Pellegrini rinforzo della Roma dopo un’estate con la valigia in mano. E ora a chi è inviso?

Un’estate da partente. Quasi caso, anche se a volte si è esagerata la narrazione. La fascia, però, ha preso altri lidi. Lorenzo Pellegrini non è più il capitano della Roma. Di forma, perché di fatto la sensazione è molto diversa. Il derby ha raccontato un’altra storia, quella di un giocatore che è stato salutato con amore dal pubblico dell’Olimpico e abbracciato come un leader ritrovato dai compagni di squadra. Perfettamente inserito nel gruppo e, quel che più conta, decisivo ai fini del risultato. Di una partita che può cambiare tutto.

Il rinforzo in più. “Lo devo recuperare”, aveva detto alla vigilia Gian Piero Gasperini. Dopo essersi soffermato a lungo su un giocatore che sarebbe dovuto andare via, e invece di fatto non ci è stato mai nemmeno troppo vicino. Qualche voce, nulla di troppo concreto, Pellegrini è rimasto per poter leggere “bentornato capitano” al primo derby della sua città. 



A posteriori, colpiscono soprattutto due passaggi di quella conferenza stampa, uno dietro l’altro: “È un giocatore potenzialmente da livello, ma se è inviso alla piazza non lo posso fare (recuperarlo, ndr). Se è inviso alla società non lo posso fare”. La risposta della piazza è chiara, già prima del gol vittoria sulla Lazio, che può solo averla amplificata. Quanto a quella della società, lo s Gasp forse meglio dei giornalisti che gliel’hanno chiesto. Il contratto è in scadenza a fine stagione: pur senza essere Totti e De Rossi - il peccato capitale di qualsiasi capitano romanista, ma non tutti sono Totti o De Rossi -, Pellegrini ha confermato nella gara che più conta di poter essere molto utile.