Tragedia Gabriele Sandri, tifoso Lazio. Il fratello: "Ucciso da un poliziotto, non si è mai scusato"
La tragedia di Gabriele Sandri non verrà dimenticata. Un tifoso biancoceleste che venne ucciso l'11 novembre 2007 da un poliziotto mentre si recava a San Siro per vedere Inter-Lazio, momento tragico per chi, come il fratello e avvocato Cristiano, lo ha appreso in un modo sconcertante. "Era domenica mattina, ero a casa", comincia a raccontare nell'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport. "Mi dissero di andare ad Arezzo, area di servizio di Badia al Pino, perché era successo qualcosa. Avevo capito che qualcosa non andasse", ricorda.
"Mi consigliarono di venire accompagnato, poi una persona mi disse che avevano ucciso un tifoso. Collegai le cose, ma la mazzata finale la diede la radio. La tentazione di sapere era forte, così accesi e ascoltati. 'Morto Gabriele Sandri, sostenitore biancoceleste'. Mio fratello. Fu terribile, non si può capire". Il caso in questione, però, venne strumentalizzato e il fratello Cristiano non dimentica: "Ferì tutti noi. Siccome tifava Lazio si parlò di un ragazzo di estrema destra, fascista, un ultrà. Ci fu una narrazione secondo cui se l’era andata a cercare. Niente di più falso. E il questore di Arezzo disse che avevano sparato in aria".
Il colpevole di omicidio volontario, condannato a 9 anni e 5 mesi, è Luigi Spaccarotella. "Se si è mai scusato? Mai", risponde lapidario Cistiano Sandri. E ovviamente il dolore per la perdita del fratello resta ancora incolmabile, a distanza di 18 anni. Così come l'astio nei confronti di chi gli ha tolto la vita: "Spero di non incontrarlo mai". Concludendo: "Quella persona prese la mira e sparò. Mi chiedo ancora cosa gli sia venuto in mente".











