Petrachi: "La parentesi di Roma mi ha insegnato tanto. Villar l'acquisto di cui vado più fiero"

L'ex ds della Roma Gianluca Petrachi è tornato a parlare del suo passato in giallorosso e lo ha fatto a Gold Tv. Di seguito alcuni estratti riportati da vocegiallorossa.it: "Nonostante sia stato un periodo di breve è qualcosa che mi è rimasto dentro. Quando non si è preparati, anzi si è obbligati a lasciare una cosa fa sempre male. La parentesi romana mi ha insegnato tanto, mi ha fatto crescere. Cerco sempre di guardare il bicchiere mezzo pieno. Sono esperienze di vita, tornassi indietro rifarei alcune cose e altre no. Ho vissuto un anno intensissimo, sono arrivato con una situazione di tutti contro tutti: erano usciti Totti e De Rossi, la società era nei casini. Ero consapevole di ciò che stavo facendo e convinto di poter incidere. Se mi avessero supportato come nei primi sei mesi oggi parleremmo di un’altra storia. C’è il rammarico di non aver continuato un percorso molto importante che si stava facendo".
Sulle scuse di Pallotta e Fonseca. "Pallotta ha fatto chiarezza su tutto, ha fatto anche nomi e cognomi. Nel mondo del calcio gli aspetti sentimentali di una persona vengono calpestati. Era stata attaccata anche la mia persona. Qualcuno in maniera strategica ha cercato ed è riuscito a buttarmi giù dal patibolo".
Qual è l’acquisto di cui va più fiero? "Per come è arrivato Villar, era un perfetto sconosciuto. Non ci sono squadre che hanno fatto un’operazione come la mia, di solito quelli di categorie inferiori li girano in prestito. Villar ha una grande intelligenza, è riuscito a tenere botta alle pressioni di Roma, anche se da un certo punto di vista la mancanza di tifo un po’ ha falsato il campionato. Proprio in merito a questo io mi ero arrabbiato contro il Sassuolo: c’è gente che fa tanti sacrifici e viene in curva lo stesso, non potevo non far leva sui sacrifici che molti tifosi fanno per seguire la propria squadra. Se dopo 20′ stiamo sotto 3-0 e non ci stiamo capendo niente anche a me sale il sangue in testa. A volte serve uno scossone di quel tipo, mi sembrava la cosa giusta da fare in quel momento. L’ho fatto nel Pisa e nel Torino ma non è che Petrachi entra nello spogliatoio tutte le volte e toglie la parola all’allenatore. Non sia mai, l’allenatore è quello che gestisce determinate cose. Io non ho mai scavalcato nessuno, anche perché non sono entrato nell’aspetto tecnico".
