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Prima Dybala, ora Del Piero. Ma Arrivabene non è cinico: è un pragmatico uomo d'azienda

Prima Dybala, ora Del Piero. Ma Arrivabene non è cinico: è un pragmatico uomo d'aziendaTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
giovedì 21 aprile 2022, 12:47Il corsivo
di Marco Conterio

Maurizio Arrivabene, nel suo curriculum vitae, spiega d'esser appassionato d'arte moderna e contemporanea. E forse è per questo che il 10, che è il più rinascimentale degli artisti del calcio, dei Michelangelo con gli scarpini, non rientrano nei suoi gusti e predilezioni. Maurizio Arrivabene è considerato un cinico uomo d'azienda perché lì, in quella veste e in quegli abiti, smonta i sentimentalismi e pensa ai bilanci e alle cose concrete. Ha usato parole, termini, definizioni, che nel calcio dove ogni virgola è da sempre stata soppesata, son poco comuni. Lese maestà, per chi vive il futbol di solo cuore e animo: prima su Paulo Dybala, su quei rinnovi che vanno meritati sul campo a certe cifre e poi su un contratto che non è stato firmato. "Quando abbiamo preso Vlahovic, nessuno lo ha voluto capire. Certi temi, come i parametri zero, son trattati con fuorviante sufficienza". Dybala s'è preso gli applausi del pubblico e ha versato anche qualche lacrima amara.

Le parole su Alessandro Del Piero di ieri, che qualcuno sogna come nuova bandiera di ritorno, sono il manifesto del taglio e del ruolo che Maurizio Arrivabene ha dato sin dal primo giorno juventino. "La presenza di Del Piero non ci ha assolutamente infastidito, lui e i ragazzi della sua Academy sono stati nostri ospiti alla partita e abbiamo ritenuto giusto e corretto dargli la possibilità di salutare il suo pubblico, è un'icona della Juventus. Niente di più, niente di meno". Siccome è stato lontano dieci anni dalla Vecchia Signora e il matrimonio non è terminato nel più idilliaco dei modi, ecco che il ritorno allo Stadium è stato per i tifosi ben più che rivedere una bandiera che sventola. Del Piero, per il pubblico, è più di un'icona, molto di più. E' appartenenza, simbolo, è identità. Ma l'uomo d'azienda, l'amministratore delegato, deve staccarsi dal cuore e pensare al pratico, e sbaglia chi pensa che Maurizio Arrivabene sia cinico. E' pragmatico e lo dimostra una sua dichiarazione di qualche tempo fa. "A furia di messaggi in codice calcistico va a finire che le cose dette chiare non le capisce più nessuno. Per me la Juventus viene prima di tutto e di tutti. So bene che non cambierò il calcio ma so altrettanto bene che il calcio non cambierà me". Così, prendere o lasciare, fino alla fine.

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