Zauli analizza la Serie C: "Nel Girone C c’è un solo posto e troppi investimenti da Serie B"


Lamberto Zauli, tecnico che in carriera ha allenato Perugia, Crotone e Juventus NG fra le altre , è intervenuto nel corso dell'appuntamento pomeridiano di A Tutta C, trasmissione in onda su TMW Radio e su Il 61, canale 61 del digitale terrestre.
Mister, una riflessione sul Girone A. Un girone che vede un Vicenza perfettamente calato nel ruolo di squadra di riferimento. All’inizio c’erano dubbi: dopo due anni di rincorsa alla promozione, persa sempre ai playoff, il cambio di guida tecnica e la rinuncia a qualche giocatore simbolo potevano creare incertezze. E invece i segnali sembrano molto positivi.
" Assolutamente sì. È una piazza che conosco bene. Quello che mi ha colpito è l’energia positiva che si è ricreata attorno alla squadra. Dopo qualche critica iniziale, il pubblico si è stretto subito alla squadra e l’ha trascinata, contribuendo a un ottimo avvio di campionato. L’allenatore è un tecnico di grande esperienza, sa come si vince - lo ha fatto anche lo scorso anno - e la società ha costruito un gruppo con un bel mix di giocatori importanti per la categoria. Cambiare qualche volto era necessario, perché dopo due stagioni andate male serviva togliere un po’ di negatività. Il direttore Zamuner ha ricreato entusiasmo e i risultati si vedono".
C’è anche una proprietà solida, che ha resistito a due delusioni: un segnale importante.
"Esatto. Ci sono stato quattro anni a Vicenza e so bene cosa significa quella maglia. È una società forte, con una storia e una passione straordinarie. Due delusioni così avrebbero potuto scoraggiare chiunque, ma la proprietà ha tenuto duro e continua a inseguire l’obiettivo di riportare il club nelle categorie che gli competono. Lo stadio è magnifico, e la piazza vive di calcio: Vicenza merita palcoscenici importanti".
In questo girone ci sono anche Brescia e Lecco: vedi una vera alternativa al Vicenza?
"Il campionato è lungo, e chi ha esperienza lo sa bene. Partire forte è importante, ma non basta. Brescia e Lecco possono certamente dare fastidio al Vicenza. C’è anche l’Inter Under 23, che ogni tanto lascia qualche punto ma resta una squadra capace di stare tra le prime. Ad oggi direi che Vicenza, Brescia e Lecco sono le più attrezzate per giocarsi il primo posto".
Passiamo a due realtà diverse: il Cittadella, reduce da una retrocessione, e la Triestina, che vive tra mille difficoltà.
"La retrocessione pesa, soprattutto dopo tanti anni di Serie B, ma a Cittadella c’è un direttore come Marchetti, che con la proprietà ha costruito un modello. Sapranno reagire: non li vedo da prime posizioni, ma possono rientrare nella zona playoff e diventare pericolosi nel finale. La Triestina invece ha vissuto un’estate complicata. Non si è capito bene cosa sia successo, ma la squadra che vediamo oggi gioca con orgoglio e qualità. Certo, un -20 in classifica è un handicap enorme, ma stanno onorando la maglia. È una piazza che merita stabilità e un progetto serio: lo stadio, la storia e la passione ci sono tutti".
Passiamo al Girone C, che come sempre è un concentrato di entusiasmo e difficoltà. Partiamo da Salernitana, Catania e Benevento.
"È il girone che conosco meglio: ci ho lavorato due anni a Crotone. Ci metto anche Cosenza e Trapani tra le protagoniste. È il girone più difficile, secondo me, perché ha società importanti e piazze calde. Ma c’è un solo posto per la promozione, e questo crea pressione enorme. Quando allenavo il Crotone, arrivammo secondi dietro il Catanzaro che fece un campionato straordinario. Poi, dopo un mese e mezzo di attesa, uscimmo ai quarti playoff nonostante avessimo fatto più di 80 punti. Questo dice tutto sulla difficoltà del torneo: tante squadre forti, ma solo una può vincere".
E c’è anche il Trapani, che nonostante la penalizzazione resta competitivo.
"Sì, assolutamente. Il presidente Antonini ha costruito una squadra di qualità, penalità o no. Giocano bene e faranno il loro percorso: tra qualche mese li vedremo nelle prime posizioni. È un girone di ferro, non c’è dubbio".
Restando nel girone C, c’è anche l’Atalanta Under 23, che sta faticando, e la Juventus Next Gen, che ha grandi aspettative.
"Avendo allenato due anni l’Under 23, posso dirlo: queste squadre crescono moltissimo tra girone d’andata e ritorno. I ragazzi capiscono che non è più un settore giovanile, imparano a reggere l’impatto fisico e mentale. Nel girone C però è ancora più dura: l’atmosfera è caldissima e nessuno ti regala nulla. L’Atalanta ha ottimi giovani e un tecnico preparato, ma deve adattarsi subito. Il Milan Futuro ne è un esempio: si pensava potesse uscire alla distanza, ma le difficoltà reali del campionato sono pesanti. Le U23 servono per far crescere i ragazzi, ma i punti vanno comunque conquistati sul campo".
Passiamo al Girone B, con il Perugia in difficoltà.
"È una situazione delicata. Sono stato il primo allenatore della nuova proprietà, quindi conosco bene il contesto. Parliamo di una piazza che ha vissuto la Serie A e grandi stagioni: basta entrare nel tunnel del “Curi” e vedere le immagini dei campioni del passato per capire che non è una squadra qualunque di Lega Pro. La nuova proprietà ha messo basi solide, ma partire male in un ambiente così è pesante. Recuperare entusiasmo sarà fondamentale".
Tra le protagoniste, invece, ci sono Arezzo, Ascoli e Ravenna.
"Sì, sono le tre più convincenti fin qui. L’Arezzo non sorprende: ha preso Bucchi, un allenatore di valore, e una proprietà ambiziosa che ha investito tanto. È una piazza di tradizione e si vede. L’Ascoli ha fatto un lavoro straordinario. Dopo anni complicati è tornato un proprietario del territorio, molto legato alla squadra. L’ambiente è passionale e l’allenatore ha costruito un gruppo affamato e competitivo. Oggi è una delle squadre che giocano il miglior calcio della Serie C. Il Ravenna, invece, lo conosco bene: ci sono cresciuto e ho giocato quattro anni lì. È una piazza molto viva, non solo calcisticamente. La nuova proprietà ha idee chiare e ambizione: credo che sentiremo parlare di loro anche in futuro".
