Guardiola vicino a prendersi una nuova pausa: "Dopo il City mi fermerò, è sicuro"

Pep Guardiola scuote il mondo del calcio con una dichiarazione che sa di fine di un’era. In un’intervista rilasciata alla rivista GQ Hype, l’allenatore catalano ha annunciato che, una volta conclusa la sua esperienza al Manchester City, si prenderà una pausa dalla panchina. Nessuna data precisa, ma le sue parole non lasciano spazio a dubbi: "Dopo questa tappa con il City mi fermerò. È sicuro, più che deciso".

Guardiola, che ha lasciato un segno indelebile in ogni club allenato, spiega che ha bisogno di ritrovare se stesso: "Ho bisogno di fermarmi e pensare a me stesso, al mio corpo". Non è la prima volta che il tecnico prende una decisione simile: era già successo quando lasciò il Barcellona o quando smise di giocare. In entrambi i casi, fu la mente - e non il fisico - a chiedergli di rallentare. "Credo di aver sempre saputo fermarmi al momento giusto. Anche al Barça dissi basta. Cercavo una nuova sfida", racconta. Stavolta non si tratterà di una decisione dettata dai risultati o dalle critiche, ma di una scelta personale e consapevole.

Guardiola ha anche riflettuto sull'ultima stagione complicata: "Quando vinci sei Premier League è umano avere un calo. Forse avremmo dovuto cambiare più giocatori". E sulle critiche: "C’è chi spera che io fallisca? Sicuro. Ma li accolgo con piacere. Viviamo in una società in cui tutto deve essere perfetto, dove ci sentiamo obbligati a condividere persino il cibo che mangiamo su Instagram. Dobbiamo dimostrare di essere felici ogni giorno. Ho fallito la scorsa stagione. Mi dispiace, ho perso. E allora? Non mi sono arreso. La scorsa stagione è andata così, ma domani è un nuovo giorno e ci riproverò".

Infine, ha anche parlato di uno dei talenti più promettenti del calcio spagnolo: "Penso che a Lamine Yamal dovrebbe essere permesso di andare avanti. E quando avrà giocato per quindici anni, decideremo se è stato il migliore. Lasciate che continui la sua carriera. Il fatto che lo paragonino a Messi è un fatto grave. È come paragonare un pittore a Van Gogh , e dire: 'Wow, non è male, è segno che è bravo'".