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Gama: "Vicepresidente AIC per le mie battaglie. Sui diritti bisogna stare al passo coi tempi"

Gama: "Vicepresidente AIC per le mie battaglie. Sui diritti bisogna stare al passo coi tempi"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 26 marzo 2021, 22:19Calcio femminile
di Tommaso Maschio

Il capitano della Juventus Women e dell’Italia femminile Sara Gama ospite di Propaganda Live su La7 ha parlato della sua nomina a vicepresidente dell’AIC delle battaglie portate avanti in questi anni e della crescita del movimento femminile: “Sono un simbolo da quando sono diventata più un personaggio pubblico, ma non sono vicepresidente dell’AIC perché sono un personaggio pubblico, ma per il percorso che ho iniziato 8-9 anni fa e per le lotte che ho portato avanti, ottenendo anche dei risultati, per i diritti delle calciatrici e la crescita e l’affermazione del calcio femminile. - continua Gama parlando dell’ultimo anno e dei Mondiali - La pandemia è caduta in un momento in cui stavamo trovando slancio come movimento, ma non ha bloccato la nostra crescita che è iniziata nel 2015 quando sono arrivate due norme importanti che hanno permesso l’ingresso dei club maschili nel calcio femminile e il tesseramento delle bambine nei settori giovanili. I Mondiali sono stati una conseguenza di questi passi avanti e poi c’è stata la convergenza della mancata qualificazione degli uomini che ha portato maggiore attenzione su di noi. Sapevamo che era un’occasione unica e l’abbiamo sfruttata. Abbiamo fatto entusiasmare il pubblico con la vittoria rocambolesca contro l’Australia e poi con un cammino entusiasmante. Il calcio femminile in Italia sta crescendo e noi continuiamo a lavorare per questo”.

Come mai ha letto l’articolo 3 della Costituzione quando siete state ricevute al Quirinale?
“Era la seconda volta che andavamo al Quirinale e non ce lo aspettavamo perché di solito ci si va dopo aver vinto qualcosa di importante. Quella volta ce lo dissero subito dopo l’eliminazione e quindi non eravamo preparate. La volta precedente avevo preparato il discorso una settimana prima, mentre quella volta lo preparai mentre l’aereo ci riportava a Roma. Ho pensato alle cose che mi interessavano personalmente, che interessavano tutte noi, e ho pensato ai diritti e così ho cercato l’articolo adeguato nella Costituzione che poi coincide anche col mio numero di maglia”.

Cosa pensa dello Ius Soli e del fatto che molti dicano che ci sono altre priorità?
“È una frase molto inflazionata quest’ultima, ma faccio fatica a ricordare un momento in cui non c’è un problema per il quale si rimanda al futuro il discorso sui diritti. Siano essi quelli relativi alla cittadinanza o ai diritti degli sportivi e delle sportive. Ora la questione dello Ius Soli è tornata fuori e l’argomento va affrontato perché la società cambia e bisogna starle al passo. Che poi sia Ius Soli o Ius Culture o altro non sta a me, che faccio un altro lavoro, decidere perché ogni momento è un buon momento per garantire diritti alle persone che non ne hanno”.

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