Dal gol a Buffon alla B con l'Entella, il "Tir" Tiritiello: "A Chiavari mi sento a casa"

Tempestivo negli interventi. Intelligente quando c'è da far ripartire l'azione dalla difesa. Rapace in area di rigore. E' il "Tir", come viene nominato ogni volta che al "Sannazzari" di Chiavari lo speaker legge le formazioni o annuncia i suoi gol da un anno a questa parte. E' il perno della retroguardia dell'Entella di Andrea Chiappella, insieme a capitan Parodi e a Marconi ma non solo. Andrea Tiritiello si è raccontato ai nostri taccuini partendo proprio dai suoi primi approcci con il mondo del pallone.
Tiritiello, partiamo da come si è approcciato al mondo del calcio. Come è iniziato tutto?
"I ricordi che ho, di quando avevo circa 4 anni, sono di un ambiente molto bello, piacevole e sereno. In quel momento era anche molto in voga che un ragazzino iniziasse a giocare a calcio in una squadra, oltre a giocare nelle piazzette del paese. Da questo punto di vista, mio papà è stato un punto di riferimento. E' sempre stato un appassionato di calcio, faceva l'allenatore nelle giovanili ed è stata una spinta in più".
Suo papà è anche il suo primo tifoso.
"In questo momento, davvero, è il mio primo tifoso. Difficilmente si perde una partita. Soprattutto negli ultimi anni quando può, in casa o in trasferta, è sempre presente".
Dalla Serie A con il Livorno alla D col Poggibonsi. Quanto è stato importante effettuare tutta la gavetta?
"Sono tutte esperienze. Se devo guardare indietro, il primo anno in Serie D è stato uno degli anni che ricordo con molto piacere. Ero a Poggibonsi, abbiamo fatto un ottimo campionato. E' stato determinante per me affrontare tutto con la stessa voglia di fare questo lavoro. Mi sono spesso ritrovato davanti a bivi ed è sempre andato bene".
E' sempre un difensore col vizio del gol. E con il Cosenza ha segnato al più grande dei grandi come Buffon. Che ricordi ha di quel giorno?
"E' impossibile da dimenticare. Ricordo che c'erano i miei parenti, degli amici a vedere la partita. Erano una decina. Ricordo di aver segnato ed essere andato ad esultare lì sotto. E' stata una cosa da sogno".
C'è una persona nel mondo calcio che è stata un riferimento?
"Devo dire che negli anni si trovano dei punti di riferimento che ti spingono ad andare avanti".
Come è arrivata poi la chiamata dell'Entella?
"E' durata un anno. Già nell'estate prima di approdare qua c'è stato il primo contatto. Sarei stato anche molto contento di venire qua ma poi per varie vicissitudini non è andata in porto. L'anno scorso l'abbiamo concretizzato ed è stata la scelta migliore per me e per l'Entella".
Qualsiasi giocatore dell’Entella ha accostato questa società alla parola "famiglia". E’ così?
"Sicuramente la famiglia Gozzi aiuta molto. La prima impressione che ti danno è di essere delle persone perbene che lo fanno per passione. Tutto il contorno poi è ispirato da questa figura e prende esempio da loro".
Chiavari, città di mare, è come la sua Isola d'Elba. C'è qualcosa in comune che si lega alle tue passioni?
"Stare a Chiavari è come stare a casa. E' un paese che lavora molto con il mare e con il turismo. Poi io ho la passione del mare, negli ultimi anni sta crescendo molto. Ho la passione di girare per mare e pescare. E da questo punto di vista Chiavari mi aiuta molto a 'sbizzarrirmi' con le mie passioni".
L'anno scorso c’è stata una cavalcata importante con mister Gallo che ha portato alla Serie B sbaragliando una nutrita concorrenza.
"E' stato un anno unico. Che quando appenderò le scarpe al chiodo ricorderò per tutta la vita. E' stato un susseguirsi di emozioni, dall'inizio a metà stagione arrivando alle ultime partite".
Ora c'è mister Chiappella: cosa vi chiede maggiormente?
"Ci chiede di vivere il lavoro con entusiasmo, di essere propositivi e provare a vincere sempre le partite".
Torniamo al vizio del gol. Entella-Bari, cosa hai pensato quando di è arrivato il pallone e hai fatto quella sforbiciata?
"E' stato un millesimo di secondo difficile da spiegare. L'unica cosa che ricordo è che son partito per colpire il pallone di testa ma il cross era troppo indietro e l'unica cosa da provare è stato di provare quel gesto che se ci ripenso adesso... (ride ndr). Doveva andare così".
Quello col Bari è stato il suo secondo gol stagionale. Aiuta molto la squadra anche in fase realizaitva.
"Il mio primo pensiero non è certamente fare gol ma di non subirlo insieme ai miei compagni. Nel momento in cui sono chiamato in causa, però, cerco di fare il massimo per essere efficace sotto porta".
Quanto è importante per i tanti ragazzi giovani avere voi (come lei, Parodi o Marconi per fare degli esempi) che li guidano?
"Penso che sia importante dal punto di vista caratteriale ed emotivo. Quando si hanno dei problemi in campo, calcistici e non, e nel modo in cui si risolvono. I ragazzi, come lo è stato per tutto, hanno bisogno di acquisire esperienza ed avere un compagno che comprende certe dinamiche è un vantaggio. Poi c'è sempre bisogno di sbagliare e imparare".
Il "Sannazzari" è stato il fortino dell'Entella. E lo deve essere anche in B?
"Se andiamo ad analizzare le partite che ci sono state, meritavamo più dei cinque punti ottenuti in casa. Sarà sicuramente un fattore importante, ma dobbiamo migliorare molto nell'andare a giocare fuori casa ed essere più efficaci per portare a casa il risultato".
Che Serie B sarà?
"Ci saranno delle squadre che faranno un campionato di vertice perché hanno fatto degli investimenti di altissima categoria. Dopo di che in Serie B, l'ultima può vincere contro la prima. Ogni settimana ci troveremo di fronte a risultati sempre aperti e questo ci deve dare la forza per andare avanti dopo ogni partita".
E venerdì prossimo arriverà a Chiavari la Sampdoria.
"Sarà una partita molto sentita in questo ambiente. Detto ciò, la forza di noi giocatori deve essere quella di affrontarla come un'altra partita che affrontiamo in casa: ovvero per portare a casa più punti possibili in ottica campionato".
