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TMW RADIO - Lima: "La federazione di Andorra mi boicotta ma non mollo. Io sono la storia"

TMW RADIO - Lima: "La federazione di Andorra mi boicotta ma non mollo. Io sono la storia"TUTTO mercato WEB
© foto di Marco Conterio
martedì 23 marzo 2021, 19:06Calcio estero
di Dimitri Conti
Archivio Stadio Aperto 2020-2021
TMW Radio
Archivio Stadio Aperto 2020-2021
Ildefons Lima ai microfoni di Francesco Benvenuti
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Ildefons Lima, ex capitano della nazionale di Andorra, ha parlato in diretta a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini: "Mi hanno lasciato fuori di nuovo, continua questa serie... Mi sono lamentato degli allenamenti senza i tamponi, cosa che è stata fatta, e che iniziare un campionato amatoriale come il nostro non aveva senso. Quindi hanno deciso che il capitano della Nazionale non può essere presidente dell'assocalciatori e non si può lamentare contro la federazione. Eppure è un diritto che abbiamo nella Costituzione di Andorra: almeno il Guinness World Records non me lo possono togliere".

Chi le dà la forza di continuare nella battaglia?
"Io non mollo perché la gente è dalla mia parte. Dieci minuti fa parlavo con giornalisti della Polonia, perché quando gioca Andorra si parla più di quello che è successo a me rispetto al calcio. Questo mi dà forza. Sarebbe come se Sergio Ramos non giocasse in nazionale perché un dirigente gli dice che deve starsene zitto, ma non esiste al mondo! Qua ad Andorra capita. Nel Ministero dello Sport hanno uno della federazione, e non fanno nulla. Alcuni dei governanti di Andorra cercano di fare il meglio, ma non si può avere fiducia in delle persone che mi hanno inculato alla grande".

Da chi ha ricevuto sostegno?
"Intanto dai giornalisti sportivi spagnoli più importanti, ma anche da ex giocatori, come Capdevila, o l'associazione FIFPro. Il mondo dello sport mi sta aiutando nella difficoltà, litigare è sempre brutto: ho fatto una denuncia al tribunale d'Andorra perché mi stanno negando il diritto alla professione di calciatore. Purtroppo però la giustizia va molto piano. Cose del genere succedono in Corea del Nord, forse, anche se penso che lì i grandi sportivi siano rispettati. Io rappresento la storia di Andorra, non la stanno rispettando. La cosa peggiore è rubare del tempo a uno sportivo, soprattutto a chi ha difeso per 22 anni Andorra, che è dura: prendi bastonate e vinci poche partite, ma lavori per fare il meglio e portare il tuo nome in giro per l'Europa col massimo dell'orgoglio. Ma ora ci sono queste persone, che magari tra 2-3 anni non avranno più nulla a che fare col calcio, che si stanno comportando così: dovrebbero vergognarsi".

Le partite della selezione le guarda?
"Ne ho viste un paio, ma io faccio la mia vita. Per esempio stavolta dovrò allenarmi agli stessi orari: se posso, comunque, la vedo ma non divento matto. La cosa che succede a me è capitata a molti: una volta che lasci la squadra te ne freghi, tanto non ti trattano bene e non si crea nessun legame d'affetto. Da noi dovrebbe esserci una famiglia, invece sono quattro amici che comandano, e le cose non vanno. Se ne fregano: a loro i soldi dell'UEFA arrivano sia che vincano sia che perdano. Io ho 41 anni e la mia carriera sta per finire, ma penso ai ragazzi che oggi sono giovani. Per me è dura spiegargli che devono dare tutto per una federazione così. I giovani non rispettano i vecchi, e questi se ne sbattono di aiutarli: così non va, ma chi comanda se ne frega, sono orgogliosi e se dici qualcosa che non gli piace ti mettono da una parte. Non è l'Europa questa".

Le manca?
"Per me è sempre stato un orgoglio mettere quella fascia e rappresentare Andorra. La cosa che mi fa veramente arrabbiare è che al Governo permettano che per via di questa gente si parli male di Andorra".

Al ritiro ci pensa?
"Prima che capitasse tutto quanto avevo parlato con l'allenatore e ci eravamo messi d'accordo che avrei smesso al termine di queste qualificazioni per poi dare una mano in altri ambiti. Anche se a qualcuno non piace, io sono un ambasciatore di Andorra. Con questo casino invece non ho ancora deciso quando smettere: andrò avanti fino a che non ce la farò proprio più, non posso permettere questa storia, ho l'idea che devo smettere in campo con la mia nazionale, è giusto per la mia vita e la mia storia. Vorrà dire che faticheremo tutti insieme".

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