2,8 miliardi di abitanti, zero gol in Coppa d'Asia: l'incredibile flop di Cina e India

È terminata la Coppa d'Asia per India e Cina, con l'ennesimo fallimento. Entrambe sono state eliminata già nella fase a gironi, ma ciò che salta all'occhio è la mestizia con cui hanno abbandonato la competizione.
C'è poco da stupirsi sulla nazionale indiana, 102ª nel ranking FIFA. Alla sua quinta partecipazione al torneo, se si eccettua l'edizione del 1964 chiusa con un sorprendente secondo posto, la squadra non è mai andata oltre la fase a gironi. Se nell'edizione precedente, le Blue Tigers (questo il loro soprannome) erano riuscite anche a vincere una partita (4-1 contro la Thailandia) in questa edizione sono arrivate tre sconfitte e senza gol all'attivo. Espressione di un calcio che non è mai decollato, nonostante l'impressionante numero di abitanti (1.399.179.585 secondo i dati Wikipedia). La Indian Super League, dopo le ambizioni iniziali che avevano portato anche giocatori di grande spessore come Alessandro Del Piero, David Trezeguet, Robert Pires ed Elano, non è mai riuscita a decollare. Il miglior calciatore mai prodotto è Sunil Chhetri, presente anche in questo torneo nonostante i 39 anni suonati. È uno dei giocatori più prolifici al mondo con la propria nazionale, ma a livello di club il massimo mai raggiunto è la breve esperienza allo Sporting CP, dove però non è andato oltre le 3 presenze con la squadra B. L'interesse generale del paese nei confronti di quello che è the beautiful game è sempre stato molto basso, ma se nella stagione inaugurale della Indian Super League c'era una media di 24mila spettatori a partita, nel 2023 si è arrivati a un desolante 13.545. La Federcalcio è stata incapace di coltivare il settore giovanile e gli stranieri del campionato non hanno contribuito alla crescita del movimento. La cattiva gestione della Lega ha fatto il resto, facendo scemare man mano l'interesse.
Più sorprendente il discorso relativo alla Cina, al 79° posto del Ranking FIFA. Gli investimenti negli ultimi anni sul calcio sono stati massicci e a differenza dell'India le star straniere che arrivavano non erano propriamente a fine carriera, ma in molti casi nel fiore degli anni, basti pensare al brasiliano Oscar. A livello di club sono arrivate due Champions League con il Guangzhou Evergrande, la prima delle quali con Marcello Lippi in panchina. E tra i calciatori indigeni c'è chi è anche riuscito a farsi valere in Europa, come l'attaccante Wu Lei, quattro anni all'Espanyol. Non è stato tuttavia sufficiente: il Governo ha decuso per lo stop agli investimenti nel calcio, gli investitori principali dei club hanno iniziato a passarsela male basti pensare al fallimento di Evergrande o la chiusura dello Jiangsu Suning. In un'intervista del 2017 fa Carlos Tévez evidenziò come il livello del calcio in Cina fosse indietro 50 anni, lamentando l'assenza di tecnica, di fisicità e anche di mestiere. La nazionale è riuscita a qualificarsi ai Mondiali una volta sola, nel 2002 con Bora Milutinovic, chiudendo con zero punti e zero gol fatti. Da allora il nulla. Tutto questo nonostante il miliardo 413 milioni 142 mila e 846 abitanti (fonte Wikipedia). Pensate che tra di essi non è stato trovato nessuno bravo abbastanza in questa Coppa d'Asia da segnare almeno un gol a Tajikistan, Libano e Qatar.
