Milan contestato, Kjaer: "I tifosi hanno sempre ragione. Mi piacerebbe tornare"

L'ex difensore Simon Kjaer è stato intervistato da TeleLombardia e ha parlato soprattutto delle questioni riguardanti il Milan, ultima squadra in cui ha militato. Il danese ha però cominciato parlando dei propri progetti: "Non so se mi piacerebbe allenare o fare il dirigente. Se c'è una cosa che il calcio mi ha insegnato è che non ti chiude nessun tipo di porta: se devo scegliere sono più dirigente che allenatore ma penso anche che quello può cambiare, dipende dal progetto".
Le piacerebbe tornare al Milan un giorno?
"Sì, perché no? Il Milan è sempre stata la mia società. Quando sono andato a Palermo a 19 anni, ho sempre detto al procuratore di voler andare lì: poi ci sono finito e ho fatto quattro anni e mezzo fantastici. Adesso no, voglio fare il papà. Non voglio forzare di entrare da qualche parte: se devo entrare in una società, in qualsiasi ruolo, devo imparare un po' di cose".
Chiederebbe consigli a Ibrahimovic?
"Sì, a lui potrei chiedergli e capire cosa funziona e cosa no. Nella mia carriera però devo fare il mio percorso e la mia esperienza, soprattutto devo sentire nello stomaco cosa mi piace e cosa no"
Segue ancora la Serie A?
"Mio figlio mi tiene aggiornato su tutte le cose: è milanista ma tifa anche Como adesso. Il mondo del calcio è sempre stato il mio mondo e sarà il mio mondo".
Come ha vissuto la stagione del Milan dall'esterno?
"Ho vissuto come tutti i tifosi, è stata una stagione difficile: questo è il calcio. Si riparte e il Milan deve ripartire. Un consiglio? Difficile, perché non so cos'è successo e cosa sta succedendo, ci sono troppe cose da capire prima di parlare. Io voglio bene a tutti quelli che sono lì: calciatori, Zlatan, Furlani, Moncada che mi sono stati vicini e ho lavorato con loro... So che loro proveranno a fare il meglio possibile per il Milan. Poi non è andata bene e hanno trovato difficoltà. Io però sono convinto al 100% che faranno il massimo per fare una bella stagione per l'anno prossimo. Quest'anno non è andata come tutti i tifosi avrebbero voluto".
Che ne pensa della contestazione dei tifosi?
"I tifosi hanno sempre ragione, fanno le cose per le emozioni e credo che nessuno può contrastare la sensazione dei tifosi in questa stagione: li capisco assolutamente".
E di chi è la colpa?
"Hanno colpa tutti, perché tutti sono dentro la società Milan. Per mettere le percentuali devi anche capire cosa è successo, chi ha preso le decisioni. Io non sono un giudice: l'unica cosa che voglio è che il Milan stia bene".
Sente ancora i suoi ex compagni?
"Ci sentiamo, sono i miei amici. Loro come tutti i tifosi hanno vissuto un periodo difficile e quello pesa. I tifosi devono capire che pesa anche ai giocatori, non vanno a fare l'allenamento contenti e sereni, è una delusione anche per loro".
Chi vorrebbe vedere come allenatore del Milan?
"Non ne ho idea. Quello dipende dal progetto, da che tipo di calcio vuoi giocare: il Milan deve giocare a 3? A 4? Quella è una domanda troppo complessa. Bisogna capire quali giocatori vanno via e chi rimane. Io spero che sia un allenatore buono per il Milan. Conte? Si possono solo fare i complimenti, hanno fatto un bel lavoro".
