Salernitana. parte del trust convince la FIGC. Ora palla alla CoviSoc

Parlare di bocciature significherebbe fare allarmismo ingiustificato, altrettanto sarebbe prematuro scrivere che la Salernitana sia già certa di partecipare al prossimo campionato di serie A. In questo clima di grande confusione, con notizie che si rincorrono e una tifoseria che non meritava tutto questo, arrivano le prime indiscrezioni da Roma. Stando a quanto raccolto dalla redazione di TuttoSalernitana, infatti, il presidente Gabriele Gravina e l'intera Federazione continuano a lanciare segnali d'apertura. Nessuna preclusione nei confronti della Salernitana, non solo per tutelare il merito sportivo e il blasone della piazza, ma anche e soprattutto per evitare ricorsi infiniti e un'estate in tribunale, con il rischio sospensiva da parte del TAR e a tante altre squadre che rivendicherebbero i propri diritti. Ma il nuovo trust soddisfa tutti i requisiti? Anzitutto la stima della società passa da 80 a 45 milioni di euro. 30 per il marchio, 15 per parco giocatori. Una cifra ritenuta accessibile, sotto questo aspetto la perizia è ritenuta soddisfacente e, entro tre settimane, sarà messo nero su bianco dai trustee. C'è poi la vicenda dell'amministratore unico Marchetti: era stato "consigliato" di scegliere una figura diversa per i noti rapporti d'amicizia con Lotito, ma Marchetti ha firmato una documentazione (assumendosi grosse responsabilità) in cui certifica che, dall'iscrizione in poi, non avrà più alcun tipo di contatto con la Lazio e con il suo presidente. Si era chiesto di scegliere uno o tre trustee, su questo non c'è stata intesa e...hanno ragione entrambi. La FIGC, perchè chiedeva un percorso più snello. La Salernitana che, avendo due azionisti, ritiene sia giusto far capo a due professionisti diversi. Uno solo, però, con potere decisionale in caso di contenzioso.
E così il nocciolo della questione non è più la terzietà della società rispetto alla Lazio quanto il piano finanziario presentato dal club. Trenta pagine di bilanci, previsioni e proiezioni, al punto che la FIGC riconosce la complessità della materia e chiede alla CoviSoc di scendere in campo con una relazione da inviare entro il 7 per arricchire il dibattito in Consiglio Federale. Fumata grigia tendente al bianco? Può darsi, con il buonsenso che prevarrebbe. Va rimarcato un aspetto fondamentale: i bilanci della Salernitana sono perfettamente in regola, addirittura in attivo e con crediti di 4-5 milioni che arricchiranno il già cospicuo fondo cassa. Se aggiungiamo, a queste cifre, i 5-6 milioni immediati per i diritti televisivi, il milione di euro che arriverà ad agosto per una sponsorizzazione chiusa, i certi incassi al botteghino e i 2,7 milioni che ogni mese verranno garantiti dalle tv si può pensare, senza timore di smentita, che soffermarsi troppo sulla questione sarebbe una forzatura. Fino a fine dicembre, quando per 40-45 milioni la Salernitana dovrà essere necessariamente venduta, c'è liquidità più che sufficiente per allestire una buona rosa e organizzare tutto nel migliore dei modi.
In caso di bocciatura ci sono due strade: ulteriore proroga fino al 15 luglio per limare gli ultimi dettagli (il 9 scade l'offerta di Andrea Radrizzani) o immediato ricorso al Collegio di Garanzia del CONI. C'è poi la domanda che tutti si pongono: che fine farebbe la Salernitana in caso di malaugurata esclusione? Balata ha già detto che "per me la B l'ha vinta e i granata non faranno parte del campionato cadetto", non ci sarebbe motivo per iscriverla in Lega Pro. Ipotesi dilettantismo? Sarebbe un caso mondiale, così come la mancata partecipazione a tutti i campionati perchè, in fondo, la Salernitana non è fallita nè retrocessa ma semplicemente esclusa dal torneo di competenza. Un caos clamoroso, generato da una regola piena di falle. La multiproprietà, lo ribadiamo, non era un problema. La strada si è messa in salita per la scelta di Lotito di affidarsi a questo trust, con tutti i rischi del caso. I tifosi restano col fiato sospeso, ma è necessario mantenere l'ottimismo.
