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Riccardo Trevisani torna sulle sue dichiarazioni sulla Fiorentina: "Mi sono uscite male ma confermo il concetto"

Riccardo Trevisani torna sulle sue dichiarazioni sulla Fiorentina: "Mi sono uscite male ma confermo il concetto"TUTTO mercato WEB
ieri alle 07:30Altre Notizie
di Redazione TMW
fonte Radio Firenze Viola
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Radio Firenze Viola / Garrisca al vento
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Negli scorsi giorni ha fatto parecchio discutere il suo attacco ai tifosi della Fiorentina. Nota voce di SportMediaset e Cronache di Spogliatoio, proprio durante una puntata di "Fontana di Trevi", Riccardo Trevisani aveva avuto da ridire con la tifoseria viola, pizzicata a più riprese parlando anche di una Fiorentina fuori - a detta sua - dalle prime dieci squadre più seguite in Italia.
Su Radio FirenzeViola nel corso di "Garrisca al Vento", ha risposto a tutto ciò:
"È troppo facile avere piacere di una persona perché ha urlato ai gol della Fiorentina in una partita, è una cosa banale e facile che la città di Firenze non è. Io non voglio essere nemmeno quello del 4-2 alla Juve, ritengo però che questa squadra abbia fatto spesso cose buone ma con critiche molto eccessive a tutti: in primis Vincenzo Italiano, tre finali e super contestato, poi Raffaele Palladino, 65 punti e super contestato, ora Pioli. Il clima di Firenze è un modo di fare che non aiuta, un po' come a Roma".

Però si parla di tifosi che, nonostante le constezioni o le critiche, sono sempre rimasti nei cuori dei vecchi allenatori.
"Il mio discorso non toglie responsabilità ad altri, dico semplicemente che ci sono piazze molto innamorate in cui è difficile fare calcio. Visto che a Firenze siete sempre a contestare, ogni tanto mettete in dubbio anche voi stessi. Essendo così innamorati della Fiorentina, dico, quale vantaggio c'è nello sfondare ogni cosa che fa la squadra? Su Italiano ho letto di tutto, cose incredibili: non è normale che una città che ha vinto così poco nella sua storia, non idolatri un allenatore che ha fatto tre finali in un anno. E pure ora su Pioli c'è un modo di fare che non aiuta. Queste cose che dico vorrei semplicemente fossero accettate, senza ricevere minacce di morte come ho ricevuto in queste ore".

E perché ha tirato in ballo Dante o la lingua italiana?
"Perché la percezione che ha il fiorentino sul calcio non è pari a quella che dovrebbe avere sulla storia e sulla città. Io facevo riferimento a quando lavoravo a Sky, sono passati tanti anni: a quei tempi, quando Catania e Cagliari erano in Serie A, ricevevamo i dati dopo le partite e vedevo che queste squadre facevano più ascolti della Fiorentina.
E sapete quante volte sono intervenuto nelle radio di Firenze e quante volte ho fatto la Fiorentina in vita mia, ma il Colosseo per Roma e gli Uffizi per Firenze non autorizzano a pensare che la Roma e la Fiorentina siano club di quelle dimensioni".

Prosegue: "Il pensiero che ho espresso - anche se mi è uscito male -, è semplicemente legato al fatto che non è possibile che finali, sesti posti e quant'altro, non bastino mai. Soprattutto per una squadra che non vince un trofeo da 24 anni e che fa poche volte la Champions League: com'è possibile che venga contestato un allenatore che fa tre finali e poi uno che fa 65 punti? Perché non ci si accontenta mai? Ci dovrebbe essere un quadro a Firenze per Vincenzo Italiano".

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