Brych ammette: "Arbitrare Neymar non era facile ma sapevo riconoscere le simulazioni"

Il calcio è pieno di protagonisti e anche gli arbitri diventano spesso figure centrali. Tra i fischietti più conosciuti in Europa c’è sicuramente Felix Brych, che ha lasciato un segno indelebile nel panorama internazionale. Con una carriera di oltre 20 anni, il tedesco ha arbitrato numerosi match, tra cui la finale della Champions League 2017 tra Juventus e Real Madrid.
In una recente intervista con la rivista Focus, Brych ha rivelato alcuni dettagli inediti riguardo la sua carriera, in particolare il suo approccio quando arbitrava giocatori come Neymar. L'ex arbitro ha raccontato come riconoscesse quando il brasiliano stava simulando: "Più lui si contorceva per il dolore, più lasciavo continuare il gioco". Secondo Brych, chi soffre veramente per un dolore si stende a terra immediatamente, mentre chi simula tende a girare senza fermarsi.
Brych ha poi parlato dei vantaggi portati dalla tecnologia e dal VAR, che hanno reso il suo lavoro più preciso e complicato per i giocatori che cercano di ingannare l'arbitro. Brych, che si è ritirato al termine della scorsa stagione, ha spiegato che lasciare l’arbitraggio è stato come una "liberazione", dopo anni di sacrifici. Ora, lontano dal fischietto, può godersi le partite con maggiore serenità. "Ho vissuto una carriera fantastica, ma ora è il momento di fermarmi e godermi il calcio da un’altra prospettiva", ha concluso.
