L'impresa del Monaco e la riabilitazione di Kovac: il tecnico croato è rinato nel Principato

Per capire la grandezza dell'impresa del Monaco ieri sera contro il Paris Saint-Germain, basti pensare che solo una volta nella storia del PSG di proprietà qatariota una squadra è riuscita a batterla sia all'andata che al ritorno. Per la cronaca fu il Nancy, stagione 2011-12: erano gli albori della nuova proprietà, che stava ponendo le basi per la costruzione di una squadra stellare. Insomma, se 9 anni fa c'era ancora il cartello "lavori in corso", stavolta parliamo di un'impresa ai danni di una finalista di Champions League, che proprio da quella doppia sconfitta contro la squadra della Lorena ha iniziato a cannibalizzare la Ligue 1, vincendo tutti i campionati dal 2012 al 2020. Tutti, eccetto uno: il 2016-17 che, indovinate un po', lo vinse il Monaco.
LA RIABILITAZIONE DI KOVAC - La squadra del Principato è ufficialmente tornata a sedersi al tavolo delle grandi. Quarta in classifica a sei punti dal Lille capolista, zona Champions distante soli due punti. Si torna a respirare l'aria buona dopo una serie di stagioni mediocri. Ed è innegabile la mano di Niko Kovac su questa rinascita tecnica. Che per il tecnico croato sa anche di rivincita, dopo l'addio a stagione in corso al Bayern Monaco, trasformatosi in squadra pigliatutto con l'arrivo di Hansi Flick.
IL TITOLO ALL'EINTRACHT, 30 ANNI DOPO - Il lavoro che Kovac sta facendo al Monaco ne sta riabilitando l'immagine riportandola alla sua dimensione: perché se il Bayern ci aveva puntato è perché ci aveva visto lungo. Parliamo di un tecnico che ha portato un titolo all'Eintracht Francoforte dopo 30 anni di digiuno. Una Coppa di Germania vinta in finale contro quel Bayern che l'aveva già preso ma verso il quale non si è fatto problemi a giocarsi la partita fino in fondo. Non è un caso che in riva al Meno abbia lasciato ricordi dolcissimi.
COSA NON HA FUNZIONATO AL BAYERN? - L'esonero a novembre della seconda stagione ha oscurato il lavoro fatto in Baviera, i fatti però dicono che in un anno ha conquistato tre titoli: Bundesliga, DFB-Pokal e Supercoppa di Germania. Qualche settimana prima dell'esonero è stato protagonista di una vittoria clamorosa sul campo del Tottenham: 7-2 a Londra, in panchina per gli inglesi Mauricio Pochettino, battuto nuovamente ieri sera. Più che i risultati, però, a Kovac è stato fatale il rapporto non idilliaco con alcuni senatori. Non è nemmeno difficile immaginare chi, a giudicare dalle dichiarazioni post-esonero e dalle prestazioni: Thomas Muller e Jerome Boateng su tutti.
IL PROFILO GIUSTO PER PETROV E MITCHELL - Il vicepresidente del Monaco Oleg Petrov e il direttore sportivo Paul Mitchell, hanno apprezzato di Kovac l'abilità a crescere e lanciare i giovani: Sebastien Haller e Luka Jovic sono due nomi di giocatori valorizzati a Francoforte, ma anche Mateo Kovacic con la nazionale croata Under 21. Il modo di lavorare, basato sulla costruzione delle squadre dal punto di vista atletico e caratteriale, è stato ritenuto perfetto per il nuovo progetto del Monaco. E i risultati immediatamente soddisfacenti: la squadra oltre a fare molto bene in campionato si sta distinguendo per un calcio brillante, offensivo. Atleticamente la squadra corre molto di più. E molti giovani sono in rampa di lancio.
DIOP, LA SCOMMESSA VINTA - Tra questi, citiamo prima di tutto Sofiane Diop. Ieri sera è stato lui, con un colpo di testa, a sbloccare la partita. Classe 2000, trequartista, è l'unico ad aver giocato tutte le partite. Lo lanciò Thierry Henry due anni fa, sembrava la classica promessa non mantenuta. Un anno in prestito al Sochaux e il rientro in questa stagione, destinato a giocare con le riserve. Kovac lo ha notato, lo ha promosso e lo sta valorizzando. È il creativo della squadra. E segna anche, siamo già a quota 6 reti. Gli altri da citare: in difesa Benoit Badiashile, che il club stava per vendere: Manchester United e Bayer Leverkusen lo hanno seguito, Kovac l'ha trattenuto e lo ha reso il pilastro della difesa. A centrocampo abbiamo Aurélien Tchouaméni, centrocampista box to box seguito anche dalla Juventus e prelevato per 18 milioni dal Bordeaux. Forma con Youssuf Fofana una coppia di centrocampo fisica e difficilmente superabile.
LA CAPACITA' DI ADATTARSI - Abbiamo parlato del calcio offensivo di Kovac, che ha conquistato anche la critica francese che ne ha apprezzato il coraggio nell'affrontare qualsiasi avversario. Col Paris Saint-Germain però ha capito che serviva usare un'altra strategia e ha avuto il merito di ingabbiare i campioni di Francia, portandoli ad avere sì il 75% di possesso palla, ma tirando in porta solo una volta. E Mbappé, straripante contro il Barcellona, non ha visto palla. Una partita perfetta che gli è valsa anche la palma di man of the match: premio che si da generalmente ai giocatori in campo e non agli allenatori.
LA COMUNICAZIONE - Carota e bastone, verrebbe da dire per cercare di sintetizzare il Kovac con i propri giocatori. Tecnico molto esigente, che mette tutti sullo stesso piano. E che al tempo stesso riesce a essere anche paterno. Le sue conferenze stampa non sono mai banali, anzi. E lo studio della lingua francese lo sta aiutando a inserirsi nel nuovo contesto. Per ora può bastare l'inglese e risultati alla mano (11 partite senza sconfitte in campionato) è evidente come il gruppo riesca a seguirlo senza problemi.
