà quali conoscenze per portarlo in fondo. Il ritorno di Pogba, l'ingaggio di Di Maria. Poi Paredes come regista e il miglior difensore dell'ultima Serie A per sostituire chi in questo progetto non si rivedeva più, Matthijs de Ligt. Il sempreverde Milik come vice Vlahovic, infine Kostic per la fascia sinistra, un laterale che negli ultimi 15 mesi ha fatto di tutti per approdare in Serie A. Ha anche cambiato agente.
Il problema, sia chiaro, non sono i giocatori in sé. Tutti buoni calciatori. Ma qual è il progetto? Qual è la prospettiva di questo calciomercato? La Juventus non ha investito, ha speso per mettere sotto contratto giocatori con ingaggi importanti. Ha preso giocatori sulla bocca di tutti senza andare a scovare e a scavare. Un mercato che non necessitava di chissà quale settore scouting e competenza perché non s'è visto nessun coniglio estratto dal cilindro.

A queste considerazioni la società, ufficiosamente, ha più o meno sempre risposto così: "E' stato fatto il mercato che voleva Allegri". Il tecnico chiedeva calciatori pronti all'uso, di esperienza, e la dirigenza l'ha accontentato esaurendo in toto le sue richieste. Per Allegri il problema della scorsa stagione è stata l'assenza di top player, di giocatori da Juventus. Non si è chiesto perché Bentancur o Kulusevski, volati a Londra, hanno poi reso per quello che ci si attendeva. Li ha bollati come non adeguati e li ha scaricati, facendo spazio a chi - come Zakaria - è stato poi scaricato a sua volta.

Non si capisce onestamente quale sia la direzione. E' stata costruita una squadra con top player indicati dall'allenatore per tornare a vincere subito e l'inizio di stagione è stato peggiore di quello disastroso di dodici mesi fa. E' stato appesantito il monte-ingaggi, mettendo a bilancio l'ennesimo gravoso passivo da 250 milioni di euro, e non s'è data una direzione a una squadra che non è una squadra.
In genere, per valutare un allenatore si fa innanzitutto un ragionamento sui singoli. Quanti sono migliorati grazie al suo lavoro? E quanti invece sono in fase di involuzione? E poi oltre, passando al gruppo: la squadra segue l'allenatore? E qual è la visione che condividono squadra e allenatore?
In casa Juventus, oggi, non sembra esserci nemmeno una risposta positiva a questi interrogativi. Quasi nessun giocatore della Juve, negli ultimi 15 mesi, ha accresciuto il suo valore. Tanto è vero che si passa ormai di settimana in settimana dal 'caso Vlahovic' al 'caso Paredes' o al 'caso Cuadrado'. Senza soluzione di continuità.

La verità è che la famosa battuta di Arrivabene prima di Juventus-Benfica nasconde più di un fondo di verità. La Juventus non sostituisce Allegri perché è ancora a bilancio per oltre 30 milioni di euro. Anche lì, fu richiamato sull'onda emotiva dei tifosi che rivolevano l'allenatore degli ultimi Scudetti e ora cacciarlo sarebbe l'ennesimo clamoroso buco nel bilancio.
Ma c'è da guardare la questione dalla prospettiva opposta: la Juve è proprio sicura che sia più dispendioso esonerare Allegri piuttosto che confermare un allenatore che sta svalutando il parco giocatori?
Qual è la prospettiva di questa Juventus? Qual è il progetto? Qual è il peso di una società che pur senza risultati da Juventus continua imperterrita ad affidarsi solo e soltanto alle idee del suo allenatore? Domande a cui la Juventus deve dare delle risposte. Deve farlo per il suo bene. Soprattutto, deve tornare a ragionare da società. Che ragiona e opera sopra ogni cosa: perché è quasi sempre una società a far grande un allenatore, non viceversa.

Primo piano
TMW Radio Sport
Serie A
Serie B
Serie C
Calcio femminile