Benfica, il mercato più caro della storia. Ma le spese per gli intermediari sono al 2%

Il Benfica ha chiuso la sua sessione di mercato estiva con un investimento record, il più alto nella sua storia, e questo è stato l'ultimo atto sotto la direzione del ds Rui Pedro Braz, che sta per lasciare il club. La strategia, elaborata insieme al presidente Manuel Rui Costa, si è concentrata su trattative dirette e personali con agenti e club, riducendo al minimo le spese per gli intermediari. Scelta, questa, in netta controtendenza con quello che è il panorama internazionale del mercato. Italia compresa.
Il totale delle operazioni, sia in entrata che in uscita, scrive A Bola ha raggiunto un incredibile 298,1 milioni di euro. Di questi, solo 8,2 milioni di euro sono stati spesi in commissioni di intermediazione, il che rappresenta solo il 2,7% del totale. Questo dato è davvero significativo e dimostra l'efficacia della strategia adottata dal club.
Per quanto riguarda le uscite, ben 39 giocatori hanno lasciato la società, portando a casa 161,3 milioni di euro. Tra le cessioni più importanti ci sono Álvaro Carreras al Real Madrid per 50 milioni, Orkun Kökçü al Beşiktaş per 30 milioni, Florentino Luís al Burnley per 26 milioni e Kerem Aktürkoğlu al Fenerbahçe per 22,5 milioni. A queste si aggiungono 8 prestiti, 14 cessioni con comproprietà e altre uscite tra contratti in scadenza e risoluzioni.
Sul fronte degli acquisti, il Benfica ha investito 136,8 milioni di euro per portare a casa nove nuovi giocatori. Anche in questo caso, la politica sulle commissioni è stata molto rigorosa, con solo 1,2 milioni di euro destinati agli intermediari, che rappresentano lo 0,8% dell'investimento totale.
I colpi principali includono Richard Ríos dal Palmeiras per 27 milioni, Ivanović dall'Union Saint-Gilloise per 22,8 milioni e Lukebakio dal Siviglia per 20 milioni. Tuttavia, l'investimento più significativo è quello legato a Sudakov, arrivato dallo Shakhtar, il cui costo complessivo potrebbe arrivare a 32 milioni di euro con i bonus.
