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La Roma di Pallotta non esiste più

La Roma di Pallotta non esiste piùTUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
domenica 28 febbraio 2021, 07:00Serie A
di Dario Marchetti

Qualche giocatore è rimasto, ma con la ‘morte’ del progetto Tor Di Valle possiamo dire che la Roma di James Pallotta non esiste più. “E’ stato rovinato da qualche cog****e” ha tuonato su Twitter l’ex presidente giallorosso dopo l’annuncio dell’impossibilità di proseguire con il progetto nato nel 2012 e che avrebbe dovuto regalare al club un impianto di proprietà. Immediata la risposta dei tifosi con uno striscione. “Stai zitto” si è letto in città ieri e poi ancora “mera utilizzatrice”, due parole che fanno riferimento alla semestrale pubblicata dalla Roma e che indicavano come la nuova presidenza non avrebbe detenuto la proprietà del nuovo stadio, ma ne avrebbe solo usufruito. I Friedkin ora, com’è stato per altre aree del club, hanno deciso di ripartire da zero. Lo stadio farà parte del core business del progetto a medio-lungo termine, ma completamente diverso rispetto a come era stato disegnato da James Pallotta. Non più il business park intorno con uffici da affittare (il Covid ha aperto nuovi scenari come quello dello smartworking) e addio anche all’impianto da 60 mila spettatori. Ne bastano 40 come per l’Allianz Stadium. Il nuovo progetto poi dovrà essere integrato nel contesto cittadino e green, quest’ultimo un aspetto a cui tiene molto la nuova proprietà.

Lo stadio, però, è stata solo l’ultima tessera di un puzzle azzerato e ricominciato da capo. Già, perché la rivoluzione silenziosa dei Friedkin prosegue e tutte le connessioni con la Roma riconducibile a quella di Pallotta stanno venendo meno. Sono andati via manager come Petrachi, Baldissoni, Zubiria per far spazio a Tiago Pinto, Stefano Scalera e in ultimo Maurizio Lombardo, nuovo Cfo del club. Manca ancora qualche tassello, ma da qui a giugno la Roma si sarà trasformata a immagine e somiglianza dei suoi nuovi proprietari, sempre presenti a Trigoria e pronti a portare il loro hub finanziario nella Capitale da Londra. Altro segnale di quanto si voglia risvegliare quel “gigante addormentato” di nome Roma.

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