Abbiati: "Io e Maignan diversi. Derby? Allegri perfetto per il Milan, ho massima fiducia"
Christian Abbiati, ex portiere del Milan, è stato protagonista di una lunga intervista al canale YouTube di Carlo Pellegatti, nel quale ha raccontato il suo primo derby: "Finì 2-2, il primo gol preso nel derby fu di Ronaldo Il Fenomeno su rigore. Quel derby fu un'emozione grandissima, un'insieme di cose che ti rende orgoglioso. Essere di Milano e giocare un derby è meraviglioso".
Ci racconti la parata su Kallon.
"Ricordo di aver sentito di aver toccato il pallone, ma non avevo capito se avevo toccato il pallone o no. Poi vidi la sua faccia e capii di aver fatto una parata importante".
E quella su Thiago Motta?
"Era uno scontro diretto, quella vittoria ci permise di guadagnare margine. Prima dell'inizio, Pato mi disse: 'Tu farai una grande partita e io farò due gol'. Quella parata la ricordo, tipico riflesso".
Che giudizio dà su Pato.
"Una grandissima persona, come calciatore poteva fare molto di più".
Fece un miracolo anche a Brescia.
"Era una partita importante, mancavano poche giornate e per noi vincere lì contro una squadra in lotta per la salvezza era fondamentale".
Tutti si ricordano quella su Otero a Vicenza.
"Mi ha colpito più lui, ma è stata una parata fondamentale".
Che sensazioni ha provato quando vinse il suo primo Scudetto?
"Andava tutto bene, è stata una favola. C'erano tanti ragazzi come Ambro, per me è stato un anno meraviglioso".
Costacurta una volta le diede un calcio affettuoso.
"La vecchia guardia è stata molto brava con me, mi hanno accolto. Mi hanno aiutato a giocare queste partite. Ero troppo giovane, non mi rendevo conto di dove ero finito".
Il derby di Champions League che cosa è stato per lei?
"Una settimana difficile, un derby di Champions porta tensione altissima. Mi hanno insegnato, i miei compagni, che il lavoro paga sempre. La mente è fondamentale, farsi trovare pronti è un po' il risultato dei tuoi allenamenti".
Vinse uno Scudetto pure con Allegri.
"Arrivò dopo il Triplete dell'Inter, era fondamentale fare un anno buono. Ci siamo trovati a lottare fino alla fine e abbiamo vinto".
Cosa significava giocare e allenarsi con Ibrahimovic?
"Quelli come lui vogliono vincere anche in allenamento, c'era tensione alta e pretendono il massimo".
Ancelotti che tecnico era?
"Il nostro papà allenatore, bravissimo a gestire il gruppo. Ci teneva tutti sulla corda".
Veniamo all'attualità, domenica c'è il derby.
"Una partita aperta. Ho massima fiducia in Allegri, è un grande allenatore e credo sia la persona giusta per il Milan. L'allenatore perfetto per far sì che il Milan possa tornare ai livelli che merita".
Si rivede un po' in Maignan?
"Siamo diversi, lui è bravo con i piedi e gioca alto. Io giocavo meno con i piedi, forse perché siamo in un'epoca diversa".
Sorpreso di Modric?
"No, un po' lo conoscevo. Sapevo che avrebbe fatto bene, la sua costanza e determinazione un po' mi hanno sorpreso, ma dai grandi campioni ti devi aspettare questo".













