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esclusiva

Il fischietto rosa (e italiano) conquista Wembley: Manuela Nicolosi si racconta

ESCLUSIVA TMW - Il fischietto rosa (e italiano) conquista Wembley: Manuela Nicolosi si racconta
venerdì 7 aprile 2023, 19:00Serie A
di Gaetano Mocciaro
fonte ha collaborato Claudia Marrone

Romana di nascita, fiorentina d'adozione. Ma appartenente alla classe arbitrale francese. Manuela Nicolosi ha fatto parte della terna arbitrale tutta al femminile, assistente di Stephanie Frappart assieme a Michelle O'Neill nella prima a dirigere una finale UEFA maschile come la Supercoppa europea del 2019. Ed è fresco il nuovo traguardo, quello della Finalissima a Wembley fra le nazionali femminili di Inghilterra e Brasile. In esclusiva per Tuttomercatoweb ci racconta la sua storia:

Manuela Nicolosi, un arbitro italiano in Francia. Un caso più unico che raro
"Sì, penso proprio di sì. Tra gli arbitri internazionali sono l'unica di una certa nazionalità che rappresenta un altro Paese".

Cosa ti ha portato in Francia?
"Ho iniziato ad arbitrare in Italia, a Roma, quando l'arbitraggio è stato aperto alle donne. Poi mi sono trasferita in Francia, all'inizio per studio e poi ci sono rimasta per lavoro. Solo che l'arbitraggio mi mancava troppo e dopo due anni di stop ho chiesto alla Federazione di Parigi di poter arbitrare a livello regionale da loro, quindi l'equivalente di quello che facevo in Italia. Richiesta accolta e piano piano sono stata promossa fino a diventare internazionale, infine ad arbitrare in Ligue 1. Però, ecco, io sono l'italiana che arbitra in Francia (ride, ndr)".

Come sei vista pertanto in Francia?
"Dalla stampa e dai tifosi non c'è stato alcun problema. L'unica controindicazione è che non posso arbitrare né contro squadre francesi né italiane nel corso delle partite internazionali. Ad esempio ai Mondiali femminili c'erano sia la Francia che l'Italia ai quarti di finale e pensavo che la mia avventura nel torneo fosse finita. Invece sono uscite entrambe e il nostro percorso è proseguito fino alla finale".

Hai dovuto richiedere il passaporto francese per arbitrare sotto la loro Federazione?
"No, di passaporto sono solo italiana. Anche se ormai in Italia mi considerano 'La francese'".

C'è quindi una globalizzazione arbitrale
"All'interno della UEFA l'importante è avere un passaporto europeo. Però effettivamente sono a livello internazionale l'unica a rappresentare un altro Paese".

La tua esperienza ha aiutato altre donne ad entrare nel mondo arbitrale?
"Dopo la Supercoppa c'è stata un'apertura ancora maggiore delle federazioni alle donne arbitro. Con quella gara che è stata affidata per la prima volta a una terna femminile, vista da milioni di persone, il pensiero comune è stato: 'Ah, anche le donne sanno arbitrare!' (ride, ndr). Sono contenta perché da lì c'è stata una creazione del movimento arbitrale femminile, molte donne hanno esordito nelle prime divisioni maschile. Anche lì siamo state delle apripista".

A livello di numeri com'è la situazione?
"Siamo chiaramente in minoranza. In Francia a livello professionistico siamo solo in tre, così come in Italia. Però penso che il fatto di fare sempre più gare stia aiutando anche delle ragazze a dirsi: 'Posso farlo anch'io'".

Il tema arbitro in Italia fa discutere sempre e comunque. Lo stesso anche in Francia?
"A livello professionistico si sente la stessa pressione. A maggior ragione quest'anno col cambio di format in Francia, con il numero di squadre in Ligue 1 che diminuirà e di conseguenza le partite sono più sentite e c'è molta più pressione".

Sei d'accordo al dare voce agli arbitri a fine gara?
"Se è una volontà della Federazione perché c'è un'apertura a un dialogo tra arbitri e dirigenti, arbitri e giocatori, allora sono d'accordo perché permette alle varie categorie di avvicinarsi. Ovviamente non deve essere presa come uno spunto per contestazioni ancora maggiori. L'obiettivo è far capire alle persone come prendiamo certe decisioni, nella speranza di creare un dialogo costruttivo. Se però questo provocherà ancora più contestazioni si vedrà ma credo che possa aiutare a un dialogo che a mio avviso oggi è poco presente".

Il rischio da parte di un arbitro di ammettere un errore però potrebbe alzare un polverone
"La FIFA durante il Mondiale per Club ha fatto sì che si sentissero le spiegazioni delle decisioni dell'arbitro durante la visione del VAR. Molto probabilmente lo faremo anche nella Coppa del Mondo femminile. Questo non è spiegare un errore, bensì far capire che vedendo un'altra immagine che dal vivo un arbitro non ha potuto vedere ha potuto dare una valutazione più completa. Per me insomma è un bel passo in avanti".

La tecnologia è da considerarsi anche una minaccia per un assistente arbitrale?
"A volte ci sono dei fuorigioco segnalati dal VAR per un dito, mezzo piede. Cose che l'occhio umano non può vedere. Diciamo che in situazioni di gol il fuorigioco semi-automatico è di grande aiuto. Dal mio punto di vista se io sbagliassi un fuorigioco per mezzo piede e interviene la tecnologia non me la prenderei di certo, perché il mio occhio non è bionico (ride, ndr)".

La tecnologia vi aiuta a togliervi un po' di tensione nell'arbitrare?
"No, è come prima. All'inizio magari dovevi abituarti a convivere con la tecnologia, ma non siamo più rilassati anche perché altrimenti non ti concentri sul gioco".

In Francia qual è la situazione relativa alla tecnologia in campo?
"Solo in Ligue 1, magari tra un paio d'anni anche in Ligue 2".

Troyes-Monaco ha sancito il tuo esordio in Ligue 1. Che sensazioni hai provato?
"Tanta felicità, la realizzazione di un sogno. Poi quando inizia è una partita normale".

Anche nel ritmo di gioco?
"Non ho percepito la differenza con gli altri tornei. Anche quando ho arbitrato Liverpool-Chelsea. Al massimo la differenza che ho trovato è che tra squadre inglesi si pensa a giocare senza contestare, quindi pochi momenti di pausa e il ritmo è più elevato. Ma in Francia il ritmo è come in Italia".

Messi lascerà il PSG a fine stagione, ti resta poco tempo per arbtirarlo in Ligue 1...
"Lo farò presente (ride, ndr)".

Però fa un certo effetto avere la possibilità
"Guarda, per me quando inizia la partita sono i rossi contro i blu, i bianchi contro i verdi. In definitiva non ci pensi".

C'è un approccio differente tra donne e uomini con gli arbitri?
"No. Per i giocatori sei semplicemente l'arbitro. Magari gli scappa il lapsus, dicono monsieur invece di madame. I giocatori sono stati molto carini, pensa che il capitano del Troyes ha ironizzato dicendomi: 'Era ora, anche perché persino a FIFA 23 ci sono donne arbitro...'".

Arbitrare è anche una scelta di vita, sai di essere sempre e comunque un bersaglio
"Il peggio è quando inizia ad arbitrare, perché sei completamente sola. Lo sei fino al campionato di Promozione. Quando ho iniziato ad arbitrare i dirigenti all'inizio storcevano il naso a vedere una donna. Poi sugli spalti ci sono i genitori che ti insultano, sono i più veementi. Adesso sono più carini (ride)".

Hai avuto un modello?
"Mio zio e mio cugino, entrambi arbitri. Mio zio mi accompagnava a ogni partita ed era il mio mentore, anche se mi faceva piangere dicendomi tutte le cose che sbagliavo. Ma mi spronava, mi ha dato la forza e la volontà di migliorarmi. Certamente mi ha formato. Questo mi è servito quando ho cambiato paese, dove ero vista come la straniera che parla con l'accento particolare. E poi anche per quel che riguarda la promozione, in Francia è diverso rispetto all'Italia. Se vuoi diventare 'Pro' devi fare un concorso nazionale. Ho dato l'esame cinque volte, in alcuni casi mi dicevo: 'Basta, rinuncio'. Poi però ho stretto i denti e ce l'ho fatta".

Volendo potresti tornare in Italia e arbitrare contro le squadre francesi?
"Se tornassi in Italia potrei arbitrare le squadre francesi, avendo solo il passaporto italiano. Ma a oggi non ho l'obiettivo di tornare ad arbitrare in Italia. La Federazione francese mi sta dando tanto".

Che emozione hai provato a Wembley?
"Le emozioni sono state enormi, anzitutto perché era una finale, peraltro la prima Finalissima del calcio femminile. L'ingresso con i fuochi d'artificio è stato suggestivo, anche la premiazione è stata molto bella".

Prossimo obiettivo?
"Quest'estate c'è la Coppa del Mondo femminile con l'obiettivo di fare del nostro meglio".

© Riproduzione riservata
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