Atalanta, D'Amico: "Koopmeiners e Lookman? Casi simili, non piacevoli da vivere"

"Casi molto simili e non piacevoli da vivere”. Tony D’Amico, direttore sportivo dell’Atalanta, commenta così le vicende Koopmeiners e Lookman, con tante similitudini (ma un epilogo diverso) a distanza di un anno: “Devi gestire l’oggi dimenticando che sono ragazzi con cui ieri ha vissuto mille cose - ha spiegato a La Gazzetta dello Sport -. Sei costretto ad andare oltre certe emozioni che hai ancora addosso: è dura".
Il passaggio sulle due vicende di mercato è in realtà l’unico dedicato all'attualità, in un’intervista dedicata soprattutto alla carriera del dirigente del club bergamasco, in carriera onesta mezzala per lo più nei campionati inferiori. Con un ricordo triste: “La notte della festa promozione in C1 (con la Cavese, ndr) muore in un incidente stradale Catello Mari, il mio miglior amico in quella squadra. Quel giorno è morto anche il ragazzo spensierato che ero”.
Nel corso della chiacchierata, D’Amico ha parlato anche dei colpi più importanti da direttore sportivo, che per ora affondano nei suoi anni veronesi: “Potrei dire Amrabat preso in prestito e rivenduto a 20 milioni. Ma anche Zaccagni, trovai la chiave per aiutarlo a maturare caratterialmente”. Il grande rimpianto, a sorpresa, è un giocatore oggi a sua disposizione: Gianluca Scamacca, che avrebbe voluto portare già all’Hellas.
