Italia ai playoff, Bergomi: "Non mi fido della Bosnia". Oddo: "Gattuso è la garanzia"
Ancora una volta il cammino dell’Italia verso il Mondiale passa dai playoff. Dopo due edizioni mancate, la squadra di Rino Gattuso si prepara ad affrontare un doppio spareggio decisivo: prima l’Irlanda del Nord, poi la vincente tra Bosnia e Galles.
La Gazzetta dello Sport ha raccolto le sensazioni di alcuni protagonisti del Mondiale 2006, chiamati a commentare il momento degli azzurri.
Così Massimo Oddo, campione del mondo nel 2006:
"Se è vero che dagli errori si impara, dai due spareggi persi avremo tratto degli insegnamenti... Lasciamo perdere l’avversario: bisogna dare tutto, cuore, testa, orgoglio. Con due diverse direttrici. La prima: dobbiamo credere in noi stessi, consapevoli della nostra forza. La seconda: affrontare gli impegni con grande umiltà. Se le cose saranno fatte come si deve, l’Italia ha tutto per conquistare il Mondiale. Abbiamo evitato squadre sulla carta ancora più problematiche. Con tutto il rispetto l’Irlanda del Nord è formata da giocatori di divisioni minori. Rino sarà la garanzia: terrà tutti coi piedi per terra, preparando ogni minimo dettaglio. E che sia ascoltato: serve un gruppo di uomini che recepisca il messaggio e comprenda l’importanza dell’obiettivo, per tutto il movimento".
Questo invece il pensiero di Beppe Bergomi, campione con l'Italia nel 1982
"Sono contento di aver evitato la Svezia, la loro fisicità l’avremmo sofferta. Anche i nordirlandesi hanno una identità forte e, soprattutto, corrono molto, ma dal punto di vista tecnico, siamo decisamente superiori. Se dovessi scegliere un avversario per l’eventuale finale, direi il Galles: non mifido della Bosnia e della scuola slava.Ciò che conta, però, è non cadere in depressione nei mesi che ci separano dal playoff: proviamo a cercare energie positive, umiltà e coraggio. Questi ragazzi si sentono dire tutti i giorni che un tempo c’erano i Totti e i Del Piero al posto loro, ma devono sapere che non sono scarsi: l’Italia vale in tutti i reparti, anche se Gattuso dovrà scegliere un sistema collaudato e affidarsi solo a questo. Siamo meglio di come pensiamo di essere e di come ci descrivono all’estero: ripartiamo da questo.













