Liverpool da record, ma negativi. Champions lontana e c'è la sindrome di Anfield

Un anno fa dopo 27 giornate il Liverpool era a 26 vittorie e un pareggio. In definitiva si puntava solo a battere i record, dando ormai per scontato il titolo. 12 mesi dopo e con una pandemia di mezzo la situazione è incredibilmente cambiata: la sconfitta di ieri contro il Chelsea ha evidenziato ancora una volta enormi difficoltà. Quinta sconfitta casalinga consecutiva, mai era successo nella storia dei reds. E pensare che fino al 22 gennaio la squadra di Jurgen Klopp era arrivata a una striscia di 68 partite consecutive senza perdere ad Anfield. In poco più di un mese lo scenario si è ribaltato e il settimo posto, a -4 dal Chelsea quarto e con i cugini dell'Everton davanti inquieta.
PRIME AVVISAGLIE - La sconfitta contro i clarets per 0-1, oltre ad aver chiuso un incredibile record ha evidenziato problemi in fase offensiva. Una serie di partite senza reti che anche recentemente si è palesata. Al punto che Jurgen Klopp ha definito "silly" (stupido) anche solo pensare come questa squadra potesse competere per il titolo. A gennaio. Oggi il discorso è un altro: riusciranno i campioni d'Inghilterra a qualificarsi in Champions League?
LA DESOLAZIONE DI ANFIELD DESERTO - Se dobbiamo fare un esempio di come il fattore campo incida uno dei primi stadio a cui pensiamo è Anfield: pieno o vuoto fa tutta la differenza del mondo. E se oggi sono arrivate 5 sconfitte consecutive l'assenza di pubblico ha una discreta percentuale.
INFORTUNI A CATENA - La componente sfortuna ha fatto il suo: il grave infortunio a Van Dijk dopo 5 giornate di campionato, seguito da quello a Gomez dopo 8. Nonostante l'emergenza il club non ha voluto sapere di mettere mani al portafogli, costringendo Jurgen Klopp a fare nozze coi fichi secchi, arretrando in difesa Fabinho ed Henderson e indebolendo di conseguenza la mediana, oltre a non rinforzare di certo il reparto arretrato. L'ennesimo centrale tolto di mezzo per un grave infortunio, Matip, ha portato ad acquistare all'ultimo Kabak dallo Schalke ma potrebbe non bastare. Le casse del club sono state, come tutti, fortemente colpite dal Covid e questo resistere al mercato è in parte spiegato da queste ragioni.
CALANO I BIG, NON INGRANANO I NUOVI - Il rendimento dei giocatori cardine, infine: Trent Alexander-Arnold era l'anno scorso il miglior terzino destro al mondo mentre quest'anno le prestazioni sono decisamente calate. Anche Roberto Firmino è fra le delusioni: il brasiliano non è mai stato un bomber prolifico e in questa stagione ancor meno: 6 reti, l'ultimo il 28 gennaio. E i mugugni dei tifosi iniziano a sentirsi. Nemmeno gli acquisti estivi stanno facendo la differenza: Diogo Jota in realtà per quel che si è visto ha fatto molto bene, 5 reti in 9 partite giocate fino a quando infortunio lo ha messo fuori causa da metà dicembre. È tornato ieri sera, riassaggiando il campo per poco meno di mezz'ora. Thiago Alcantara è un campione noto per gli infortuni. Lo si sta vedendo solo di recente, senza incidere e faticando ad adattarsi a un modo di giocare differente rispetto al Bayern, basato su un grande pressing.
CHAMPIONS LEAGUE, UNICA SALVEZZA - Con un deludente settimo posto in classifica, l'eliminazione prematura da FA Cup e Carabao Cup, la sconfitte in Community Shield non resta altro che la Champions, torneo da sempre nelle corde dei reds, capace di ribaltare anche stagioni che sembravano fallimentari (vedi edizione 2004/05). Il primo round contro il Lipsia è stato un raggio di luce in un periodo buio: si riparte dal successo per 2-0 a Budapest. Certo che il ritorno ad Anfield, di questi tempi, fa un po' paura...
