“È stata una sua idea”. La touch map di Acerbi: un solo tocco in area Barça. Quello giusto

Francesco Acerbi centravanti aggiunto, in gol all’ultimo secondo. Di tutte le emozioni di Inter-Barcellona, una partita che all’estero è stata definita la più bella degli ultimi decenni, il 3-3 ha rappresentato forse il momento più alto. Quello in cui San Siro, che dopo il gol di Raphinha non ci credeva più - e c’è chi, pentendosene, è uscito dallo stadio - è esploso in un urlo di gioia e di speranza, in vista di quello che sarebbe poi successo nei supplementari.
”È stata una sua idea”. Nel post partita, Simone Inzaghi ha spiegato come il dispiegamento offensivo di Acerbi - non nuovo a questo tipo di situazioni - non sia nato da un’indicazione tattica dalla panchina: "È stata un'intuizione di Francesco, era rimasto avanti e nessuno gli ha detto di tornare indietro”. Una mossa che certifica la sintonia tra l’allenatore e il difensore centrale, che del resto è stato uno dei pochissimi giocatori per cui Inzaghi si è davvero impuntato - fino a rischiare la rottura - nei tanti confronti di mercato con la dirigenza in questi anni interisti. Una mossa di cui nessuno si è pentito.
La touch map di Acerbi è poesia. A sintetizzare più di qualsiasi altro elemento l’azione chiave della partita, c’è il puntino nell’area di rigore del Barcellona. Acerbi, evidenzia la mappa della BBC - più dettagliata delle varie heat map, che certificano la presenza geografica ma non il contatto col pallone - ha toccato 46 palloni in tutta la partita. Uno solo negli ultimi sedici metri blaugrana. Ma è stato quello giusto.
