Bologna, De Silvestri: "Non mi aspettavo questa simbiosi con Italiano. Si è aperto un ciclo"

Il Bologna di Vincenzo Italiano sta proseguendo la preparazione alla stagione 2025-26, iniziata domenica con il raduno a Casteldebole e che da questa mattina sta proseguendo in quel di Valles (Rio Pusteria), dove i rossoblù saranno in ritiro fino al 26 luglio. Prima della seconda seduta di allenamento odierna (la prima si è svolta in mattinata alle ore 10), Lorenzo De Silvestri è intervenuto in conferenza stampa rispondendo alle domande dei giornalisti presenti in Trentino Alto-Adige. Queste le sue dichiarazioni.
Si aspettava di vivere una stagione come quella scorsa in questo momento della sua carriera? Che sapore ha questo ritiro per lei?
"Sono al ritiro numero 20 della mia carriera, ne parlavo prima con i compagni che scherzano sulla mia età. Sono contento di essere qui e sentirmi bene sia fisicamente sia mentalmente. In età matura riesci anche a goderti di più le cose e aver vissuto le ultime due stagioni all'età di 36-37 anni me lo fa apprezzare di più perché quando sei più giovane ti senti più spensierato e pensi che sia tutto più semplice, invece non è così. Sono molto orgoglioso di essere entrato nella storia del club e girare per la città e vedere le immagini mentre sollevo la Coppa Italia. Tutto bellissimo".
C'è stato un attimo in cui ha pensato a Mihajlović nel momento in cui sollevava la Coppa Italia?
"Io ripeto sempre che Sinisa è con noi, abbiamo la sua immagine stampata nella sala relax e lo vediamo sempre. MI capita di pensarci anche nel quotidiano, è stata un'esperienza di vita molto formativa. L'ho detto anche prima della conferenza alla vigilia della Coppa Italia: un pezzo di quel trofeo è anche suo".
Quanto ha giovato al gruppo il fatto che Vincenzo Italiano sia rimasto a Bologna?
"È sotto l'occhio di tutti che è importante partire con già una stagione alle spalle. Il mister ci ha dato tantissimo, non mi aspettavo che ci potesse essere una simbiosi così importante tra noi e lui. Conoscere già la sua filosofia di gioco è un valore aggiunto per questa stagione, poi ovviamente lo determinerà il campo".
Come ha trovato Ciro Immobile?
"Ci siamo conosciuti in Nazionale, poi purtroppo lui era presente quando mi sono rotto il crociato. È un ragazzo solare, si è messo subito a disposizione. Non parlo della sua carriera perché parlano i numeri incredibili che ha. Mi ha fatto piacere trovarlo subito inserito nel gruppo. Solo complimenti per lui, si integrerà benissimo. Io punto subito a capire il valore umano di una persona e lui si sta comportando benissimo".
Che ragazzo è Martin Vitik?
"Lo conosco pochissimo rispetto ad Immobile, ma mi sembra un ragazzo molto inquadrato. Ad oggi fa un po' fatica con la lingua ma ormai nel nostro spogliatoio si parla inglese e anche lui si integrerà benissimo. Vuole apprendere moltissimo e pur essendo giovane ha una bella carriera internazionale alle spalle. L'ho visto con la voglia di fare la differenza".
Dopo la qualificazione in Champions League di due anni fa e la vittoria della Coppa Italia della scorsa stagione, cosa si aspetta quest'anno?
"Bel punto di domanda. Credo che stiamo facendo un percorso che ha margini di miglioramento, ma da qui a dire che torneremo in Champions o che vinceremo trofei non lo so dire. Di sicuro questo è un ciclo che si sta stabilizzando su un determinato livello e questo deve essere un orgoglio per i bolognesi. L'intenzione è quella di portare avanti questo percorso".
Qual è la molla che ogni anno la spinge a spostare un po più in là l'asticella della carriera in campo?
"Me stesso. Mi creo degli obiettivi personali, piccoli o grandi che siano, e poi affronto day by day gli allenamenti con passione e sorriso che mi fanno sentire vivo. Fine quando starò bene fisicamente e psicologicamente non mi pongo limiti. Non sono il solo: vendesi l'inter con Acerbi o la Lazio con Pedro. Finché c'è questa integrità psicofisica affronto tutto con quella goliardia e freschezza che mi consentono di andare avanti. Poi me ne accorgerò io quando sarà tempo si smettere. Ogni fine stagione faccio un bilancio, club permettendo".
Qual è il messaggio che lancia al gruppo quest'anno?
"È un ciclo che parte da lontano e che secondo me è in crescita. Il Bologna è una squadra che sa quello che vuole. Il messaggio che lancio anche a me stesso è di rimanere come siamo: un gruppo di persone per bene, solari, che affrontano le partite con professionalità e con la giusta dose di goliardia e di essere più accoglienti possibili con i nuovi che arriveranno. Sicuramente ci saranno squadre che si rafforzeranno ma noi dobbiamo rimanere come siamo, anche perché le difficoltà sono dietro l'angolo, però quando non saremo al 100% dovremo rimanere concentrati con grande voglia di fare e di stare insieme".
Accetterebbe di rimanere fuori dalla lista Europa League come fu lo scorso anno per quella Champions?
"Si accettano sempre le decisioni. Tra l'altro mi ha portato bene perché ho giocato più della stagione prima. Anche altri finiranno fuori dalle liste, ma non sarà un problema. L'importante è che il Bologna faccia un bel percorso come fece lo scorso anno in Champions League. Poi se sarò dentro sarò felice mentre se sarò fuori darò il mio apporto in un altro modo. Il mister già lo sa".
Primo micro obiettivo di quest'anno?
"Portare mia figlia in campo. Nascerà a breve. Si chiamerà Lea, che significa Leonessa. Il nome lo ha scelto mia moglie che ha fatto il classico e mi è piaciuto tantissimo".
