Lecce, Camarda e la pubblicità involontaria da 10 milioni di visualizzazioni. Tutto in regola

Francesco Camarda ha trovato il primo gol in Serie A domenica scorsa e ha voluto condividere tutta la sua gioia con i tifosi, togliendosi la maglia per esultare. Il 17enne del Lecce però ha così esposto il marchio K-Sport e, come sottolinea gazzetta.it, ha fatto una pubblicità enorme all'azienda che si occupa di produrre questi capi dotati di sensori per monitorare le prestazioni degli atleti.
Da K-Sport hanno commentato così: "Camarda ci ha fatto un bell’assist, del tutto spontaneo perché non abbiamo nessun rapporto commerciale con lui". Il dispositivo è riconosciuto dalla FIFA, come l'80% delle squadre di calcio professionistiche in Italia. Malgrado non sia sponsor tecnico dei giallorossi, la pettorina è considerata dalla Lega Calcio un'estensione del kit di gara e dunque non è stato infranta la Regola numero 4 del gioco del calcio, che recita: "I calciatori non devono esibire indumenti indossati sotto l’equipaggiamento che contengano slogan, scritte o immagini di natura politica, religiosa, personale, o pubblicità diversa dal logo del fabbricante. Per qualsiasi infrazione il calciatore e/o la sua squadra saranno sanzionati dall’organizzatore della competizione o dalla Federazione nazionale o dalla FIFA".
L'azienda si è dunque fatta una pubblicità enorme senza spendere un euro. Sono state infatti raggiunte 10 milioni di persone tra stampa, YouTube e Instagram. Max Sardella, imprenditore nel tech sportivo e founder di Seven AI, ci ha tenuto a spiegare: "Dal punto di vista di un social media manager sembra davvero l’operazione perfetta: spontanea, virale, autentica. Camarda e il Lecce non avevano alcuna intenzione promozionale, e proprio per questo il contenuto è esploso. Detto questo, il rischio di emulazione c’è. Ma la verità è che funziona solo quando nasce in modo naturale, senza forzature: quello di Camarda è stato un momento unico, legato al contesto della partita e al suo entusiasmo, non a una strategia pianificata. Un caso da manuale di marketing involontario e storytelling sportivo, ma non replicabile a tavolino. La magia sta proprio nell’autenticità". Secondo le stime di StageUp, il valore della visibilità che è stata ottenuta è di circa 190mila euro, quindi K-Sport avrebbe dovuto investire quella cifra per la stessa pressione comunicazionale con la pubblicità tradizionale.
