Ravenna, Rrapaj: "Vogliamo sognare in grande. Siamo pronti a dar fastidio a tutti"


Ospite dei microfoni di TMW Radio, all'interno della trasmissione 'A Tutta C', Paolo Rrapaj, centrocampista e capitano del Ravenna, ha analizzato il momento della formazione di Marco Marchionni:
La Serie C è fatta di momenti di sofferenza ma anche di grandi e bellissime storie. Le chiedo di raccontare che cos’è oggi il “mondo Ravenna”, una piazza che ha una grande passione per il calcio e che sembra aver ritrovato la possibilità di sognare in grande.
"Sì, diciamo che dall’avvento della nuova proprietà Ravenna sta sognando: la città sta sognando, noi stiamo provando in tutti i modi a regalare delle gioie ai tifosi e alla presidenza, che non ci fa mancare nulla. Per ora ci stiamo riuscendo, stiamo facendo qualcosa di davvero incredibile e importante. Cercheremo in tutti i modi di continuare questo percorso che è iniziato alla grande".
Guardando a questo inizio di campionato, quali sono stati i momenti più importanti per voi, considerando che siete una neopromossa?
"Un momento unico e principale non c’è. Siamo partiti dal ritiro facendo un lavoro incredibile insieme allo staff tecnico: abbiamo lavorato duramente e bene, e i frutti si stanno vedendo. A livello organizzativo e atletico stiamo andando molto bene, questo forse è il nostro segreto. Si è anche formato un gruppo forte, con ragazzi nuovi ma soprattutto a posto e disponibili. La forza del gruppo, oggi, sta portando questi grandi risultati".
Che livello ha trovato in questo primo mese e mezzo di attività? Che Serie C ha incontrato?
"Il livello è molto alto. In ogni partita affronti giocatori forti, che possono risolvere la gara da un momento all’altro. Tutte le squadre hanno elementi importanti, ma anche noi abbiamo giocatori forti che stanno facendo molto bene".
Come descriverebbe il progetto tattico del Ravenna a chi non vi ha ancora visto giocare?
"Direi che siamo una squadra piena di entusiasmo, ambiziosa, con grinta e carattere. Affrontiamo ogni partita per provare a vincerla, non ci accontentiamo mai. Finora ci sta andando bene perché ce lo stiamo guadagnando sul campo. Queste caratteristiche sono imprescindibili per il nostro gruppo e per chi vuole fare qualcosa di importante nel calcio".
Guardando al vostro girone, è convinto che l’Arezzo abbia qualcosa in più delle altre? E quali sono le squadre più attrezzate?
"È un girone molto difficile, il livello è alto e si può vincere o perdere con chiunque. L’Arezzo per organico è forse la più accreditata, ma vedo tante squadre forti: su tutte l’Ascoli, che mi ha fatto un’ottima impressione. Anche la Ternana, che abbiamo già affrontato, è una squadra importante. Noi siamo lì, daremo fastidio fino alla fine: questo è il nostro compito".
Quest’anno anche altre neopromosse stanno facendo bene, come Forlì e Sambenedettese. La differenza tra Serie D e Serie C è ancora marcata?
"Queste realtà hanno vinto la Serie D mantenendo un blocco importante di giocatori e staff tecnico, e questo fa la differenza. Avere continuità aiuta tantissimo. Certo, tra D e C una differenza c’è — soprattutto a livello fisico, tecnico e tattico — ma se sei organizzato e hai un gruppo che si conosce bene, puoi comunque fare molto bene".
Nel vostro girone forse non c’è una “schiacciasassi” come Vicenza o Benevento: sei d’accordo sul fatto che il livello medio sia molto alto?
"Sì, sono d’accordo. Nel girone A magari c’è il Vicenza che ha qualcosa in più, nel girone C Benevento o Catania sono molto forti. Il girone B, invece, è più equilibrato: si deciderà tutto alla fine, e questo può essere un vantaggio per noi che vogliamo dare fastidio alle grandi".
Ha affrontato anche la Juventus Next Gen: che impressione le ha fatto?
"È una squadra giovane, in crescita. Quando arriveremo al girone di ritorno saranno ancora più forti. Hanno un’organizzazione importante e alcuni singoli molto interessanti, destinati a una grande carriera".
Le seconde squadre dividono le opinioni: da protagonista in campo, che idea si sei fatto?
"Capisco le contestazioni dei tifosi, ma dal punto di vista sportivo penso che le seconde squadre siano positive. Mettono i giovani di fronte a un campionato vero, tosto, che li fa crescere. Ci sono esempi come D’Iez, che ha giocato in Under 23 e ora fa la differenza in Serie A. Per me è un progetto utile all’intero sistema calcio".
Tornando a Ravenna: per essere equilibrati, possiamo dire che il vostro obiettivo sia quello di puntare ai playoff?
"Io preferisco non pormi obiettivi precisi. Siamo partiti benissimo, forse oltre le aspettative. Penso partita dopo partita, poi a metà girone di ritorno vedremo dove saremo. Ora è presto, ma bisogna cavalcare l’onda e continuare a lavorare con la stessa intensità".
E l’obiettivo personale di Paolo Rrapaj per questa stagione?
"Vivo settimana dopo settimana. Giocare da capitano in una piazza come Ravenna è bellissimo, ho un entusiasmo incredibile. Voglio godermi ogni partita e fare bene: sarebbe un grande orgoglio continuare su questa strada".
Da capitano, che tipo di guida è nello spogliatoio? Severissimo o più dialogante?
"Mi piace essere un capitano come gli altri. Certo, a volte serve intervenire, ma abbiamo un gruppo esperto, con giocatori che hanno fatto campionati veri e non hanno bisogno dei miei consigli. È uno spogliatoio equilibrato: lavoriamo bene sia dopo le vittorie che dopo le sconfitte, come quella nel derby col Forlì. Questo è un grande valore aggiunto".
I suoi modelli calcistici?
"Da tifoso dell’Inter, mi piace molto Barella. Oltre alle qualità tecniche, mi colpisce il suo atteggiamento: non si arrende mai, dà sempre tutto. È la filosofia con cui vivo il calcio e la vita in generale".
Ecco, un atteggiamento da leader vero, un modello per i più giovani. Ti porto allora alla prossima sfida di campionato: come si vive da primi in classifica e che tipo di partita ti aspetti?
"Sarà una gara stimolante, in uno stadio caldo e contro una squadra in forma che ha vinto le ultime tre partite. Hanno un gruppo consolidato e uno staff tecnico dell’anno scorso. Sarà difficile, ma andremo lì per giocare la nostra partita e provare a vincere".
Ultima curiosità: è vero che la Serie C è uno dei campionati più difficili in assoluto?
"Sì, può essere considerato il più difficile, perché solo una vince. Tutte hanno organici e budget importanti, e poi ci sono i playoff, che restano una vera e propria lotteria".
