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TMW RADIO - Bergomi: "Mondonico voleva che allenassi. Sensi non gioca? Ci pensa Mancini"

TMW RADIO - Bergomi: "Mondonico voleva che allenassi. Sensi non gioca? Ci pensa Mancini"
lunedì 29 marzo 2021, 18:40Serie A
di Dimitri Conti
Archivio Stadio Aperto 2020-2021
TMW Radio
Archivio Stadio Aperto 2020-2021
Giuseppe Bergomi intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'ex difensore Giuseppe Bergomi, commentatore di punta di Sky Sport, è intervenuto in diretta a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio. L'intervista inizia da un ricordo di Mondonico a 3 anni dalla scomparsa: "Era un amico, siamo tutti e due della bassa milanese e so da dove è partito, la carriera straordinaria che ha fatto. Era amico anche di mio fratello, umanamente straordinario e un esempio per tanti".

Un aneddoto particolare?
"Aveva la sua cascina dove tagliava il salame e invitava gli amici... In quelle situazioni mi diceva sempre di provare a fare l'allenatore ma alla fine sono rimasto nella zona di comfort a far l'opinionista (sorride, ndr). Una delle ultime volte l'avevo visto al centro tumori, poi sono andato al funerale. Bella persona, e con lui la famiglia".

Un giudizio sulle prime uscite dell'Italia nel girone di qualificazione ai Mondiali?
"Se ragioniamo con quello che si è visto prima sembra che qualcosa non quadri, perché si vedeva una specie di club, con un'identità riconoscibile. E c'è ancora, sono solo stanchi, come dice Mancini. Non dimentichiamoci cosa stiamo vivendo, il calo è fisiologico ma si vede sempre la mano dell'allenatore, e nelle difficoltà la cosa più importante è stata trovare la vittoria".

Come spiegarsi il fatto che diversi giocatori vadano meglio nell'Italia che nel club?
"Questo andrebbe chiesto a Roberto. Abbiamo fatto tanti anni insieme in Nazionale, e lui nel club andava benissimo, meno in Nazionale. Invece lui oggi fa il contrario: c'è Sensi che non gioca? Lo butta dentro! Si sentono tutti valorizzati, tutti importanti, è questa la trasformazione. Guardate Chiesa come è attaccato alla maglia... Dobbiamo però aspettare qualche avversario che ci faccia capire meglio il nostro valore: siamo molto forti, ma ci manca il confronto con certe nazionali".

Giusto che debbano avere un obiettivo?
"Lo stesso ct l'anno scorso diceva di voler partire per vincere, e ha ragione. Roberto ha questa consapevolezza e vuole trasmetterla: per questo vorrei vedere amichevoli con squadre come Germania e Inghilterra, anche se per esempio l'Olanda l'abbiamo battuta. Per me possiamo stare in alto, anche se per certi gradini ci vogliono più componenti, ma noi ci siamo".

Qual è il problema dell'Under-21 azzurra, più che altro dei suoi singoli?
"La settimana scorsa parlavo con Viscidi della costruzione dal basso, e anche loro in Nazionale danno questo input. Non so se poi arrivando all'Under-21 emerga la fatica dove una volta si dominava: rispetto alla prima squadra si fa un gioco più conservativo, forse capendo anche i limiti che ci sono. C'è comunque voglia di fare risultato e faticare, come visto con la Spagna. Il tema è bello ma non saprei rispondere".

Chi può fare il salto?
"La rosa di Mancini è già molto ampia, anche se mi concentrerei sul centrocampo: è forte, ma non fisico. A me sta impressionando Pobega, ha il cambio di passo e può essere una soluzione diversa rispetto a quanto hai a disposizione. Sta facendo vedere belle cose".

Il retaggio che i '99-2000 non siano pronti dovrebbe lasciare l'Italia?
"A 21-22 anni non si è più giovani, dovrebbero essere pronti. Si è giovani a 18-19 anni... Mi ricollego a quanto dicevo con Viscidi: talento e giocatori ne abbiamo, ma serve il coraggio di farli esordire e giocare. Bastoni nell'Inter sta facendo bene, anche Chiesa nella Juve così come Pellegrini a suo tempo nella Roma. Ci mettiamo sempre un po' di più rispetto agli altri per valorizzare questi ragazzi".

Giocare così spesso può incidere sui prossimi Europei?
"No, non ci credo. Alla lunga i valori verranno fuori, le nazionali migliori usciranno: ci potrà essere magari una sorpresa, e una squadra che in tal senso mi sta piacendo è la Danimarca, ha tanti giocatori e soluzioni in tutti i reparti".

Cosa ne pensa di quanto detto da Allegri?
"A me la sua filosofia e come interpreta il calcio piace. Poi voi non sapete, ma siamo andati avanti fino alle 2 di notte, abbiamo dovuto mandarlo a casa! Ha voglia di rientrare, si è aggiornato e sta guardando partite. La sua forza è nella gestione delle situazioni: se si accorge che deve allenare lo fa, è uno che sa fare tutto. Gli auguro di rientrare al più presto, Italia o Europa".

Cosa ne pensa della lettera di dimissioni di Prandelli?
"Voglio bene a Cesare. Vi racconto: avevo appena smesso di giocare e sono stato una settimana con lui al ritiro del Parma. Con me è stato gentilissimo... Capisco le difficoltà, tutti noi le viviamo. Siamo in un mondo caratterizzato dai social, spesso un ricettacolo di cattiverie e maleducazione. Cesare è una persona sensibile, che ama la sua città e quello che sta facendo: lo capisco, mi viene da stargli vicino ed abbracciarlo".

Si stanno perdendo i difensori marcatori di una volta?
"Dobbiamo pensare sempre che prima devi fare il difensore. Se poi hai anche qualità importanti nel possesso e consolidamento del palleggio ancora meglio, io sono ancora per i Chiellini e gli Acerbi. Ma anche i Bastoni! Sa marcare, è giovane e può crescere tantissimo: li abbiamo i giocatori così. Mi viene in mente la fisicità di Lovato, che a Verona non ha paura di giocare uno-contro-uno: può essere anche lui un marcatore del futuro. Una linea come Skriniar-De Vrij-Bastoni è perfetta, se poi trovi uno un po' più veloce nei tre ancora meglio! Ci vorrà tempo ma troveremo i nuovi difensori".

Chi rischia tra le big in ottica Champions?
"Finché non togliamo l'asterisco da Juventus-Napoli non ne veniamo fuori... Lì possiamo capire tanto. L'Inter non dovrebbe avere problemi, il Milan ha un buon vantaggio, l'Atalanta di solito nel finale da dei filotti mentre Roma e Lazio sono un po' più indietro, ma occhio...".

Se la Juventus arriva quinta conferma Pirlo?
"I dirigenti stanno mandando messaggi di compattezza, sapendo delle difficoltà che avrebbero avuto. Però sei sempre la Juve, e secondo me dipende da come finisce la stagione. Dire che va bene arrivare quinti è difficile, eh... A fine stagioni trarranno le loro conclusioni, io per esempio non pensavo lasciassero andar via Sarri dopo aver vinto lo Scudetto".

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