Il grande limite della Roma di Fonseca: perfetta con le piccole, sbagliata con le big

Tre punti nei confronti con le sette squadre attualmente in zona Champions League. È il magro bilancio della Roma di Paulo Fonseca, in qualche modo uscita dalle rapide del derby e dello Spezia, ma finita sotto schiaffo a Torino. Il 2-0 incassato sabato riapre infatti gli interrogativi sulla formazione giallorossa, che a un certo punto della stagione sembrava persino poter insidiare la griglia scudetto e oggi invece ne pare irreparabilmente fuori. Non che la qualificazione Champions sia un obiettivo da buttare via: è che la Roma ha mostrato in altre fasi una continuità invidiabile persino dal Milan.
Piccola con le grandi, grande con le piccole. Il rovescio della medaglia, difatti, è che la squadra di Fonseca con le formazioni sulla carta inferiori non abbia sbagliato nulla. Letteralmente: i giallorossi hanno vinto tutti i confronti con avversarie che si trovino oggi dal decimo posto in giù. Un ruolino di marcia per certi versi impressionante, se si considera che neanche le prime tre possono dire altrettanto: il Milan ha pareggiato con Parma e Genoa; l’Inter è stata sconfitta dalla Sampdoria, nonché fermata da Parma e Udinese; la Juve ha sperperato punti tra Fiorentina, Benevento e Crotone. È un punto di forza per la Roma, che poi si perde nelle difficoltà dei big match. Una fotografia corale, ma riflessa anche nei casi singoli. Uno su tutti: il vice-Dzeko non più vice, Borja Mayoral. Devastante in provincia e spento alla corte dei grandi. Su queste montagne russe, è difficile sognare in grande se le grandi non le batti mai.
