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Se l'Italia piange, la Germania non ride. Kimmich: "Inutile parlare di tattiche"

Se l'Italia piange, la Germania non ride. Kimmich: "Inutile parlare di tattiche"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 11:41Calcio estero
di Daniele Najjar

Parafrasando il detto "Se Sparta piange, Atene non ride", nel calcio ci sono due Nazionali dalla grande tradizione che hanno cominciato male il proprio cammino verso il Mondiale 2026. Se l'Italia è crollata all'esordio con la Norvegia a giugno, la Germania è crollata ieri sera in Slovacchia perdendo 2-0.

Al termine della sfida il centrocampista Joshua Kimmich ha parlato in conferenza stampa provando a spiegare la debacle: "Coraggio e fame? Non le abbiamo viste in nessun momento. Considerando come abbiamo iniziato la partita: credo che abbiamo avuto un calcio d'angolo e la prima occasione da gol dopo un minuto. Bisogna dire che ci sono mancate tutte queste cose. E non c'è bisogno di parlare di sistema, tattica, difesa a quattro, difesa a tre o altro; è puramente una questione di atteggiamento. E questo è stato il nostro problema anche nelle ultime partite".

Poi ha proseguito: "Dobbiamo riuscire a darci reciprocamente qualcosa che ci aiuti a scendere in campo più facilmente, così da poterlo fare. (…) Non credo che sia l'approccio giusto per tutti noi, quello di farci a pezzi a vicenda. Eravamo tutti seduti negli spogliatoi, e sappiamo che è stata sicuramente una partita molto, molto brutta da parte di ognuno di noi. Non si tratta di puntare il dito contro il prossimo o contro gli altri, ma tutti sanno che oggi non è stato sufficiente, e tra tre giorni abbiamo la possibilità di fare meglio. Abbiamo parlato molto prima della Coppa del Mondo, del Mondiale e di altre cose, e ho sottolineato prima che dobbiamo prima giocare una partita di qualificazione. Se ci comportiamo come abbiamo fatto oggi, allora di certo non ci qualificheremo".

Alla domanda se la Germania non sia una squadra, frena: "Non andrei così lontano. Non credo che non ci sia una squadra nello spogliatoio. È esattamente quello di cui parlavo. Non ci faremo a pezzi né ci daremo la colpa a vicenda, perché tutti sono sufficientemente autocritici e sanno di essere tutti sulla stessa barca. Certo, gli slovacchi oggi hanno giocato da squadra. Certo, si è una squadra anche se si porta l'atteggiamento necessario in campo. Tuttavia, è vero che non crolleremo per questo. L'ho detto prima: abbiamo bisogno di coraggio, convinzione, fiducia in noi stessi e anche fiducia nelle nostre qualità, perché solo la qualità da sola è potenziale teorico. Ma dobbiamo portare questa qualità in campo e dobbiamo sostenerci a vicenda, con un atteggiamento in cui tutti sono carichi, tutti hanno un desiderio e tutti sentono cosa c'è in gioco".

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