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V.Verona, Manfrin condannato per violenza di gruppo. Fresco: "Ulteriore pena non spetta a noi"

V.Verona, Manfrin condannato per violenza di gruppo. Fresco: "Ulteriore pena non spetta a noi" TUTTO mercato WEB
venerdì 13 dicembre 2024, 11:04Serie C
di Daniel Uccellieri

Dopo la riduzione di pena a 3 anni e 4 mesi la pena di Gianni Manfrin nel processo per stupro di gruppo ai danni di una studentessa universitaria, coi giudici che hanno tenuto conto del percorso di giustizia riparativa intrapresa, sono giunte dalle colonne de L'Arena le parole di Luigi Fresco, presidente-allenatore della Virtus Verona, club con cui il terzino è ancora tesserato e con cui proseguirà a giocare: "Siamo dell'idea che la parte punitiva spetti allo Stato attraverso tribunali e giudici. Fermo restando che qualunque pena dovrebbe essere educativa per ogni tipo di reato. A noi della società civile dunque non spetta aggiungere un'ulteriore pena. Poi, il tribunale non indica la "disoccupazione" come pena aggiuntiva a un’eventuale detenzione in carcere.

Qualunque sia la condanna, credo non sia giusto togliere comunque la possibilità di lavorare. A maggior ragione, rispettosi delle sentenza e naturalmente dispiaciuti, riteniamo corretto continuare ad aiutare Gianni e la sua famiglia. Il processo non è ancora terminato, manca il terzo grado, e mi risulta che ci sarà ricorso in Cassazione. La Virtus vanta un lungo impegno nella fase di reinserimento e aiuto di soggetti reduci da decine di anni in carcere. Il nostro obiettivo è aiutare sempre e comunque".

La sentenza e i fatti
La Corte d’Appello di Venezia ha confermato la colpevolezza dei cinque ex calciatori della Virtus Verona coinvolti in un caso di violenza sessuale di gruppo avvenuto nel gennaio 2020. Edoardo Merci e Santiago Visentin sono stati condannati a sei anni di carcere, mantenendo la sentenza di primo grado, mentre per Stefano Casarotto e Gianni Manfrin la pena è stata ridotta a tre anni e quattro mesi grazie al ricorso alla giustizia riparativa. Daniel Onescu, invece, ha optato per un concordato, ricevendo una condanna a un anno e dieci mesi con pena sospesa. Secondo la ricostruzione giudiziaria, la violenza si sarebbe consumata durante una serata organizzata da Merci con una ragazza diciannovenne. L’evento, caratterizzato da alcol e giochi di carte, si trasformò in un episodio drammatico quando la giovane, visibilmente alterata, subì abusi da parte di quattro dei presenti. Onescu, invece, non partecipò direttamente ma filmò l’accaduto con il cellulare. La ragazza, incapace di reagire, era in uno stato di totale inerzia, come sottolineato nelle motivazioni della sentenza.

Il giorno successivo, la vittima si recò al Pronto soccorso e poi sporse denuncia, descrivendo frammenti confusi ma traumatici di quanto accaduto. Il caso ha sollevato un forte dibattito sull’etica e sulla responsabilità nel mondo del calcio, lasciando una macchia indelebile sulla carriera e sulla reputazione degli imputati

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