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Como, Fabregas: “Il nostro modello è mentalità e lavoro. Orgoglioso di questi ragazzi”

Como, Fabregas: “Il nostro modello è mentalità e lavoro. Orgoglioso di questi ragazzi”TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca 2025
Oggi alle 21:00Serie A
di Andrea Carlino

Dopo il successo per 2-0 sul campo del Sinigaglia contro la Lazio, l’allenatore del Como Cesc Fabregas ha parlato ai microfoni di Dazn commentando la prestazione della sua squadra. Il tecnico spagnolo ha toccato vari aspetti del match: dal confronto a livello di gioco con i biancocelesti di Sarri, alla filosofia di squadra basata sulla riaggressione immediata, fino alla crescita del gruppo anche fuori dal campo.

Nel prepartita aveva parlato di “carte da giocare”. Oggi contro una squadra come la Lazio, che ha principi di gioco simili, vi siete imposti con autorità. Quanto la soddisfa il risultato?
"Una partita è sempre una partita. Ci sono 45 gare in una stagione: alcune volte va così, altre meno. Certo, siamo contenti di questo risultato e di questa prestazione. È la prima giornata di Serie A, volevamo partire col piede giusto e ci siamo riusciti. Tre punti valgono sempre lo stesso, qualunque sia l’avversario, ma iniziare in questo modo ci motiva a continuare a lavorare".

La riaggressione feroce della sua squadra ha impressionato tutti. Riottenevate palla in pochi secondi e ripartivate subito. È questo l’aspetto che ha fatto la differenza?
"Non so se sia stato l’elemento decisivo, ma è sicuramente il nostro modello di gioco. Non è tecnica né solo qualità, è questione di mentalità. Si allena, si ripete, si trasmette con costanza: martellare la testa dei ragazzi ogni giorno finché diventa automatico. Vogliamo essere una squadra corta, che recupera palla il più presto possibile, che domina il possesso e attacca al momento giusto. A volte funziona bene, a volte meno, ma la mentalità deve rimanere questa".

Oggi si è parlato anche del legame del gruppo fuori dal campo. Lei ha voluto una sorpresa speciale per Gabriele Loni, mantenendo la promessa di una statua. Quanto contano questi gesti?
"Lui lo sapeva già da un mese, ma è stata la sorpresa che meritava. Per me è un tesoro avere persone come Gabriele, perché incarna lo spirito di questa squadra e di questa città. È un ragazzo d’oro, fa capire subito cosa significhi difendere questi colori. È un simbolo del nostro Como, non solo un giocatore importante, ma un eroe per questa società. Sono orgoglioso di allenarlo".

Tra i protagonisti c’è stato anche Nico Paz, in gol su punizione. Quanto la soddisfa la sua crescita?
"Con lui abbiamo lavorato tantissimo. Dall’inizio del ritiro si è allenato senza sosta: allenamento, ripetizioni, punizioni su punizioni. Alla fine la fatica paga, ed ecco che oggi ti regala un gol decisivo. Non solo: quando c’è stato da attaccare l’uno contro uno, lui ha fatto anche un assist che ci ha fatto vincere ancora tre punti. Questi ragazzi hanno fame, voglia di imparare e di migliorarsi ogni giorno. Per me è un privilegio guidarli".

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