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esclusiva

Spezia, Gyasi: “Non chiamateci miracolo! A Napoli la nostra svolta"

ESCLUSIVA TMW - Spezia, Gyasi: “Non chiamateci miracolo! A Napoli la nostra svolta"
© foto di PHOTOVIEWS
venerdì 20 maggio 2022, 10:23Serie A
di Niccolò Pasta
fonte inviato a La Spezia

Lo Spezia è salvo per il secondo anno di fila, con novanta minuti ancora da giocare. Merito di un gruppo coeso, a cui in pochi davano credito ad inizio anno, e merito anche di Emmanuel Gyasi, l’uomo dei gol decisivi in casa Aquile. “È una salvezza che meritavamo troppo per tutto quello che abbiamo fatto durante l’anno, per tutte le difficoltà ed è un’emozione grande che meritavamo di vivere”, racconta in esclusiva a TUTTOmercatoWEB.com l’attaccante ghanese, che analizza a 360° quella che è stata la sua stagione e quella dei liguri, trainati da Thiago Motta, leader e punto di riferimento del gruppo più giovane della Serie A, che ha saputo cadere e rialzarsi, conquistando un traguardo ancora una volta storico.

Ancora una volta salvi a 90’ dalla fine e ancora una volta, all’inizio, a questa salvezza credevate solo voi.
“Sì, diciamo che tanti ci davano già per spacciati sin da subito, ad inizio stagione. Ma noi ci abbiamo sempre creduto, insieme alla società e al mister. Abbiamo sempre creduto a questa salvezza e ce la meritiamo per il lavoro svolto con mister e compagni, che sono stati splendidi”.

È sbagliato parlare di miracolo Spezia?
“Per me non siamo un miracolo. Per come la penso io, è stato fatto tanto lavoro e non posso ritenerlo un miracolo. Abbiamo dato tanto sul campo e il lavoro del gruppo e dell’allenatore non è un miracolo. Il nostro traguardo è frutto di impegno, di lavoro, di unione anche nelle difficoltà. Siamo riusciti a raggiungere la salvezza tutti insieme”.

Si sente l’uomo della storia dello Spezia? Tutti i gol decisivi portano la sua firma.
“Se lo dici tu… (ride, ndr). Scherzi a parte, è bellissimo. Quando inizi a giocare da bambino sogni questi momenti, sogni di essere decisivo e soprattutto nelle partite che contano. Poi quando cresci e raggiungi questi obiettivi puoi essere solo orgoglioso”.

C'è stato un momento in cui avete pensato di non farcela?
“No, almeno personalmente non l’ho mai pensato. Io penso sempre ad allenarmi e a dare il massimo, soprattutto nelle difficoltà. Con il mister ci siamo riuniti, abbiamo sempre tutti cercato di tirare fuori qualcosa in più, anche perché la Serie A, al secondo anno, è ancora più difficile, specie poi se come noi non hai potuto fare il ritiro e le amichevoli. Sapevamo che avremmo dovuto dare qualcosa in più e questa è stata la nostra forza”.

Thiago Motta è stato un po’ un guscio, vi ha protetti e uniti. È stato questo il vostro segreto?
“Assolutamente. Il mister è stato importantissimo per noi, nei momenti di difficoltà ci ha dato serenità e ci ha fatto tirare fuori qualcosa in più, da ognuno di noi. Lui è stato veramente importante per questa salvezza, è stato fondamentale”.

Qual è la qualità migliore che ha?
“La cosa che apprezzo tanto e che non mi ha stupito, è che il mister è una persona leale, vera, che in questo mondo qua non è facile da trovare. Ti dice tutto in faccia, durante gli allenamenti se vai piano con lui non fai un minuto e te lo dice chiaro e tondo. Poi c'è la sua bravura anche nel cambiare certi interpreti, come è successo con Kiwior. L’ha messo lì a centrocampo e io all’inizio mai mi sarei immaginato che potesse fare ciò che ha fatto. Poi lo vedi giocare e dici: ‘Mamma mia!’. Quello che ha fatto il mister è incredibile, lui è stato fondamentale”.

E con lei si è trovato subito: è scoccata la scintilla.
“Sì, come ho detto. Incontrare persone così nel calcio, vere, leali e che ti dicono tutto in faccia, che sia bello o meno bello, è una cosa che io apprezzo sempre, sia nel calcio che nella vita. La persona è fondamentale e il mister rappresenta tutto quello che stimo, anche per questo è nato un buon feeling”.

Si augura che Thiago Motta possa rimanere?
“Non so cosa farà, ma una cosa è certa: lui è stato fondamentale per la salvezza di quest’anno ed è la cosa più importante che posso dire”.

Cosa c’è dietro tutti gli scontri diretti vinti?
“È una cosa che noi sapevamo: se vuoi salvarti devi cercare di fare punti con le concorrenti per il tuo stesso obiettivo e noi le abbiamo prese tutte come finali. Questo è stato veramente importante per raggiungere l’obiettivo. Più vinci gli scontri diretti, più ti avvicini all’obiettivo”.

Meglio questa salvezza o quella dell’anno scorso?
“Questa, ma tutta la vita”.

Come mai?
“Per tutte le difficoltà passate… per un calciatore non fare il ritiro e non fare nemmeno una amichevole, ripartendo subito in un campionato come la Serie A - che è difficilissimo - e andare a giocare in campi come quello del Cagliari con pochi uomini per infortuni e Covid è incredibile. Per questo quest’anno è stato bellissimo, poi c’erano tanti che non credevano in noi e quindi ancora meglio, ancora più bello”.

Più bella la vittoria al Maradona o quella di San Siro?
“Eh, io non posso che dire San Siro dove ho fatto gol (ride, ndr). Scherzi a parte, dico Napoli perché lì qualcosa è scattato in noi. Dopo il Maradona abbiamo avuto convinzione in più in noi stessi e abbiamo avuto risultati positivi. Dico la vittoria di Napoli, perché poi da lì c'è stata una ripartenza importante per noi”.

E infatti gennaio è stato il vostro mese record. E senza mercato. Vi ha aiutato paradossalmente?
“Sai, quando raggiungi l’obiettivo è facile dire che il mercato bloccato ci ha ricompattati, ma io penso che il mese di gennaio serva ad ogni squadra per migliorarsi. Guarda la Salernitana, grazie al mercato è lì a giocarsi la salvezza all’ultima di campionato. Penso che noi siamo stati bravi, con l’allenatore e tutti quanti, perché abbiamo creato un bel gruppo e ci siamo detti che andava bene non ci fosse il mercato, ma saremmo comunque dovuti andare avanti anche con le difficoltà. Il mercato lo sottovalutano tanti ma è veramente importante”.

Questa Serie A com’è stata?
“Il livello è più alto ed è per questo che, come ti dicevo prima, scelgo questa salvezza rispetto a quella dello scorso anno. Quest’anno siamo lì fino alla fine tra chi deve vincere e chi si deve salvare e noi, con le difficoltà avute nel giocare in un campionato di questo livello, ci siamo salvati con una giornata di anticipo. È un orgoglio per tutti noi”.

Quale gol le ha dato più emozioni?
“Dico quello con il Venezia. Penso sia stato incredibile, noi sentivamo che in caso di vittoria saremmo stati più vicini a salvarci. Poi farlo all’ultimo minuto, sotto la Curva Ferrovia… è stato il massimo”.

Lì avete raggiunto i 32 punti. Sono passate sei partite e a 32 sareste comunque stati salvi.
“Esatto”.

Quello di quest’anno è stato il miglior Gyasi?
“Assolutamente sì, questa è stata la mia miglior stagione da quando gioco a calcio. È stata una stagione interessante, ho fatto diversi ruoli ed è stato bello”.

Chi vince la Serie A?
“Non lo so, Milan e Inter hanno fatto un campionato incredibile. Tifo Inter, quindi spero loro (ride, ndr)”.

C'è un legame speciale tra lei e lo Spezia. Cosa prova a giocare per questa maglia?
“La Spezia a me ha dato tanto e io cerco ogni giorno di ripagare sul campo quanto mi è stato dato. Grazie allo Spezia sono riuscito a coronare tanti dei miei sogni da bambino. Poi il calore della gente, il boato del Picco che urla il tuo nome dopo che hai fatto gol è quello che ogni calciatore spera di poter provare. Qui ho trovato l’ambiente perfetto”.

Quindi Gyasi resta a La Spezia anche quest’estate?
“Il contratto lo ho, ho fatto il rinnovo. Vediamo”.

Cosa non deve perdere lo Spezia per continuare a crescere?
“Quello che da quando sono arrivato è stato uno dei capisaldi, l’umiltà. Ogni giorno e ogni anno bisogna lavorare e soprattutto in Serie A tu parti ogni anno e devi dimostrare di poterci stare. Noi siamo nuovi in questa categoria, è vero che sono due anni che ci salviamo, ma noi dobbiamo partire ogni anno per lavorare sodo e cercare di competere con gli altri”.

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