San Siro, ennesimo cortocircuito: la ristrutturazione per Euro 2032 è un giallo

Le trattative sul futuro di San Siro si muovono su due fronti. La prima, come sottolinea Tuttosport, coinvolge Comune di Milano, Inter e Milan, partita da una valutazione dell’Agenzia delle Entrate di 197 milioni di euro, contestata da chi si oppone alla demolizione del Meazza. Su questa cifra stanno indagando la Procura di Milano e la Corte dei Conti, rallentando l’iter e spostando l’eventuale via libera da luglio a settembre.
Il problema di Euro 2032
All’interno della maggioranza del sindaco Beppe Sala resta aperto il dibattito, anche per l’ipotesi sollevata dal Comitato Sì Meazza che la cessione dello stadio possa configurare un danno erariale. Un fattore di pressione è Euro 2032: come sottolinea il quotidiano l’attuale impianto non rispetta i criteri Uefa per ospitare partite degli Europei italo-turchi. Lo ha confermato l’incontro del 17 luglio tra la Figc, con Michele Uva in quota Uefa, Comune e club.
D'altronde questo è in linea con tanti altri stadi italiani candidati, escluso lo Stadium di Torino: San Siro non è conforme. Secondo le prime valutazioni, una semplice ristrutturazione non sarebbe sufficiente: servirebbe un nuovo impianto. Qui c'è il giallo: non risultano documenti ufficiali che impongano la demolizione, ma una ristrutturazione adeguata avrebbe costi molto elevati e ritorni limitati, opzione già scartata da Inter e Milan. Sala punta alla cessione, mentre resta aperta l’alternativa di San Donato Milanese. Al momento non sono arrivate proposte diverse da quelle dei due club.
