16 vittorie di fila, centrocampisti goleador e difesa blindata: come si è trasformato il Man City

Con il 3-0 rifilato al Tottenham, il Manchester City ha allungato la striscia di successi consecutivi a quota 16, di cui 4 nelle coppe nazionali. L'ultima sconfitta risale al 21 novembre, sempre contro il Tottenham, partita d'andata. Che coincise col punto più basso della squadra, che dopo quel ko per 2-0 si ritrovò nona in classifica. Tre mesi dopo gli uomini di Guardiola si ritrovano primi, con 7 punti di vantaggio sulla seconda e con una partita da recuperare. Cosa è cambiato, soprattutto rispetto alla passata stagione?
UN LIVERPOOL IN MENO - Un anno fa, dopo 23 partite giocate, il City aveva cinque punti in meno in campionato. Ma la differenza sostanziale è data dalla concorrenza: anche questa squadra avrebbe potuto far poco se si fosse trovata davanti il Liverpool schiacciasassi. I reds un anno fa avevano vinto 22 partite, pareggiandone una sola, chiudendo di fatti il campionato e sminuendo di conseguenza gli sforzi dei citizens, che avevano comunque perso già 5 partite.
NIENTE PAUSA, PARTENZA LENTA - Il Manchester City di quest'anno ha iniziato lentamente, raccogliendo appena 20 punti nelle prime 12 partite. La ragione principale è data dal protrarsi della stagione passata, finita ad agosto e di fatto costringendo la squadra a ricominciare senza una vera e propria preparazione. Dall'ultima partita del 2019/20 all'esordio in campionato è passato poco più di un mese e i risultati sono il 2-5 casalingo incassato contro il Leicester e i pareggi contro Leeds e West Ham.
LA PIAGA DEL COVID - Altra discriminante che non possiamo ignorare, il Covid: Sergio Aguero, Kyle Walker, Gabriel Jesus, Ederson e Ferran Torres sono stati costretti a saltare diverse partite proprio poiché positivi al virus. Giocatori non certo di secondo piano. Addirittura è saltata la partita contro l'Everton del 28 dicembre è stata rinviata per un vero e proprio focolaio in seno alla prima squadra. Una situazione che ha fatto storcere il naso al principale concorrente, il Liverpool, con Jurgen Klopp che ha parlato di Covid break. Che nei fatti non ha aiutato il City, che ha giocato a ritmo costante di due partite a settimane ad eccezione appunto del periodo 26 dicembre-3 gennaio.
IL FINTO 9 E I GOL DA CENTROCAMPO - Nota di merito di Pep Guardiola, è l'esser riuscito a fare il vuoto in questa stagione pur privandosi per quasi tutto il campionato di Aguero (appena 5 presenze a causa dei problemi al ginocchio) e un elemento chiave come De Bruyne nelle ultime cinque gare di Premier. Proprio riguardo la sostituzione del Kun, il tecnico ha spesso provveduto a un cambio di modulo non sempre affidandosi a Gabriel Jesus ma utilizzando in varie occasioni un falso 9, ruolo che hanno ricoperto De Bruyne, Foden, Sterling e Bernardo Silva. Questo ha portato a sfruttare maggiormente gli inserimenti dei centrocampisti, da qui l'incredibile score di Phil Foden (5 reti in campionato, 10 complessive) ma soprattutto Ilkay Gundogan: il tedesco è arrivato già a 13 reti in tutte le competizioni, facendo meglio di chiunque.
LA SVOLTA RUBEN DIAS-STONES IN DIFESA - Rispetto al passato il Manchester City ha un diverso approccio difensivo, si è passati da un calcio fatto di pressing alto e attacco a uno stile più compassato, questo soprattutto per la gestione delle forze fisiche. Con la stagione 2019-20 terminata il 15 agosto sarebbe stato troppo dispendioso chiedere tanto ai giocatori, i quali possono permettersi pertanto di "passeggiare" di più. Per la felicità di Ederson. La svolta dopo la sconfitta contro il Tottenham che ha portato Guardiola a escludere Laporte in favore di Ruben Dias al fianco di John Stones. Da allora, contando tutte le competizioni, la porta è rimasta inviolata in 17 occasioni su 23.
IN CORSA SU TUTTI I FRONTI - Una squadra che a oggi sembra la più in forma d'Europa: che ha le mani sul titolo ed è in corsa in tutte le competizioni. Su tutte, la Champions League, vera ossessione della proprietà e di Guardiola. Che ha tempo fino al 2023 per rompere il tabù.
