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Corini: "Palermo, non è andata come speravo ma non ho rimpianti. Ho dato tutto"

Corini: "Palermo, non è andata come speravo ma non ho rimpianti. Ho dato tutto"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico Serra
Oggi alle 20:34Serie B
di Daniel Uccellieri
fonte Da Palermo, Alessio Alaimo

Eugenio Corini, tecnico che in carriera ha allenato Palermo, Brescia e Chievo fra le altre, è intervenuto nel corso del Palermo Football Meeting a “La Braciera in Villa”, evento organizzato da Conference403 con il patrocinio dell’ARS e del Comune di Palermo.

"Ho bisogno di metabolizzare e dare un senso a tutto ciò che accade in una città che per me ha rappresentato e rappresenta tanto. Ho accolto il tuo invito perché penso sia giusto farsi vedere, parlare con le persone, tornare in una città in cui credo di aver ricevuto molto e di aver dato il meglio di me stesso. Ho sempre pensato che un’intervista per un giornale fosse impersonale, ma visto il legame che ho con Palermo e con la squadra, mi sembrava giusto venire di persona e poter parlare con tutti".

Come giudichi la tua esperienza da allenatore al Palermo?
"Ho sempre rispetto dei colleghi, quindi non giudico chi arriva dopo. Posso parlare della mia esperienza: avevo piena consapevolezza del momento in cui ho accettato l’incarico, perché il Palermo era stato appena acquisito dal City Group. C’era bisogno di strutturare la società e la rosa, affrontare step importanti. Ho lavorato con la piena consapevolezza di cosa significhi lavorare per Palermo, avendolo fatto anche da calciatore e per un breve periodo anche da allenatore in Serie A. Dopo due mesi ho rassegnato le dimissioni perché sentivo che la situazione non era quella giusta. Sapevo che era un’opportunità grandissima, ma occorreva tempo. Nel primo anno abbiamo consolidato la categoria e sfiorato i playoff, nel secondo anno l’obiettivo era crescere e lottare per posizioni alte. A un certo punto eravamo molto vicini al secondo posto, ma alcune sconfitte hanno generato grande delusione. Mi sarebbe piaciuto portare a termine il percorso, giocare i playoff e vedere fino in fondo i risultati del lavoro svolto".

Sul rapporto con la città e la piazza
"I cori della curva non ci sono mai stati, c’è stata contestazione che ho percepito e avvertito. So cosa significa lavorare per Palermo e confrontarsi con le emozioni della gente. Il tifoso vuole vedere risultati e quando non arrivano si arrabbia. Ho sempre protetto il progetto societario, consapevole che gli step da superare erano necessari. Oggi vedo molti collaboratori che hanno lavorato con me: il lavoro è stato fatto in profondità, nella strutturazione della società, ed è servito al Palermo per capire dove si trovava e quali fossero le aspettative del pubblico. Quest’anno, con un mercato diverso e giocatori dalla Serie A, c’è un’opportunità concreta per ottenere risultati importanti".

Sul legame con i giocatori
"Il rapporto che abbiamo creato con i ragazzi con cui ho lavorato quasi due anni è molto forte. Li ho protetti perché erano professionisti seri. So il peso di indossare la maglia del Palermo e sognavo di rivivere ciò che ho vissuto da giocatore. Non è andata come speravo, ma non ho rimpianti: ho dato tutto me stesso e il meglio che potevo, consapevole degli step da superare".

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