Palladino, mentalità da Atalanta per ritornare in pista. Ora tocca alla squadra
Un talento senza mentalità è come un piatto di casoncelli senza pancetta e formaggio: buono quanto si vuole, ma rimane incompleto e soprattutto senza quel “qualcosa in più” per esaltarne le qualità. Il valore aggiunto arriva ovviamente da una squadra che rispecchia pienamente l’ambizione e la mentalità della maglia che si sta rappresentando: figuriamoci se si tratta dell’Atalanta e di quel DNA racchiuso nella frase “La Maglia Sudata Sempre”.
Raffaele Palladino a una settimana dal suo arrivo ha già capito cosa serve per risollevare l’Atalanta: lavorare sulla testa, sul motore di una squadra competitiva però inceppata in campionato. Idee chiare, precise e una fame che traspare dalle sue parole al suon di: “Ogni gara dovrà essere una battaglia in cui la Dea deve uscire dal campo dando tutto”. È proprio questo l’elemento chiave venuto a mancare nelle ultime partite costate care non soltanto a Juric, ma anche all’Atalanta stessa: a fronte di una classifica che ha bisogno di risollevare a tutti i costi.
Non si tratta soltanto di una legge del calcio, bensì di ciò che rappresenta davvero il filo conduttore con l’era di Gian Piero Gasperini. La continuità non è data principalmente dal gioco, bensì da quella mentalità vincente che l’Atalanta deve fare propria per continuare a vincere nei prossimi anni. Sarà un processo lungo, nel quale non mancheranno certamente delle difficoltà. Indispensabile ovviamente la compattezza da parte di tutti: società, giocatori e una piazza che, seppur delusa dalle ultime gare, non ha mai fatto mancare il sostegno. La squadra è sempre lo specchio del suo allenatore, e se Palladino riuscirà a incanalare quella mentalità tanto ambiziosa quanto coerente con il DNA atalantino, la risalita diventerà normale amministrazione.













