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Totò Schillaci, il campione e l'uomo raccontato dalla figlia Jessica

Totò Schillaci, il campione e l'uomo raccontato dalla figlia JessicaTUTTO mercato WEB
Oggi alle 19:00Storie di Calcio
TMWRadio Redazione

Se uno pensa all'estate 1990, non può non pensare a una delle stagioni più belle della propria vita. Il Mondiale italiano ha rappresentato per diverse generazioni uno dei momenti chiave della propria vita. E sicuramente lo è stato per Totò Schillaci, l'eroe di quell'Italia che sfiorò la finale ma che con i suoi gol e i suoi gesti ha fatto sognare milioni di tifosi nello Stivale. 

Nato nel quartiere del Capo, situato nel centro storico di Palermo, Schillaci è poi cresciuto al CEP e da lì è partito il sogno di diventare un calciatore. Nel 1982 fu ingaggiato dal Messina, in Serie C2 e nella stagione 1985-86 contribuì con 11 reti alla promozione in Serie B. Poi, nel 1989, il passaggio alla Juventus, con cui rimarrà fino al 1992, prima dell'approdo all'Inter, mentre nel 1994 prese la decisione di trasferirsi in Giappone, al Júbilo Iwata, dove chiuse la carriera nel 1997. Ma per tutti rimane il simbolo di Italia '90 e di un'estate indimenticabile.

A parlarne a Storie di Calcio, trasmissione di TMW Radio, è stata Jessica Schillaci, una delle figlie del grande Totò, che di recente ha pubblicato "Solo io posso scrivere di te", libro dedicato proprio al padre, scomparso per un tumore all'età di 59 anni il 18 settembre 2024. "Il titolo nasce da una profonda ispirazione che ho avuto nella mia vita, da Oriana Fallaci, una grande donna e scrittrice, che ha scritto 'Solo io posso scrivere la mia storia'. Durante gli ultimi giorni di vita di papà nessun cronista poteva capire come stava 'giocando' mio padre la sua partita, quindi mi sono sentita la sua cronista di queste ultime ore. Il dolore era fortissimo, ho cominciato a scrivere come medicina, poi il libro è diventato qualcosa di serio. Ho raccontato l'uomo. In questi anni ho sentito sempre lo stesso racconto su mio padre, tutti hanno trasmesso la loro emozione di quella estate e sono tornata indietro nel tempo, rivivendo quell'estate in cui papà è diventato famoso. C'è però in questo libro la sua voglia di vincere contro la malattia, che poi gli ha tolto la vita. E ho voluto porre l'accento sull'aspetto umano su questo campione che conoscete soprattutto sul campo".

E ha parlato anche dei momenti chiave della carriera di Totò: "Mi ha raccontato di un'estate incredibile. Gli anni che ha vissuto fino al 94' sono stati incredibili, perché la Sicilia si era trasformata e lui era diventata la star di Palermo e del suo quartiere. Da ragazzino che giocava in un quartiere in cui era conosciuto, è diventato il bomber che tutti guardavano in tv e per cui tutti esultavano. E' diventato l'orgoglio di Palermo e per lui era un momento di estrema felicità, ma lo ha raccontato anche con grande malinconia. A volte era incredulo rispetto a quello che gli era successo, come se fosse vissuto in un sogno e poi è svanito tutto".

Mentre sul rapporto con il papà Schillaci ha detto: "Il nostro rapporto era complicato, papà è stato lontano per tanto tempo, il suo essere papà era altalenante. Non ho mai nascosto i fatti e li scrivo qui, ma è stato un essere umano. E' stato meravigliosamente imperfetto e umano. Lui, nelle imperfezione, sapeva rendersi conto degli errori e sapeva rimediare. Il suo fine vita lo ha dimostrato. Hanno rappresentato quei momenti la sua più bella partita. Sapeva già di perdere, ma la grinta è stata inestimabile. Da quando abbiamo saputo della malattia, anche se lontani, non ci siamo più lasciati. E mi sono avvicinata a lui più che mai. Lui ha avuto paura fin da subito, ma non l'ha mai nascosta. Fino all'ultimo ha palesato le sue emozioni. E ho visto il campione vero qui. Il cancro non può toglierti la vitalità emotiva, per trasmettere ai tuoi cari ciò che provi, con le parole, gli sguardi. Ha vinto quella battaglia comunque perché è stato un grande. Gli ultimi giorni sono stati strazianti ma intensi. E non li dimenticherò mai".

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