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Inter, Inzaghi: "Da oggi puntiamo il sogno. Arabia? Ci sono richieste, ma folle parlarne ora"

Inter, Inzaghi: "Da oggi puntiamo il sogno. Arabia? Ci sono richieste, ma folle parlarne ora"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
lunedì 26 maggio 2025, 14:33Serie A
di Ivan Cardia

La finale di Champions League, ma anche le offerte millionaire dall’Arabia Saudita. Nel media day dell’Inter, a cinque giorni dall’appuntamento di Monaco di Baviera, il tecnico nerazzurro risponde in conferenza stampa.

13.45 - L’inizio della conferenza stampa è previsto per le 14.

14.06 - Inizia la conferenza stampa di Inzaghi.

Qual è la sua emozione nell'arrivare alla seconda finale di Champions League in tre anni? Ha uno slogan?
"Io da allenatore posso dire che sono passati due anni dall'ultima conferenza prima della finale e in me c'è ancora grandissima emozione. Abbiamo centrato un grandissimo traguardo, bellissimo: abbiamo fatto grandissime gare, però tutti noi, a partire dai giocatori, sappiamo che ci manca l'ultimo passo per coronare un sogno, per entrare nella storia. Da oggi ci prepareremo al meglio: abbiamo finito il campionato da due giorni, ci ha lasciato dentro qualcosa da ricordare. È normale che ci sia parecchia sofferenza in me e nei giocatori, perché è inutile negarlo: venerdì ero squalificato e non ho parlato come non faccio mai in questi casi, ma era giusto fare i complimenti al Napoli. È stato un campionato giocato punto a punto, purtroppo nel calcio so che bisogna saper perdere e bisogna saper vincere. Parlare di altre cose, in questo momento, in questa sede, non sarebbe giusto e andrei a sminuire un percorso fatto da un'altra squadra. Vi chiedo di non farmi parlare di altro, da oggi parlerei esclusivamente di quello che ci sarà sabato a Monaco".

Che sensazioni la porteranno a Monaco?
"Non le ho ancora, la nostra settimana inizia oggi. Il mio augurio è di poter avere a disposizione tutti i giocatori. C'è fiducia per Pavard e Zielinski, i due giocatori che non erano disponibili venerdì a Como: ci avvicineremo nel migliore dei modi, le sensazioni cambieranno giorno per giorno. Però siamo concentrati e sappiamo che tipo di avversario affronteremo".

Quanto sarà importante buttare il cuore oltre l'ostacolo ancora una volta?
"Il cuore sarà determinante. Questa squadra l'ha sempre messo in campo, io da allenatore sono orgoglioso di guidare un gruppo di questo tipo. Sappiamo che affronteremo un grandissimo avversario, come lo sono stati Bayern, Barcellona e tutti gli altri affrontati finora. Sappiamo che in certi momenti dovremo essere bravi a soffrire, da squadra vera e organizzata, che ha già fatto una finale di Champions e dovrà essere brava a gestire quei momenti. Giocheremo con una squadra che, come noi, ha perso una finale negli ultimi anni: siamo tra le poche che ne faranno due nel giro di pochi anni".

Qual è lo stato d'animo più facile da allenare tra il PSG con la pancia piena e il vostro da tutto o niente?
"L'ho detto prima: penso che solo un allenatore (Herrera, ndr) abbia fatto due finali nella storia dell'Inter. Però per entrarci davvero bisogna vincere sabato: sappiamo che affronteremo una super squadra, che rispettiamo tanto come il Barcellona o il Bayern. Ma anche loro troveranno una squadra che ha lo stesso obiettivo, cercheremo di fare una grande finale".

È più difficile affrontare il PSG rispetto al Barcellona?
"È un'ottima squadra, con ottime individualità. Hanno giocatori fortissimi, hanno tantissima qualità e un allenatore che stimo molto, che ha dato principi di gioco ben precisi, che ha fatto finali di Champions. Sappiamo cosa troveremo, in questi giorni ci prepareremo per essere al meglio, sapendo che ci vorrà una grande Inter".

Le voci sull'Arabia Saudita rischiano di far perdere concentrazione? Come le commenta?
"Io posso solo dire che la mia società mi conosce bene, voi forse un po' meno bene. È la stessa cosa di tutti gli anni, alla Lazio come all'Inter: per fortuna ci sono richieste, dall'Italia, dall'estero e dall'Arabia. Però io penso che sarebbe folle in questo momento pensare a quello: come ha detto il presidente, con cui ho un grandissimo rapporto, il giorno dopo della partita ci siederemo e parleremo, come abbiamo fatto sempre in questi anni. Con un unico obiettivo, che è il bene dell'Inter: se ci saranno tutte le componenti andremo avanti. In questo momento parlarne sarebbe come parlare del campionato: ve l'ho spiegato, sarebbe folle parlare di una cosa che non esiste".

Dormirà bene tra venerdì e sabato?
"Non sarà una notte come le altre. È la partita che tutti gli allenatori vorrebbero giocare, ma non a tutti capita. Io da giocatore sono arrivato al massimo agli ottavi di Champions, ora cercheremo di fare il massima. Le critiche fanno parte del gioco: io, come i miei colleghi, ci sono abituato. Bisogna continuare a lavorare, senza ascoltare troppo. Anzi: qualche volta fa bene ascoltare, l'importante è che le critiche siano di persone competenti, che lo fanno perché devono e non per altri motivi".

Cosa pensa conti di più: vincere la Champions League da allenatore o da giocatore? E lo stesso vale per la sua famiglia?
"Speriamo che ci sia questo problema... Nel caso chiederemo ai miei giocatori, io e Pippo, quale sarà stata la maggior soddisfazione".

Che differenza c'è tra incontrare Bayern, Barcellona e Paris Saint-Germain?
"Sono tutte grandissime squadre, come l'Inter e come lo erano anche Arsenal o Manchester City. Non cambia nulla, avremo di fronte una squadra di grandissima qualità, con una rosa molto ampia. Anche loro, però, dovranno guardare l'Inter che dovrà essere in finale dopo aver fatto un grandissimo percorso: sappiamo da dove siamo partiti e di aver fatto una grandissima stagione. Gli episodi saranno determinanti, lì dovremo essere bravi a indirizzarli dalla nostra parte con l'aiuto di tutti i giocatori in squadra".

Lautaro ha giocato con il Barcellona in condizioni difficili e poi ha saltato il finale di campionato. Come sta?
"Sta bene, era già disponibile per la partita di Como. Quindi farà una settimana normale: a Como, se ci fosse stato bisogno, avremmo avuto il capitano in campo. Poi la partita si era messa bene per noi e ho deciso di aspettare. Però negli ultimi giorni prima di Como sia lui sia Frattesi mi avevano dato garanzie per essere al 100% e ho preferito non impiegarli nemmeno a partita in corso, visto il risultato".

Il Manchester City era favorito in campo, poi la differenza non si è vista. Come sovvertire il pronostico ora?
"L'organizzazione e lo spirito che avremo ci aiuteranno. Quando arrivi a giocare le finali, sai che trovi grandi avversari: lo è stato il Manchester City, lo sarà il Paris Saint-Germain. In una finale non c'è modo di rimediare, come può accadere in una gara del girone o andata e ritorno. Serviranno tutte le componenti che la squadra ha dimostrato di poter mettere in campo".

Come far capire alla squadra che la finale va un po' al di là rispetto alla delusione del campionato?
"Io a questi ragazzi, per quanto fatto in questi quattro anni, non posso dire nulla. Sono stati straordinari e la società è d'accordo con me. Abbiamo un gruppo fantastico, quello che mi piace di loro è il loro senso di appartenenza. Poi non voglio fare l'elenco della spesa, ma quello che mi piace di più è vederli insieme: la gioia nelle vittorie, le lacrime nelle sconfitte. Venerdì non è stato un giorno semplice, credetemi: è stato un campionato molto difficile da mandare giù. Però dietro non si guarda, nel calcio bisogna sempre guardare avanti: petto in fuori e andiamo avanti. Ho rivisto oggi i ragazzi, abbiamo mangiato insieme in un posto qua fuori: dopo Como non avevo voluto parlare, oggi li ho visti bene. Abbiamo una grande partita di fronte, ma questo gruppo mi ha sempre emozionato e penso lo farà anche sabato".

Quattro anni fa qualcuno è andato via pensando non ci fosse futuro. Lei parlava di presupposti per andare insieme: questa sarà la prima estate in cui si potranno fare delle cose diverse rispetto al passato, rientrerà anche questo nelle riflessioni sul futuro?
"Io parto dalla prima cosa che ho detto prima: l'unione che c'è tra di noi, tra me e la società. Io ho un contratto con l'Inter, sto benissimo qua. Parleremo, il focus principale sarà l'Inter e qui tutti sappiamo quanto sia importante questa squadra. Ci siederemo e parleremo, con il bene dell'Inter in primis: adesso, lo ribadisco anche a lei, c'è la partita di sabato. E penso che sia qualcosa che va al di là di Inzaghi, di Marotta, di Ausilio, di tutti quanti".

Conte ha detto che il campionato mette in evidenza la regolarità, in Champions pesano di più infortuni e squalifiche.
"Ognuno ha le sue idee, l'importante è che ci sia onestà intellettuale. Il campionato è più lungo, ma la Champions si sta allungando. Io non sono d'accordo e penso che gli imprevisti siano sempre dietro l'angolo, che entrambe le competizioni possano essere condizionate da infortuni, gol, rigori, un'ultima di campionato con una partita più semplice rispetto all'altra. E penso che le partite di Champions siano in generale più difficili rispetto a quelle del campionato".

Qual è stato il ruolo di Carlos Augusto in questa Champions e quale sarà il suo ruolo in finale?
"Bisogna fare i complimenti alla società, secondo me è stato un acquisto considerato buono, ma non per come ha poi reso: ha fatto due ottimi campionati. Carlos è un giocatore fisico, tecnico: può fare il terzo di difesa e il quinto, sapevo che era forte ma allenandolo l'ho capito ancora di più. È un giocatore di cui ci si può fidare in ogni partita e in ogni ruolo. Penso che Ancelotti lo guarderà con grandissima attenzione: lo merita e lo dice il suo percorso qui all'Inter".

Il PSG ha giocato la sua finale cinque anni fa con un altro allenatore e una squadra molto diversa. La vostra è più recente e più "simile": la voglia di rivalsa può essere una risorsa?
"Assolutamente sì. Averla giocata di può aiutare, senz'altro. Lo sappiamo e allo stesso tempo sappiamo che ci sono allenatori che hanno fatto finali e vinto mondiali, c'è un allenatore che ha vinto la Champions. Speriamo che tutte le cose, messe insieme, possano fare bene all'Inter, sapendo che ci giocheremo la partita contro un avversario di altissimo valore".

A Istanbul eravate outsider, ora no. Cosa cambia? E il campionato può influire?
"In campionato lo ripeto: c'è delusione, potevamo fare qualcosa di più, nonostante tutto quello che ci è successo e di cui non mi sembra giusto parlare oggi, perché mi sembrerebbe mancare di rispetto a chi ha vinto. Il percorso per arrivare a Istanbul non era stato semplice: nel girone avevamo Barcellona e Bayern Monaco, casualmente le due squadre incontrate quest'anno nei quarti e in semifinale. Sono stati percorsi simili per certi versi. Ora il futuro si chiama PSG, si chiama sabato: avremo un percorso di avvicinamento a cui dovremo essere bravi ad arrivare con le giuste motivazioni e la giusta condizione".

L'Inter si trova a un bivio. In quest'anno ha valorizzato il percorso fatto in tutte le competizioni: da lunedì, da quando inizierete a parlare, quanto può e deve cambiare il risultato della finale?
"So e sappiamo che fa tutta la differenza del mondo. Però sono d'accordo con quello che ha detto Farris a Como a fine partita. Sono stati straordinari i ragazzi in questa stagione, abbiamo giocato 59 partite e abbiamo dato tutto sul campo. Non abbiamo pensato, abbiamo fatto scelte, cercando di dare tutto quello che avevamo: abbiamo avuto qualche imprevisto, ma senza alibi. Abbiamo fatto un cammino entusiasmante".

14.35 - Conclusa la conferenza stampa di Simone Inzaghi.

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