Hellas Verona, il ds Sogliano: "Baldanzi era convinto di venire, la Roma ha detto no"

Si è chiuso un mercato intenso per l'Hellas Verona. Il direttore sportivo Sean Sogliano parlerà a breve in conferenza stampa per fare un punto sui giocatori entrati e usciti in questi mesi estivi.
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Ore 15.00 inizia la conferenza.
Cosa è successo con Baldanzi? E con Faivre?
"Gli ultimi giorni di mercato sono sempre abbastanza particolari, un po' tutti rincorrono i minuti e le ore. Delle operazioni di mercato le avevamo chiuse in settimana, poi volevamo capire se fosse possibile chiudere Baldanzi che poteva essere un valore aggiunto. Nei giorni precedenti c'era una buona possibilità di prenderlo, lui era convinto, veniva volentieri e questa è la cosa positiva. La notte precedente all'ultimo giorno di mercato c'è stata una dinamica che non riguarda la nostra società e quindi non mi permetto di giudicare, la Roma ha cambiato idea e non ha fatto uscire il giocatore in prestito. Faivre? Io sono testone e volevo capire se ci fosse la possibilità di prendere un giocatore simile a Baldanzi, per me era una operazione bella, ma era una cosa in più. Ma al di là di come sia chiusa, voglio giocatori che siano sicuri di venire all'Hellas, che vadano a dormire con la maglia del Verona. Visto che non lo era, è giusto che non sia arrivato".
Dal mercato degli svincolati può arrivare qualcuno? Gagliardini?
"Il nostro mercato lo abbiamo chiuso in base a come potevamo farlo. Nel mondo del calcio oggi poi non esiste più il mercato chiuso, abbiamo il vantaggio di avere posti in lista liberi, ma non vanno presi giocatori per forza, possono essere utilizzati come no. Se fra i giocatori disponibili oggi abbiamo un'idea che può essere utile per la squadra la valuteremo in questi giorni".
Squadra completa?
"Le squadre sono complete o meno in base a quello che dice il campo. Dopo Udine ho sentito parole belle, per una squadra nuova, parole incoraggianti. Poi c'è stata una sconfitta con una squadra che quando sta bene è superiore al Verona e ho sentito cose molto brutte e sul fatto che dovessimo giocare in Serie C. Le parole contano poco, dobbiamo lavorare tanto, conoscerci. Conta questo".
Ti immaginavi margine di manovra differente con Presidio Investors?
"Le aspettative quando si cambia proprietà ci sono da parte di tutti. In questo momento stiamo avendo difficoltà proprio per questo, con il cambio di proprietà tanti si aspettano cambiamenti economici di un certo tipo. Io non voglio fare l'avvocato di nessuno, ma da 3 anni - questa è la quarta stagione - per mia scelta sono orgoglioso di essere il ds del Verona, ho messo il Verona davanti a tutto, anche alla mia vita privata. Il Fondo Presidio ha detto che sarebbe stato l'anno più difficile della loro avventura, a livello di mercato non è cambiato tanto rispetto agli altri anni, la cosa più difficile era mettere su una squadra nuova, tanti giocatori abbiamo dovuto darli via e sostituirli, ma anche il fondo penso voglia dimostrare che vuole fare bene. La mia priorità è lavorare e dare il massimo per la squadra e i giocatori che sono venuti a Verona. Sta a noi decidere come andare avanti, se farlo uniti".
Conta solo l'ambito economico nelle difficoltà nel cambiare il passo sul mercato?
"Normale che ci siano proprietà americane in Italia che abbiano possibilità diverse, Presidio ha chiarito bene questo aspetto. Dal mercato sono arrivati giocatori che possono dimostrare di essere da Verona, singolarmente per me sono arrivati buoni giocatori. Abbiamo perso giocatori forti, ma sono arrivati giocatori forti. Se ne potevano prendere altri, sicuramente. Noi dobbiamo ora lavorare sul gruppo. Sul cambio di passo: noi abbiamo fatto quello che potevamo fare. Non sono preoccupato che il Verona abbia fatto poco, abbiamo fatto quello che dovevamo fare. Piuttosto vedo che altre società hanno fatto tanto, anche neopromosse, quindi per noi sarà ancora più dura e difficile. Per questo dovremo essere ancora più uniti cercando di fare una impresa".
L'arrivo saltato di Baldanzi era un segnale di poter alzare l'asticella. Questo ha oscurato quanto fatto sul mercato?
"Condivido in parte, ma Baldanzi aveva caratteristiche particolari, era un giocatore che sentivamo come una cosa in più per la voglia di venire da parte sua. Noi dobbiamo fare un anno di sofferenza, dobbiamo essere pronti a farlo. Dopo Udine però le sensazioni erano diverse per tutti i giocatori arrivati rispetto a Roma. Stiamo sul pezzo cercando di rimanere umili e affamati come il popolo gialloblu chiede".
Sulla vicinanza di Presidio Investors: i proprietari avevano detto subito di sì per gli ultimi giocatori che sono saltati, tempestivamente?
"Sì, prima degli ultimi giorni di mercato c'era un continuo parlarsi. Per Baldanzi è stata la Roma a cambiare idea, così come per Faivre è stato il giocatore a dire sì e poi ripensarci. Va bene così: vogliamo giocatori convinti di venire qui".
Sulla formula per molti giocatori arrivati in prestito?
"Queste formule qua su certi giocatori cerchiamo di prenderli in prestito così abbiamo un anno di tempo per capire se sono quelli giusti. L'importante è avere anche l'opzione".
Le ultime partenze: Mitrovic e Braaf?
"Mitrovic è un bravissimo ragazzo, anche un ragazzo che può fare bene. Non si può lavorare su tutti al 100%. C'è stata questa proposta, non possiamo tenere tutti. Su Braaf: è un grande talento, ha fatto degli errori, non abbiamo più tempo. Gliene diamo uno ai giocatori poi non c'è tempo".
La crescita di Fallou Cham ha influito sulla scelta di non prendere un nuovo giocatore a destra?
"Quello che ha fatto vedere questo ragazzo in ritiro è stata una grande sorpresa, lo avevamo preso come aggregato alla prima squadra, ma che doveva fare la spola con la Primavera e la prima squadra. Poi è partito in ritiro in 15-20 giorni ha fatto un miglioramento importante. Bisogna lasciarlo tranquillo, ma ha giocato nella Scafatese in Serie D, sa cosa vuol dire dover fare risultato, non ha giocato nella Youth League, si capisce la differenza, amo chi arriva dal basso. Merita una chance, gliela stiamo dando. Non è arrivato un altro giocatore perché è arrivato anche Belghali, ha personalità, è offensivo, serve qualche chilo poi sai quando tiri di qua e tiri di lò coperta è un po' corta. Abbiamo dato fiducia a questo ragazzo e abbiamo altri ragazzi che possono adattarsi in quel ruolo".
Giovane: cosa si aspetta e come lo ha scoperto?
"Nell'ultimo anno e mezzo abbiamo provato a prenderlo in ogni finestra di mercato. Con il Corinthians era ancora sotto contratto, poi è andato a scadenza, i suoi agenti sono stati corretti visto che avevano parlato con noi per primi e hanno messo il Verona come priorità. Il ragazzo è un giocatore che ha potenzialità, è un ragazzo perbene, a posto, vuole affermarsi nel calcio italiano".
Sul rinnovo di Montipò, arrivato un po' tardi? Fallou Cham come lo ha scoperto?
"Fallou: abbiamo una rete scouting di bravi professionisti, siamo andati a vederlo e seguirlo, poi è stato convocato nella rappresentativa di Serie D e abbiamo potuto rivederlo ancora e siamo stati bravi a prenderlo noi. Montipò: il contratto è stato fatto, abbiamo bisogno che faccia prestazioni buone, ci servono, averlo fatto una settimana prima o dopo non conta".
Non ha whatsapp, ma ora lo ha scaricato?
"Sono obbligato, si lavora più all'estero che in Italia (ride, n.d.r.)".
Sulla scelta di lasciar partire i veterani, che facevano anche spogliatoio?
"Dawidowicz ha fatto una scelta personale, per me ha fatto un errore ma è giusto che ognuno scelga personalmente. Duda: scelta sua, abbiamo provato a trattenerlo. Darko è un ragazzo perbene, abbiamo deciso di non proporgli un altro anno di contratto, lo avevamo già fatto l'anno scorso e nell'ultima stagione non aveva giocato tantissimo. Faraoni ha giocato pochissimo l'anno scorso, in quello prima era a Firenze, giocando poco è normale che una società prenda decisioni quando un giocatore non gioca. Faceva spogliatoio? Sì, ma devono anche giocare, altrimenti gli facciamo fare l'allenatore in seconda".
Perché si fa così fatica a trovare dei profili italiani?
"Non pensiate che non ci pensi. Prendi le 20 squadre italiane di A: trovatemi un giocatore italiano che il Verona possa prenderlo. Il coefficiente di rischio di prendere un giocaotre che non abbia mai giocato in A c'è, ma va anche detto che ci piace crescere i giocatori in casa. Solo che poi quelli che abbiamo tirato su come Coppola, Ghilardi, Zaccagni, Kumbulla abbiamo dovuto anche venderli. Questo problema lo deve risolvere chi è nella stanza nei bottoni. Se mettono 5 giocatori obbligatori italiani allora cambiano le cose. Se guardate le altre squadre, chi ne ha magari in alcuni casi ne ha 2 o 3, guardate Genoa e Udinese. Anche io amo l'Italia e sono italiano e vorrei prendere italiani".
Un'operazione alla Baschirotto per esempio non era possibile?
"Ecco, hai fatto l'esempio giusto, ma gli esempi si contano sulle dita di una mano".
Ore 15.50 finisce la conferenza stampa
