Bari, Caserta sincero: "Conte il mio faro. Verreth? Gli è successo un fatto innaturale"

"Chi è il mio collega faro? Me ne sono capitati di bravi, ma faccio un solo nome: Antonio Conte. L’ho avuto pochi mesi nell’Atalanta. Era molto giovane ma aveva fatto già qualcosa di importante, proprio a Bari. Si vedeva che sarebbe diventato un top. Sempre sul pezzo, carico. Vive in modo viscerale la partita". Non può dimenticare l'incrocio avuto in carriera con Antonio Conte il tecnico del Bari, Fabio Caserta, come ha raccontato nell'intervista a Gazzetta.it.
Lasciato il Catanzaro, lo scorso giugno Caserta è approdato al Bari. E ha già le idee chiare su cosa voglia ottenere: "Voglio un gruppo solido, unito. Che faccia tornare l’entusiasmo in una piazza affamata di calcio. Ma riesci a riempire lo stadio, solo attraverso fatti e prestazioni". Poi si è preso un momento per elencare quali siano le favorite per la promozione in Serie A: "Apro una mano: Palermo, Modena e le tre retrocesse. Ma in campo non vanno i soldi. Non conta quanto hai speso, ma ciò che riesce a creare una squadra".
Gli investimenti compiuti dalle varie forze della cadetteria però sono in dislivello: "Il Palermo è fuori categoria, il Bari e le altre cercano di fare gli investimenti giusti. Ma, ne sono convinto, non sempre vince chi spende di più. Due anni fa il Bari non ha speso vagonate di soldi, eppure sfiorò la promozione di un nulla". Invece una vicenda ha scosso terribilmente Caserta e Verreth, ossia la perdita del figlio: "Gli è successo un fatto innaturale. Gli saremo sempre accanto, per qualsiasi cosa", chiosa il tecnico di 46 anni.
