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Le parole di Gabriele Gravina sono quello che ci meritiamo…

Le parole di Gabriele Gravina sono quello che ci meritiamo…TUTTO mercato WEB
Oggi alle 06:00L'Angolo di Calcio2000
Fabrizio Ponciroli

“Dimissioni? Non c'è una norma che lo dice. È un destino che viene individuato e cercato all'esterno della Federazione. Se ne era già parlato dopo la Svizzera. C'è un principio di democrazia, il cui ritmo è dettato dalle norme federali e la risposta è stata un 98,7%”. Queste parole, rilasciate da Gabriele Gravina, presidente della FIGC, le ho rilette più di una volta. Di fatto, supportato da leggi e regolamenti, il numero 1 del calcio italiano ha già messo le mani avanti. Nel caso non dovessimo conquistare il pass per il Mondiale (per la terza volta di fila), nulla cambierà, almeno a livello dirigenziale. Anzi, sempre dalla liturgia di Gabriele Gravina, se non ci qualificheremo alla fase finale della prossima Coppa del Mondo vorrà dire che non abbiamo meritato di andarci: “Se usciamo con Irlanda del Nord, Galles o Bosnia vuol dire che siamo meno forti di queste squadre”, la sua verità. Insomma, è tutto nelle mani di Ringhio Gattuso e degli Azzurri, come sempre del resto. Le istituzioni faranno il tifo ma, dovesse andar male, al di là del danno d’immagine, tutto proseguirà come è sempre stato nel recente passato.
In realtà, il pensiero di Gabriele Gravina non fa una grinza. Ha ragione su leggi e regolamenti e anche a livello sportivo: se perdiamo ai play-off, la colpa sarà della nostra Nazionale.

Tuttavia, c’è anche dell’altro. Sarebbe da chiederci quanto segue: perché siamo giunti a questo punto? Domanda a cui non è facile rispondere. C’è chi crede che non sia stata fatta una doverosa programmazione negli anni scorsi e chi è convinto che non si sono trovate soluzioni adeguate a risollevarci dopo non uno ma due fallimenti consecutivi nelle qualificazioni al Mondiale. Altri puntano il dito sul calcio giovanile, altri ancora, invece, sui troppi stranieri. La verità è che siamo tutti colpevoli perché, quando la situazione ha cominciato a precipitare, siamo rimasti inermi. L’Europeo vinto nel 2021 ci ha annebbiato la vista, facendoci credere che tutto si sarebbe risolto. Le rivoluzioni non ci appartengono più da decenni e, di conseguenza, ecco che tutto diventa normale, anche sentire il numero 1 del calcio italiano che, con grande calma e sicurezza, spiega il perché non sia obbligato a farsi da parte nel caso l’Italia dovesse saltare il terzo Mondiale di fila. Siamo in un calcio in cui quasi più nessuno fa i conti con la propria coscienza. La colpa è sempre di qualcun altro e, se proprio bisogna prendersela, non è detto che sia un problema insormontabile. Sarà per tutto questo che sono sempre più legato al passato. Nostalgia canaglia… A sapere come si sarebbe evoluto il mondo (non solo quello calcistico), avrei potuto emigrare su un’isola caraibica a pescare, sorseggiando del buon rhum (sono astemio ma non c’è nessuna legge che mi impedisce di bere, no?).

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