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Se questa è l'Inter migliore... I soliti errori, il solito film: a oggi non è una grande squadra

Se questa è l'Inter migliore... I soliti errori, il solito film: a oggi non è una grande squadraTUTTO mercato WEB
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domenica 2 ottobre 2022, 08:45Il corsivo
di Ivan Cardia

Quattro big match persi diventano troppi per essere ignorati. Altro che indizi e prove: la Roma dopo l'Udinese, la Lazio, il Milan. L'Inter, quando incontra una squadra che la precede in classifica, frana. Ha battuto Lecce, Cremonese e Spezia, più il Torino: l'unica che non lotterà fino all'ultima giornata per evitare la retrocessione è la formazione granata. Qualcosa vorrà pur dire e da questo punto di vista l'avvio di stagione getta luci inquietanti su una squadra che dopo otto giornate ha otto punti di ritardo dalla vetta: troppo presto per estrometterla dalla lotta scudetto, ma le quote non sono esattamente in rialzo.

La miglior prestazione stagionale. Così Simone Inzaghi ha definito la gara disputata dai suoi contro la Roma. Presi singolarmente i novanta minuti di ieri più recupero, il ragionamento sarebbe anche ineccepibile: l'Inter ha controllato il gioco per ampi tratti, ha commesso un paio di errori individuali che l'hanno condannata, può rammaricarsi per un mezzo piede in fuorigioco o l'incrocio dei pali colpito da Calhanoglu che ancora trema. Il problema è che va messa in fila rispetto alle altre. E allora diventa parecchio preoccupante.

Un film già visto. Gli errori, difatti, si ripetono: non sono accidenti, sono quasi sempre gli stessi. Il passaggio in orizzontale intercettato, la mezza papera del portiere, la marcatura persa su palla inattiva. Possono spiegare una sera, non una stagione. Vuol dire che c'è qualcos'altro che non funziona, e il guaio è che non si ha la percezione che chi di dovere abbia capito cosa sia.

Vorrei ma non posso: non è una grande squadra. Bersani si lamenta spesso perché il suo capolavoro, Giudizi Universali, viene canticchiato storpiandone la strofa più famosa. Potrei ma non voglio, mica vorrei ma non posso. Esprimono due concetti differenti, e il secondo è il messaggio che manda l'Inter: vorrebbe tanto, persino troppo a giudicare da quanto sbuffano alcuni giocatori in campo. Ma proprio non può, o meglio non riesce. E poi crolla, molla il colpo, s'arrende all'avversario e al destino cinico e baro, senza provarci spesso anche con chi dalla panchina dovrebbe dare la scossa. Il carattere, prima ancora delle qualità, forma le grandi squadre: l'Inter oggi non lo è. Può diventarlo? Sì, ma non ha tutto il tempo del mondo per farlo.

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