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Carlo Nesti: "Dove sono finiti i tifosi DOC del Toro?"

Carlo Nesti: "Dove sono finiti i tifosi DOC del Toro?"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 09:30La scheda di Carlo Nesti
di Carlo Nesti

Questo è il diario delle mie opinioni, cronologicamente, in ordine inverso.

Vi ricordo che potete trovarmi nel NESTI Channel.

Su Facebook:

https://www.facebook.com/NestiChannel

E su Youtube:

https://m.youtube.com/user/NestiChannel?sfnsn=scwspwa

28-8-2025
Carlo Nesti: "Ma dove sono finiti i tifosi DOC del Toro?"

N.B. - Armatevi di un panino, e di una birra, perché il post è lungo, ma, in questo momento così difficile, è giusto chiarire da che parte sto, e sono sempre stato: dalla parte dei tifosi granata.

PREMESSA

Sono il primo a pensare, che il tifoso granata debba essere, integralmente, granata. Però, cosa accade, quando tanti personaggi autorevoli del mondo dell'informazione e dello spettacolo, improvvisamente, o gradualmente, smettono di interpretare i sentimenti dei sostenitori? Succede che i tifosi torinisti, legittimamente, si incazzano, perché si sentono abbandonati.

Ora, non voglio certamente lottare contro i pregiudizi, purtroppo, di molta gente. Però, mi chiedo: a questo punto, non è meglio riconsiderare l'onestà di chi non è un "tifoso", ma un innamorato della storia del calcio di Torino, su ambedue le sponde?

Un innamorato che, magari senza i megafoni di altri, ma con "continuità", dal 1974 ad oggi, ha sempre preteso il meglio per i tifosi granata, in rapporto al passato della squadra, a costo di criticare i dirigenti di turno?

Va beh... lo avrete capito: sto parlando di chi scrive, perché, almeno prima di... non esserci più, vorrei spiegare come sia stato sempre infondato un certo tipo di diffidenza. Secondo me, dare prove di "purezza della razza", per poi saltare giù dal "carro degli sconfitti", e sparire nell'anonimato, proprio in occasione della massima emergenza, non è molto onorevole. Più professionale, francamente, avere un minimo di coerenza, nella buona, come nella cattiva sorte.

Spero di non essere frainteso, e di non passare per esibizionista, se ricordo alcune circostanze della mia vita, e della mia carriera, in chiave granata. Non è giusto, che certe tappe significative vadano perse, nel tempo, come se non fossi mai sceso in campo, per il bene del Toro. Chi non è convinto di questo mio sforzo retrospettivo, interrompa qui la lettura, perché ne ha tutti i diritti.

LE MIE RADICI

Come già molti di voi sapranno, sono nato, figlio unico, da papà bianconero, e mamma granata, strattonato, fin da bambino, fra 2 bandiere. Da parte materna, gli antenati sono stati tutti torinisti, e mio zio, in particolare, è stato amico intimo del grande presidente Pianelli, e consigliere del Toro.

Proprio con mio zio, ho visto tutte le partite casalinghe dal 1962 al 1970. Il primo ricordo nitido, che ho, risale al 16 settembre 1962: Torino-Catania 1-1, con gol di Calvanese e Locatelli.

Dal 1982, per circa 10 anni, ho assaporato il "tremendismo" arpiniano, giocando ogni settimana, sul secondo campo, o nel capannone, del vecchio Filadelfia, con gli scudettati Salvadori, Santin e Zaccarelli.

Il 29 aprile 1992, ad Admsterdam, negli ultimi minuti di Ajax-Torino, ho salvato tale Simona Ventura, allora giovane cronista di Telemontecarlo, e anima granata, dalla furia di un hooligan olandese. Nessun collega ha mosso un dito, per aiutarmi: codardi.

Dalla nascita, nel 2002, e per molti anni, il NESTI Channel, come sito-blog sul Web, è stato un punto di riferimento dei tifosi del Toro, per il semplice fatto, che non esistevano ancora le grandi testate di oggi.

Il 4 maggio 2003, ho portato la Rai, in diretta regionale, alla Marcia dell'Orgoglio granata, con apertura del Telegiornale del Piemonte, da Piazza San Carlo, issato sul tetto di un pullmann dagli ultras.

Durante la parte finale dell'era Cimminelli, ho incontrato, segretamente, il proprietario, e il presidente Romero, per perorare la causa di un acquirente d'eccezione: la Gazprom. Purtroppo, tutto è naufragato, perché il colosso russo ha preferito rivolgersi altrove.

Il 26 giugno 2005, ho commesso una autentica follìa, che voglio menzionare, ma della quale non mi vanto. In occasione dello spareggio-promozione Torino-Perugia, sono entrato in tribuna stampa con una bandiera granata. Un atto istintivo di rivalsa, poco... apprezzato, giustamente, dai colleghi umbri.

Nell’estate 2005, quella del fallimento, e del salvataggio miracoloso dei Lodisti, guidati dall’Avvocato Marengo, ero già nell’organigramma del nuovo Toro, come coordinatore degli osservatori Web. L’idea era coinvolgere i tifosi, a volte, più intuitivi di certi addetti ai lavori, nelle segnalazioni dei giocatori, in ogni angolo d'Italia.

Il 2 settembre 2005, con oltre 70 mila persone collegate, il NESTI Channel ha raccontato, in diretta, quella che sembrava essere una serata felice: l'investitura di Cairo, per 10 anni promettente, e per 10 anni deludente, come "Papa Urbano" (non lo rinnego... non rinneghiamolo).

Mi sono iscritto al Forum di Toronews, unico giornalista ad avere il coraggio di farlo, perché era come scendere nella fossa dei leoni. Prevaleva, però, il desiderio di capire gli umori della tifoseria, a costo di beccarsi qualche salutare "vaffa", inevitabile, quando si entra in casa d'altri.

Nel 2005-2006, ho raccontato per il NESTI Channel, e per GRP televisione, le vicende della squadra di De Biasi. Ho rischiato veramente molto, perché ero ancora sotto contratto con la Rai, ma realizzavo la cronaca per una emittente privata.

Il 4 maggio 2006, ho effettuato, per il NESTI Channel, e per GRP radio, con la collaborazione degli ultras, la diretta delle celebrazioni per il Grande Torino, sul terreno di un Filadelfia, ancora da riedificare.

Il 28 settembre 2008, sono stato squalificato per un mese, da Rai Sport, per avere criticato in modo molto severo l'arbitro Gava, dopo un nevrotico Toro-Lazio. Niente "Novantesimo minuto" per un mese, trattato a pesci in faccia dal Direttore romano di turno.

Nel 2010, quando è nato il canale di Mediapason Torinow, ho inventato lo spazio "Toro-now", effettuando, negli studi di Videogruppo, le cronache delle partite granata.

Fra il 2015 e il 2025, ho ripetutamente segnalato, attraverso l’”Arbitrometro” di Massimo Fiandrino, i torti arbitrali subiti dal Toro, informando sempre l’Ufficio Stampa granata, che ha anche sollecitato la pubblicazione di queste cifre su "La Gazzetta dello Sport".

Il 25 agosto 2024, mi sono mischiato ai tifosi, ovviamente, non per "partecipare", ma per "testimoniare" la contestazione anti-Cairo, prima della partita (bellissima, ma, ahimé, isolata) contro l'Atalanta.

Attualmente, collaboro con toro.it, attraverso la rubrica "Osserva-Toro", e con GRP televisione, attraverso il programma "Domenica Toro".

Qualche mese fa, ho chiesto ai followers di Facebook di contribuire al seguente link, sulle cessioni effettuate, durante la presidenza di Cairo.

https://www.facebook.com/100044705705088/posts/1115831093250404/

Mentre scrivo, non avendo ricevuto risposte, da parte della società, ritengo di non potere avere più accesso in tribuna stampa. Tuttavia, non voglio essere precipitoso, perchè può darsi che i tempi, dopo la disavventura di Milano, siano più lunghi. Se no, pazienza... pagherò il biglietto, quelle pochissime volte, in cui vado ancora allo stadio, o vedrò le partite da casa, come avviene regolarmente.

IL MIO GIORNALISMO

Come potete notare, anche chi non è apertamente schierato può recitare un ruolo importante, in determinate battaglie, se le ritiene giuste. A me, è sempre sembrato sacrosanto espormi, quando esisteva, ed esiste, un evidente scollamento fra la storia del Toro, e le varie proprietà, a scapito dei tifosi. Non devo più dimostrare nulla a nessuno.

Avendo 70 anni, e non arrabbiatevi, se lo scrivo, ho visto troppe volte i tifosi granata, o almeno una parte, scambiare gli “amici” per “nemici”, e contestare i Pianelli, Pulici, Radice e Rossi. Non valgo nemmeno un’unghia, rispetto al loro valore dirigenziale e tecnico, ma mi accontenterei, con un passato, da semplice cronista, come quello elencato, di non essere vittima anch’io di un malinteso del genere.

Appartengo ad un tipo di giornalismo tecnico, moderato e imparziale, oggi considerato fuori moda, ma che non rinnegherò mai. Proprio per questo motivo, non fosse altro che per differenziarmi dalle consuetudini, ed essere originale, ne faccio, orgogliosamente, la mia bandiera. Perché? Perché, anche oggi, pensate un po’, continua ad essere il giornalismo più credibile, in quanto non fazioso, in un mondo malato di faziosità.

Cinquanta anni fa, i maestri Giovanni Arpino e Pier Cesare Baretti mi insegnarono che, al momento di trattare persone ed eventi, occorreva distinguere fra pregi e difetti, evitando di parlare solo degli uni, o solo degli altri, a senso unico.

Se un non vedente, che sa di avere davanti a sé un fiore, mi chiede di descriverne i colori, e io gli dico che ha i petali chiari, ignorando quelli scuri, lo prendo solo in giro. E oggi, troppo spesso, mi sembra che l’informazione in generale, e quindi anche quella sportiva, usi questa chiave di lettura.

Penso che ogni situazione si debba guardare con 2 occhi, e non con uno solo. Oggi, il settore giornalistico, è la "Repubblica dei... Ciclope”, ricordando il gigante omerico.

Intanto, cominciamo con il dire che chi esprime giudizi, sulla scia degli “influencer”, può comodamente essere un tifoso, e non un giornalista, che ha studiato per diventarlo. È un aspetto, che, ovviamente, mi lascia perplesso, ma devo accettare, perché è figlio dei tempi.

Ci sono opinionisti molto simpatici e competenti, che hanno scelto una strada: rappresentare le squadre, per le quali tifano. Ma ciò non può avvenire, a scapito della scuola di base dell'informazione, che non è partigiana, e non è aggressiva.

Mi rendo conto che, se in un programma televisivo tutti fossero come me, e cioè pacati, la gente si addormenterebbe. Ma, se in una trasmissione tutti sono come certi opinionisti, urlanti, è forte, e, attenzione... crescente, di anno in anno, la tentazione di cambiare canale.

Gli editori dovrebbero capire, che l'ideale è un mix fra le 2 categorie, per venire incontro alle esigenze di chiunque: un po' di sale, e un po' di pepe. Sarebbe bello accendere il televisore, mettersi a tavola, e... poterli mescolare...

25-8-2025
Carlo Nesti: "È una Signora... robusta: volume + Yildiz"

Signora... robusta, dai connotati significativi, e con una sola stella, che, tuttavia, brilla per 2. Provo ad analizzare, in 6 punti, la vittoria della Juve.

1 - Successo meritatissimo, alla luce del volume di gioco, e cioè 25 tiri, dei quali 8 nello specchio della porta, 2 gol, 1 palo, e il 65% di possesso palla. La squadra ha capito, nel secondo tempo, l'importanza del tiro da fuori area, contro avversari chiusi. Una carta che spesso, rispetto al passato, viene dimenticata dalle formazioni italiane.

2 - David è stato decisivo, e si candida ad essere uno di quegli attaccanti, che scompaiono per 89 minuti, ma che vanno in gol, nel momento della verità (do you remember Trezeguet?). D'altro canto, nel Lille, ha segnato 26, 26 e 25 reti nelle ultime stagioni, e non sono assolutamente pochi.

3 - I trascinatori della squadra sono stati i 2 trequartisti: Yildiz e Conceicao. Yildiz, dopo un primo tempo difficile, ha firmato 2 assist, e soltanto, se sei un campione, riesci a reagire, in quel modo, alle avversità. Conceicao, invece, appare ormai assuefatto, e convinto, al ruolo di trequartista interno, perché nei momenti difficili, attraversati nel primo tempo da Yildiz, è stato lui ad accendere la fiammella dell'inventiva.

4 - Bremer è tornato a giocare in Serie A, dopo qualcosa come 10 mesi, e si è capito subito come la musica sia cambiata, nelle retrovie, con un pilastro di questa efficienza. Alle sue spalle, anche Di Gregorio ha dimostrato di essere, estremamente, affidabile.

5 - Tudor, nel primo tempo, può aver dato l'impressione di essere troppo prudente, con Kalulu sulla destra, a tutta fascia. In realtà, io credo che abbia valutato la potenziale pericolosità dell'esterno sinistro del Parma, Valeri, in realtà, apparso sotto tono. Nella ripresa, opportunamente, l'allenatore ha capito che l'inerzia della gara gli consentiva l'impiego di João Mario, sicuramente più adatto a far salire la squadra.

6 - Che ne sarà di Vlahovic? Questa volta me lo chiedo, con il sorriso sulle labbra. Perché? Perché in precampionato, e in questa giornata d'avvio del torneo, ha confermato di essere un cannoniere, in grado di segnare con regolarità. Ed è quello che gli viene chiesto. Non, certamente, la giocata raffinata. Si dà il caso che di offerte per lui, in questo momento, non ce ne siano. Ha rifiutato gli arabi, non si è abbassato lo stipendio, in modo da incoraggiare le squadre inglesi, e il Milan, che ha rinunciato a Boniface, è orientato su Harder dello Sporting Lisbona. Non mi stupirei proprio, se il serbo rimanesse nella Juventus, con la necessità, ovviamente, di ricucire il suo rapporto con i tifosi.

Chiudo, dicendo che non vorrei essere nei panni di Comolli, nella volata finale del mercato. Questo perché, se da una parte esiste una formazione- tipo collaudata, dall'altra mancano quasi totalmente i rincalzi, indispensabili, con l'allargamento della rosa, per giocare su più fronti.

22-8-2025
Carlo Nesti: "Sognando il campionato, con le figurine Panini e "Tutto il calcio"

Anche adesso, se provo a guardare indietro, vedo le mie dita di bambino accarezzare quelle favolose pagine fruscianti, che la colla riesce a far lievitare come una bizzarra fisarmonica.
 
1961-62, raccolta di figurine Panini: espressioni stralunate stampate sulla carta spessa, improbabili tinte a verniciare le maglie, zigomi di trentenni che sembrano cinquantenni di oggi.
 
E' il mio approccio visivo con il calcio, il più antico ricordo consapevole di una passione travolgente, destinata a sfidare l'usura del tempo, e a resistere alle burrasche.
 
L'udito, invece, si accosta allo sport grazie a un altro genere di intermediario, e trova nella sontuosa radio-armadio del salotto la sua tentazione irresistibile.
 
10 gennaio 1960, data di nascita di "Tutto il calcio minuto per minuto": le voci di Carosio, e poi Martellini, e poi Ameri, e poi Ciotti hanno sostituito il suono di ninne-nanna e carillon.
 
Finito il rito di "Carosello", noi bambini di allora andiamo tutti a letto, pronti ad allearci con l’immaginazione, se una partita in tivù è troppo tardi per essere seguita con i genitori.
 
Già a 7 anni, decifrando i boati della folla filtrati attraverso le pareti della mia stanza, ricostruisco la sequenza di gol di Benfica-Real Madrid, finale di Coppa dei Campioni: 5-3.
 
La sintesi fra i 2 grandi amori che sbocciano, il calcio e l'informazione, arriva sotto forma di registratore a bobine, uno dei mitici "Geloso" regalatomi  forse a Natale.
 
Mi chiudo in bagno, impugno il microfono, e incido radiocronache di incontri virtuali, come i 45 minuti di fila di un avvincente Milan-Modena, che in realtà non si è mai giocato.
 
D'estate, invece, aspetto le gare di biglie degli amici sulla spiaggia di Alassio, e comincio a parlare senza soste, seguendo Merckx e Gimondi, Adorni e Motta sulle nostre Dolomiti di sabbia.
 
Inoltre ricorro alle radiotrasmittenti, mi piazzo davanti al televisore, in  occasione di avvenimenti agonistici importanti, e fornisco ai coetanei un commento alternativo.
 
La domenica, allo Stadio Comunale della mia città, il babbo mi porta a vedere la Juventus, e lo zio il Torino, alimentando una febbre per lo sport più forte delle ragioni del tifo.
 
In famiglia, sino a quel momento, nessuno ha fatto il cronista, ma mio padre commercia macchine da scrivere: evidentemente è proprio destino, prima o dopo, che io le debba usare.

20-8-2025
Carlo Nesti: "Il mio termometro del mercato: Lukaku movimenta la volata"

I "più" e i "meno" del mercato, con le squadre in ordine alfabetico, per capire cosa va, e cosa non va. Lo stile è volutamente stringato, per rispettare i tempi ridotti di lettura del Web.

ATALANTA +
L'entrata garantita da Retegui: comprato per 21 milioni, venduto per 68 milioni. Altra maxi-plusvalenza, dopo Romero, Hojlund e Koopmeiners. Esistono le risorse, per puntare su Krstovic, come alternativa di Scamacca.

ATALANTA -
Lookman, con il folle azzeramento dell'Atalanta nel suo profilo Web, se dovesse rimanere, avrebbe Bergamo contro: ingrato. Senza Gasperini, con tutto il rispetto per Iuric, non si parte più da tante certezze, sul piano del gioco: è una scommessa per rimanere in alto.

BOLOGNA +
Italiano, giochista eccellente, ha scelto di rimanere, dove può ulteriormente perfezionare un progetto, dal quale è già scaturita una Coppa Italia. Ha perso Ndoye ma può contare su 8 candidati, per 3 ruoli di esterni-trequartisti, a partire da Orsolini (permanenza essenziale), Bernardeschi, Bowe, e Zortea, appena arrivati.

BOLOGNA -
Sartori ha messo insieme, nella sua carriera, 500 milioni di plusvalenze, ma Immobile serve, avendo già Castro e Dallinga?

FIORENTINA +
I pezzi pregiati, Comuzzo, Dodo e Kean, per il momento, non sono stati ceduti. Fondamentale anche l'apporto di De Gea e Gonsens, uomini-simbolo. Kean ha preferito Firenze all'Arabia: viva la qualità della vita!

FIORENTINA -
Occorre valutare l'integrità fisica del quarantenne Dzeko. Si parte dal peso di 24 anni senza un trofeo, solo sfiorato in Europa. Pioli (importante ritorno) sta motivando la squadra, in tal senso.

INTER +
Anche senza Lookman, la rosa offensiva resta ottima, con Lautaro, Thuram, Bonny ed Esposito.

INTER -
Si è atteso troppo tempo, inseguendo prima Leoni, e poi Lookman. Resta in piedi il problema dello svecchiamento della difesa. Peccato non avere pensato a Coppola, per circa 10 milioni.

JUVENTUS +
La squadra titolare c'è, con 9 giocatori dell'anno scorso, più 2 nuovi acquisti. David, mai sceso sotto i 25 gol, negli ultimi 3 anni, a parametro zero, appare un buon affare. In arrivo Molina, O'Riley e Zegrova.

JUVENTUS -
La rosa, dietro la squadra titolare, è ancora insufficiente. Troppo estenuante la ricerca di Kolo Muani. La necessità di vendere Douglas Luiz e Gonzalez ha superato l'esigenza di cedere Vlahovic.

LAZIO +
Sarri, anche senza potere muoversi sul mercato, ha una rosa tutt'altro che scarsa, da plasmare con il suo gioco assai propositivo.

LAZIO -
A centrocampo, Dele Bashiru non è ancora all'altezza di Guendouzi e Rovella. Ci saranno giocatori molto validi, come Tavares, costretti a cambiare posizione. Da esterno a tutta fascia, a difensore laterale, nel 4-3-3.

MILAN +
Mercato rivoluzionario, con 7 acquisti e 15 cessioni, per ovviare agli sprechi della scorsa stagione. Nonostante questo, il potenziale tecnico è di primordine. Leao centravanti è una piacevole sorpresa.

MILAN -
La qualità non deve compromettere, come nella scorsa stagione, l'equilibrio. È improbabile che possano giocare insieme i play maker Ricci e Modric, per cui diventa preziosa la diga-Fofana. Peccato non vedere subito Leao, infortunato, come centravanti.

NAPOLI +
La squadra era forte, ed ora appare ancora più forte, in vista della Champions League, con Beukema, Gutierrez, De Bruyne (grande affare, a parametro zero), Lang e Lucca.

NAPOLI -
Con il senno di poi... ma anche con il senno di prima, era eccessivo privarsi sia di Raspadori, sia di Simeone. Il grave infortunio di Lukaku ha reso ancora più evidente questo possibile errore.

ROMA +
Gasperini può inaugurare un ciclo, con la protezione di Ranieri, ma il popolo giallorosso deve avere pazienza, in caso di scivoloni iniziali. Negli anni 80, i padri degli attuali sostenitori seppero attendere i progressi dell'inedito calcio a zona di Liedholm.

ROMA -
I limiti del fair play economico impediscono affari d'oro, dopo avere speso, sovente male, circa 1 miliardo di Euro in appena 5 anni. In ogni caso, oltre a Wesley, dovrebbero arrivare gli esterni, indispensabili nel gioco di Gasperini.

TORINO +
Decisamente meglio il 4-3-3, rispetto al 4-2-3-1. L'attacco con Ngonge, Simeone (o Zapata, o Adams), e Vlasic, spostato a sinistra, apre discrete prospettive.

TORINO -
La logica di Cairo è sempre la stessa: realizzare molto, in uscita, e spendere poco, in entrata. Lo slogan, quindi, rimane: bi-ilancio sì, ri-lancio no. In questo momento, non si possono ipotecare miglioramenti, rispetto al centroclassifica.

16-8-2025
Carlo Nesti: "Juve: il segnale lanciato da una invasione di campo"

Il tifo, si sa, è la "fede laica" del paese. Fa piacere vedere, che almeno una parte dei sostenitori bianconeri (gli abbonamenti sono ancora pochi...) reagisce così, ad un momento difficile. Quando si pensa a 900 milioni di Euro, dopo 9 scudetti, polverizzati in 5 anni, è normale cominciare a stilare l'elenco di errori, ed orrori. Ma non serve a nulla piangere sul latte versato. Occorre concentrarsi sul presente. Intendo dire 11 giocatori competitivi, se non altro in campo nazionale, ma con alle spalle una rosa tutta da inventare, ad appena 10 giorni dall'inizio del campionato. Qualcosa come 12 elementi cedibili, dopo averne venduti solo 3, con un passivo, gravato dai riscatti, di oltre -50 milioni. Un'attesa per Kolo Muani troppo lunga, finalmente a lieto fine, al punto da rendere immobili su altri fronti. E casi di assoluto disadattamento mentale, prima ancora che tecnico, come Vlahovic e Douglas Luiz, curiosamente, proprio gli uomini-gol di ieri. Francamente, non ricordo tanti nodi da sciogliere, in 50 anni, a pochi giorni dal via. In bocca al lupo a Comolli, e ai suoi collaboratori!

11-8-2025
Carlo Nesti: "Perché gli imprenditori piemontesi non comprano il Toro di Cairo?"

Ferrero, Lavazza, De Agostini, Balocco, Zegna, Inalpi, Miroglio, Boglione, e altri. Quante volte i tifosi granata hanno sognato, che un grande imprenditore piemontese acquistasse il Toro! E, visto che non è avvenuto, perché non è avvenuto?
 
Il timore di mettersi in concorrenza con la Famiglia Agnelli (Fiat, o Stellantis = Juventus) è stata una ragione plausibile, fino a qualche decennio fa. Ma ora John Elkann non ha tempo neppure per la Juve... figurarsi per il Toro... Il motivo, casomai, è anche caratteriale.
 
Prendete l'imprenditore-medio lombardo. È molto meno ricco di quello piemontese, ma ha un culto della propria immagine nettamente superiore. Volgarmente: spende e spande. Non ha paura di esporsi, e rischiare. Urbano Cairo, allevato da Berlusconi, è un potenziale "lombardo".
 
L'imprenditore-medio piemontese, al contrario, e penso a quante risorse ci sarebbero nel Cuneese, non ha il culto della propria immagine, è parsimonioso, si nasconde, e non rischia.
 
Giovanni Ferrero è l'uomo più ricco d'Italia, con un patrimonio di 43,8 miliardi di Euro. Non correrebbe mai il pericolo, acquistando il Toro, di inimicarsi i tifosi/clienti di altre squadre. Molto meglio sponsorizzare i singoli campioni di altri sport, per i quali tifiamo tutti.
 
L'ultima generazione, in particolare, non ha la passione calcistica delle generazioni precedenti. Esistono attrazioni differenti, dalle applicazioni tecnologiche, alle discipline olimpiche. Di conseguenza, i tifosi “subiscono” la dimensione-Cairo.
 
Io ritengo, che debba esistere un compromesso fra il realismo economico, e la storia sportiva di un club. Non è romanticismo pretendere, che il calcio sia, comunque, qualcosa di diverso dalla mera gestione di un'azienda. E sapete perché?
 
Perché il tifoso non sarà mai, completamente, "cliente", come lo sport business imporrebbe. Il tifoso sarà sempre, in una rilevante percentuale, espressione passionale della storia di un club.
 
Se quel club, anche tanti/troppi anni fa, è stato glorioso, recitando un ruolo importante nella leggenda del pallone, il tifoso pretenderà, ad esempio, che un bilancio non valga più di un piazzamento favorevole in classifica. Così come, altrove, non sarà mai possibile convincere il sostenitore, che un centro commerciale vale quanto uno scudetto.
 
Se verrà meno, anno dopo anno, questo rapporto sentimentale fra tifoseria e dirigenza, fatalmente, la gente si allontanerà dalla squadra. Da una parte, sarà continuativa la contestazione, e, dall'altra, il sostenitore cesserà di essere "cliente", in termini di presenze allo stadio, e, soprattutto, davanti alla televisione.
 
Ecco, perché si deve fare molta attenzione, nel volere trasformare il calcio in un prodotto, perché a volte può funzionare, e a volte no, qualora il tifoso si sentisse tradito. È il grave pericolo, che corre, da anni, il Toro di Cairo, sul filo del rasoio.

7-8-2025
Carlo Nesti: "Il mio termometro del mercato: Napoli davanti a tutti"

I "più" e i "meno" del mercato, con le squadre in ordine alfabetico, per capire cosa va, e cosa non va. Lo stile è volutamente stringato, per rispettare i tempi ridotti di lettura del Web.

ATALANTA +
L'entrata garantita da Retegui: comprato per 21 milioni, venduto per 68 milioni. Altra maxi-plusvalenza, dopo Romero, Hojlund e Koopmeiners.

ATALANTA -
Senza Gasperini, con tutto il rispetto per Iuric, non si parte più da tante certezze, sul piano del gioco: è una scommessa per rimanere in alto.

BOLOGNA +
Italiano, giochista eccellente, ha scelto di rimanere, dove può ulteriormente perfezionare un progetto, dal quale è già scaturita una Coppa Italia.

BOLOGNA -
Sartori ha messo insieme, nella sua carriera, 500 milioni di plusvalenze, ma Bernardeschi e Immobile sono ancora utili, come titolari?

FIORENTINA +
I pezzi pregiati, Comuzzo, Dodo e Kean, per il momento, non sono stati ceduti. Kean ha preferito Firenze all'Arabia: viva la qualità della vita!

FIORENTINA -
Si parte dal peso di 24 anni senza un trofeo, solo sfiorato in Europa. Pioli (importante ritorno) sta motivando la squadra, in tal senso.

INTER +
Se dovesse arrivare Lookman, talento imprevedibile, la rosa offensiva sarebbe da urlo: Lautaro, Thuram, Lookman, Bonny ed Esposito.

INTER -
La difesa, non essendo arrivato Leoni, presenta ancora Acerbi (37 anni) e De Vrij (33 anni). Sono utili, ma non eterni: urge svecchiare.

JUVENTUS +
David, mai sceso sotto i 25 gol, negli ultimi 3 anni, a parametro zero, appare un buon affare, sia sul piano tecnico, sia sul piano economico.

JUVENTUS -
Vlahovic è il "blocca-sterzo" del "volante" Comolli. Nove titolari su 11, in ogni caso, sono quelli della scorsa stagione, si spera senza infortuni.

LAZIO +
Sarri, anche senza potere muoversi sul mercato, ha una rosa tutt'altro che scarsa, da plasmare con il suo gioco assai propositivo.

LAZIO -
Ci saranno giocatori molto validi, come Tavares, costretti a cambiare posizione. Da esterno a tutta fascia, a difensore laterale, nel 4-3-3.

MILAN +
La ricchezza tecnica del centrocampo, con Modric, Ricci e Jashari. La sintonia con Allegri potrebbe rivitalizzare Leao, donandogli continuità.

MILAN -
La difesa non è una sicurezza assoluta, con Tomori, Pavlovic e Gabbia, come non lo è l'attacco, per adesso, con il solo Gimenez.

NAPOLI +
La squadra era forte, ed ora appare ancora più forte, in vista della Champions League, con Beukema, De Bruyne, Lang e Lucca.

NAPOLI -
Raspadori potrebbe andare all'Atletico Madrid, ma io non lo cederei: è l'unico attaccante, che mi ricorda sempre Pablito Rossi.

ROMA +
Gasperini può inaugurare un ciclo, con la protezione di Ranieri, ma il popolo giallorosso deve avere pazienza, in caso di scivoloni iniziali.

ROMA -
I limiti del fair play economico impediscono affari d'oro, dopo avere speso, sovente male, circa 1 miliardo di Euro in appens 5 anni.

TORINO +
Se arriva Simeone, si forma un'ottima rosa di attaccanti, a disposizione di Baroni, con l'argentino, il leader Zapata, e Adams.

TORINO -
La logica di Cairo è sempre la stessa: realizzare molto, in uscita, e spendere poco, in entrata. Lo slogan, quindi, rimane: bi-ilancio sì, ri-lancio no.

4-8-2025
Carlo Nesti: "Il manuale di sopravvivenza del tifoso bianconero"

Ho voluto preparare un "pro memoria" sugli aspetti principali, che occorre ricordare, a proposito del mercato della Juventus. Sono fattori già ben noti, ma, a volte, mescolati insieme, tanto da non riuscire più a capire, se nasce prima l'"uovo" o la "gallina". Chiamiamolo "manuale di sopravvivenza del tifoso bianconero", in questa estate così complicata.

L'ANALISI

Exor è una holding controllata dalle famiglie Agnelli-Elkann, proprietarie del 65 per 100 della Juventus. La società bianconera pesa, nel portafoglio, per appena il 3,4%, e cioè, apparentemente, poco. Inoltre, il brand Juventus resta un affare, con 250 milioni di simpatizzanti/clienti nel mondo (cifre da Google). In questo senso, il brand stesso dovrebbe pesare almeno quanto il brand Ferrari, ed essere rivalorizzato.

Però, John Elkann non è appassionato di calcio, nella misura in cui lo era il nonno, e, prima o dopo, deve rispondere al vari rami della famiglia, e ai soci. Oltretutto, è difficile dar torto a chi ti ha finanziato, dal 2021, per 900 milioni di Euro. Certo: si può obiettare che questi soldi sono finiti, nel dopo-Marotta, nelle mani sbagliate, proprio per colpa di chi ha scelto le persone, ma non si può tornare indietro.

Un anno fa, con Giuntoli, i capitali c'erano, ma sappiamo come è andata: 200 milioni in acquisti, dei quali sono salvabili solo Di Gregorio e Thuram. Adesso, invece, i “rubinetti” di Exor sono stati chiusi, e la Juve è in autogestione: prima vendere, e poi comprare. Capitò anche con Moggi, Giraudo e Bettega, vedi il caso della cessione di Zidane, per comprare Buffon, Thuram e Nedved. Tuttavia, esistevano ben altre competenze, ben altro potere, ben altri giocatori, e meno concorrenza estera (vedi Inghilterra e Arabia Saudita).

Siccome, a circa 20 giorni dall'inizio del campionato, su una decina giocatori da vendere, ne sono stati ceduti appena 3, è ovvio delineare uno scenario non esaltante. Una legittima speranza è legata al fatto di non ripetere le 250 giornate di assenza, accumulate dagli infortunati. Così, almeno, si potrà capire quanto valgono, sul serio, certi elementi, pagati a peso d'oro, perché è certo che fattori psico-fisici hanno pesato sull'intera annata.

Attualmente, nella formazione-tipo, appaiono ben 9 elementi della scorsa stagione, e sarebbe importante, da parte di Tudor, una maggiore variabilità di moduli tattici. Si può immaginare questo 3-4-2-1: Di Gregorio - Gatti, Bremer, Kalulu - Joao Mario, Locatelli, Thuram, Cambiaso - Conceicao, Yildiz - David. È una squadra, che può essere competitiva, a livello di primi 4 posti, in campo nazionale, perché, bene o male, lo è stata nello scorso campionato, in condizioni di assoluta emergenza. Molto più difficile, invece, sarà emergere, in chiave europea.

Altre notizie La scheda di Carlo Nesti
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