L'Inferno di Eden. Hazard di nuovo k.o.: l'ennesima vittima di un calcio che va troppo di fretta

Facile, troppo facile giocare con i nomi in un momento come questo. Per raccontare l'ultimo anno e mezzo di Eden Hazard non esiste una parola più adatta di "Inferno", in netto contrasto con quello che era destinato a essere il fuoriclasse belga nel Real Madrid. Una nuova luce, dodici mesi dopo l'addio della stella CR7. Lui, che aveva sollevato l'Europa League con il Chelsea e trascinato il Belgio fino alla semifinale del Mondiale, era l'erede designato del fenomeno portoghese, l'uomo che avrebbe dovuto condurre i Blancos verso una nuova era. Invece si è piantato sul più bello, all'apice della carriera, quando sembrava destinato al Pallone d'Oro. Del resto, il talento non si discute, e Hazard aveva trovato anche la continuità necessaria per potersi sedere stabilmente al tavolo dei più grandi.
Non è dato sapere cosa sia successo da quando il folletto di La Louvière ha messo piede nella capitale spagnola e a Valdebebas, ma la "serie di sfortunati eventi" che lo ha travolto di recente non può essere casuale. Il medico della Nazionale, a fine novembre, aveva spiegato: "Penso che abbia superato il limite, che stia spingendo un po' troppo il suo fisico. A Madrid le aspettative sono alte. Eden dà l'impressione di essere piuttosto impermeabile alle pressioni, ma nessuno sfugge allo stress, che può avere un impatto sui muscoli. Penso che il suo tono muscolare sia un po' troppo alto in questo momento e questo può aumentare le possibilità di infortunio". Parole che devono far riflettere, soprattutto quando un ragazzo che non ha mai avuto problemi in carriera è costretto a fermarsi per la decima volta in 18 mesi. Non è solo una questione da liquidare con un paio di battutine (inopportune) sul peso forma.
Si è parlato tanto di medici e senso di responsabilità, in questo periodo sciagurato. E si è parlato tanto della mole di impegni che sta condizionando pesantemente il rendimento di alcuni calciatori, sottoposti spesso a carichi di lavoro eccessivi che rendono il rischio di ricadute ancora più elevato. Il calcio oggi va troppo veloce e non risparmia nessuno, sacrificando bellezza e spensieratezza sull'altare del profitto e dei risultati a ogni costo. Per Hazard sarà dura rialzarsi e tornare ai livelli a cui ci aveva abituati. Che sia un problema psicologico o semplicemente "strutturale", è davvero preoccupante.
