Sampdoria, il 26 maggio si avvicina: fra l'offerta di Barnaba e l'ostacolo del trust

Sono giorni intensi in casa Sampdoria. Il club blucerchiato, inutile nasconderlo, sta attraversando il periodo più complicato nella sua storia. Con una composizione negoziata ancora in atto, scadrà il 6 giugno ufficialmente, il Consiglio d'Amministrazione in concerto con l'avvocato Bissocoli sta cercando di trattare con i creditori per ridurre al limite del possibile il debito con la speranza di intravvedere al più presto la luce in fondo al tunnel. Intanto il 26 maggio si avvicina a grandi falcate. In quel pomeriggio si svolgerà in prima seduta l'assemblea degli azionisti, seconda seduta il 29 maggio, con la ricapitalizzazione di 35 milioni come ordine del giorno.

La proposta di Barnaba
Una via la indica Alessandro Barnaba. Il finanziere romano, co-founder del fondo Merylin Partners, aveva in passato presentato altri piani che però non hanno trovato sbocchi. L'imprenditore sarebbe disponibile alla ricapitalizzazione qualora l'azionista di riferimento si tirasse nuovamente indietro. La proposta parlerebbe di un iniezione di denaro liquido nelle casse blucerchiate di 35 milioni di euro più una cinquantina che possano permettere alla società di costruire la squadra per il prossimo campionato cadetto. L'offerta, che per il momento però non trova d'accordo le banche, poi sarà portata al vaglio del Tribunale di Genova che, in caso di semaforo verde, procederà al trasferimento del pacchetto di maggioranza al nuovo proprietario.

E il trust?
E poi c'è il trust in cui la Sampdoria è incapsulata da diversi anni con lo scopo raccogliere finanza esterna per far fede ai due concordati, Eleven Finance e Farvem, aziende decotte dell'ex presidente Massimo Ferrero. Il trustee Gianluca Vidal ha ribadito che da lui si deve passare per trattare la cessione del club blucerchiato, anche se la cifra da versare sarebbe scesa. Resta da capire, in tutta questa vicenda, il ruolo che avrà questo sistema giuridico, se fondamentale o "aggirabile". E' indubbio però il fatto che lo stesso trust abbia bloccato ogni tipo di trattativa per il passaggio di proprietà, con gli eventuali acquirenti intenzionati a non versare un centesimo all'azionista di riferimento. Rendendo invendibile di fatto la società blucerchiata.