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Inter, l'ex Marini non ha dubbi: "Barella il più forte di tutti, è da Pallone d'Oro"

Inter, l'ex Marini non ha dubbi: "Barella il più forte di tutti, è da Pallone d'Oro"TUTTO mercato WEB
ieri alle 16:15Serie A
di Daniel Uccellieri

Giampiero Marini, campione del mondo nel 1982 e allenatore vincente con l’Inter in Coppa UEFA nel 1994, ha aperto il libro dei ricordi in un’intervista a La Gazzetta dello Sport. Tra aneddoti, soprannomi e riflessioni sul calcio di ieri e di oggi, l’ex nerazzurro ha raccontato la sua storia:

Il bacio di Bearzot e il Mondiale '82
“Quel bacio dopo la vittoria con la Germania era un ringraziamento. In panchina era agitatissimo, io gli continuavo a dire: ‘Mister, stia tranquillo: vinciamo facile’. Eravamo più forti di tutti e di tutto”.

Da “Pinna d’oro” a Malik
“Con l’Inter avevo vinto il premio ‘Pirata d’oro’, e da lì diventai Malik, come il pirata amico di Sandokan. Gianni Brera, invece, mi chiamava ‘Pinna d’oro’: gli ero simpatico, valeva come una medaglia”.

Lo “Zio” Bergomi? Tutta colpa dei baffi
“Mi dava del lei e si presentò con un formale: ‘Piacere, mi chiamo Giuseppe Bergomi’. Durante la partitella, non ricordando il nome, cominciai a chiamarlo Zio, come un amico baffuto della mia adolescenza. E Zio Bergomi nacque così”.

Il giocatore Marini
“Sono nato trequartista, ma all’Inter Bersellini mi spostò davanti alla difesa. Avevo tecnica e sapevo smistare il pallone. Se devo fare un paragone con qualcuno di oggi, dico Calhanoglu: caratteristiche simili, ma lui è un campione”.

I successi nerazzurri
“Lo scudetto del 1980 fu il punto più alto, ma con Bersellini vincemmo anche due Coppe Italia e un Mundialito per club. In quegli anni ce la giocavamo con Juventus, Real Madrid, Stella Rossa. Bearzot portò cinque interisti ai Mondiali di Spagna, non per caso”.

Il più forte? Altobelli
“Spillo era un fuoriclasse, dieci anni ad altissimo livello. Mi piaceva perché segnava ed esultava con compostezza. Al Bernabeu, dopo il 3-1, si limitò ad alzare il braccio. Tra gli avversari? Eraldo Pecci, un regista che leggeva il gioco con tre secondi d’anticipo”.

Inter 1993-94 e il trionfo europeo
“Subentrai a Bagnoli in una stagione complicata. Gli infortuni lo avevano penalizzato, ma una volta recuperati i big svoltammo. Battemmo Dortmund, poi il Cagliari in semifinale e infine il Salisburgo. Bella soddisfazione. In quella squadra c’era Bergkamp, talento fuori dal comune, ma faticò ad ambientarsi”.

Il presente nerazzurro
“L’Inter la seguo eccome. Ci ho lavorato anche nel settore giovanile per vent’anni. Mi piace il gruppo degli italiani, Bastoni, Dimarco… ma il più forte è Barella. Le dico una cosa: è da Pallone d’Oro”.

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