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Parma, Cuesta: "Il focus è creare cultura di squadra. Cutrone? Lui ha sempre voglia di aiutare la squadra"

Parma, Cuesta: "Il focus è creare cultura di squadra. Cutrone? Lui ha sempre voglia di aiutare la squadra"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 15:19Serie A
Edoardo Mammoli

Dopo la trasferta di Marassi, il Parma torna a giocare di fronte al proprio pubblico. Ad attenderlo un avversario ostico, il Como, tra le squadre più in forma del momento in campionato. I crociati, dal canto loro, vorranno invertire il trend delle ultime partite, che li vede a secco di gol da due gare. A presentare la sfida per i gialloblu sarà ovviamente mister Carlos Cuesta, che a breve parlerà direttamente dalla sala stampa dello Stadio Tardini per rispondere alle domande dei giornalisti.

Ore 14.35 - Inizia la conferenza stampa.

Una partita importante contro Fabregas. Che partita sarà? Cosa si aspetta?
"Ci aspettiamo una squadra che proporrà il suo calcio, dove la palla è il punto cardine, provano a costruire dal basso per progredire insieme e verticalizzare. Secondo me è una grande qualità loro. Quindi una squadra molto completa, con tanta capacità in transizioni e mettere in difficoltà l'avversario. Noi proveremo a fare la partita che vogliamo e portarla dove vogliamo giocarla".

Cutrone è il grande ex, anche Fabregas ne ha parlato. Cutrone chiede di giocare centrale?
"Io con lui ho trpovato disponibilità assoluta, me lo aspetto da lui e da tutti. Vogliono fare il meglio per la squadra e Cutrone è una persona che ha tanta energia, è il suo punto di forza, ha tanta fame. Sarà una partita speciale per lui ma Cutrone ha sempre fame di aiutare la squadra".

Cosa ne pensa di Milan-Como in Australia e delle proteste in Spagna?
"Alla fine noi non possiamo fare scelte, dobbiamo adattarci a quanto richiesto".

Come si ferma Nico Paz?
"Con una difesa di squadra e tanta concentrazione, ma soprattutto capendo dove sono i suoi punti di forza e portarlo a essere il meno possibile in partita. Loro hanno tanta capacità anche con tanti altri giocatori, non dobbiamo concentrarci solo su lui".

Due allenatori tattici. Qual è la cosa che le è piaciuta di più del suo Parma? E del Como?
"Siamo di nuovo al Tardini e mi ricordo di quando ho fatto la mia prima conferenza qua. Quando ho iniziato questo percorso avevamo obiettivi chiari: il primo era mantenere la categoria; il secondo migliorare ed esaltare i giocatori, per valorizzarli. Quando hai questi obiettivi quando la squadra è cambiata tanto, a quel punto devi pensare a come fare. La prima cosa è creare un'identità: dentro di essa hai diversi passaggi. Sai dove vuoi arrivare e lì devi cominciare a costruire. Creare una squadra non è solo in campo, ma è un atteggiamento, un modo di vivere, una cultura. Poi in campo queste cose le vedi: col Genoa ho visto un atteggiamento, una cultura e una voglia di sacrificarsi che ti aiuta a essere una squadra migliore. Noi poi vogliamo giocare bene, che ci può portare agli obiettivi e ai risultati che vogliamo. Ma in questo percorso devi darti priorità. Devi capire il contesto, da dove iniziare, capire il contesto, perché c'è una responsabilità dietro: nel mio lavoro non posso fare solo ciò che mi piace ma anche ciò che penso sia giusto. Dobbiamo legare tutto a un processo logico di ragionamento e c'è bisogno di tempo, che è il valore più grande per un allenatore. Perché le mie scelte non sono legate solo a chi far giocare, ma anche a cosa dare priorità in allenamento. L'aspetto della cultura è importante. Ma anche l'aspetto difensivo è importante perché ti crea una stabilità. Quando poi hai risultati più positivi, allora la fiducia cresce. Quando ci sono tanti giocatori nuovi, allora devi creare quella fiducia, ma non solo per quelli che arrivano, ma anche per chi c'è già. Per cui creare il percorso difensivo è stata una nostra priorità. Poi, sul gioco: siamo la squadra più piacevole da vedere? No, ma ne sono consapevole. Sul gioco so che dobbiamo migliorare, ma so che i nostri atteggiamenti possono rendere orgogliosi chi ci segue ma anche aiutare a creare un'alchimia che ci può aiutare ad avere risultati con consistenza. Dobbiamo migliorare tanto a livello difensivo e offensivo anche. Vedo che dobbiamo costruire meglio e sicuramente ne sono responsabile. Faccio quello che penso sia giusto. Abbiamo iniziato questo percorso così. Adesso attaccheremo meglio? Sicuro, e difenderemo meglio. Dobbiamo trovare le relazioni giuste in questo percorso, quelle connessioni e quell'alchimia in campo per sfruttare al massimo le qualità dei nostri giocatori. Il nostro focus sarà sempre lo stesso: provare a costruire un contesto per aiutarli a fare meglio, il nostro lavoro è sempre quello e non cambierà mai. Ma ci sono delle priorità nel percorso. Quindi, giochiamo bene in alcune cose, in altre idem, ma sicuramente possiamo far meglio. Sono sicuro che faremo meglio? Assolutamente, e la cosa che mi piace di più è che i giocatori ci credono, lo vedo dall'atteggiamento. Adesso la priorità è essere una squadra competitiva, perché quella competitività ti porta a crescere, quella è la nostra priorità. Dentro questo percorso vogliamo anche dare più stabilità e crescere piano piano. Il Como? Mi tolgo il cappello. Ha una visione chiarissima in tutto, di squadra e di club, stabilità e idee chiare. Il lavoro di tutti è assolutamente encomiabile. In questi anni sono cresciuti tantissimo e giocano molto bene, sono un riferimento. Posso solo dire cose positive. Sono una squadra fortissima e con coerenza all'interno delle loro idee. Anche vedere il loro esempio ci aiuta a migliorare. Credo tantissimo in quello che stiamo facendo, nello staff, nelle persone, nella dirigenza, nei giocatori e credo tantissimo che questo è semplicemente parte di un percorso. Se lo devo valutare, ovviamente ci sono punti positivi e altri negativi, come in ogni percorso, ma sempre competitivi. Quello è un punto positivo per avere una base per crescere. Domani qui faremo del nostro meglio. Giocheremo benissimo? Non lo so! Ma ho tanta fiducia in quelli che saranno in campo e che possono entrare. Chi sarà in campo e in panchina darà il massimo, ne sono convinto, perché lo fanno ogni giorno. E quello è il punto principale per far sì che un progetto cresca e che la gente che ci segue sia orgogliosa. Mi aspetto che i nostri tifosi domani giocheranno con noi. Giocheremo bene? Non lo so. Sono però convinto che cresceremo ogni giorno. Ma sono anche convinto che tutto ha un tempo e dentro quel tempo proviamo a sfruttarlo al massimo. Sbaglieremo? Sicuramente. Ci guarderemo indietro e penseremo che avremmo potuto fare cose diverse. Fa tutto parte di un percorso, di una crescita e di tutte le persone. Adesso il nostro focus è che le basi siano forti: la prima è la cultura, la seconda è la stabilità, la terza è questo sviluppo dentro la stabilità che dobbiamo creare, perché dobbiamo essere consapevoli non solo dei momenti di un processo ma anche dei contesti diversi. Quello che faremo sempre è fare il massimo per rendere tutti orgogliosi. Domani giocheremo qua con l'assoluta convinzione di far bene e con tanta voglia di fare un bel risultato e creare una bella giornata".

A Genova una partita difensiva. Vi ha costretto il Genoa o era vostra disposizione?
"All'inizio abbiamo avuto possesso palla che è stato sterile, non siamo riusciti a progredire come volevamo. Non siamo stati bravi a creare spazi e a progredire. Non credo sia stata una partita difensiva. Abbiamo difeso compatti, poi quando abbiamo avuto la palla abbiamo commesso errori in impostazione. Non penso che l'approccio sia stato difensivo".

Gli infortuni condizioneranno la disposizione?
"Certo, dovremo fare le migliori scelte possibili in base al contesto".

Il Como è molto duttile.
"Mi aspetto un Como con idee chiarissime e aggressivo, che gioca in verticale, pronto a riaggredire".

A mente fredda, che risposte si aspettava da Britschgi a sinistra? Le ha ottenute?
"Sascha quel ruolo lo ha già fatto in passato, in Svizzera e anche con la nazionale. Si è messo a disposizione della squadra, in un ambiente difficile con trentamila tifosi contro, con tensione e difficoltà. È stato solido difensivamente, a livello offensivo aveva qualche problema a orientare il corpo ma ha fatto il suo massimo. Si è allenato poco per andare in nazionale, adesso abbiamo più tempo per continuare il suo percorso di crescita".

Confronto tra i numeri dieci delle due squadre, Nico Paz e Bernabé. Qual è una caratteristica di Bernabé che lo rende unico?
"Bernabè ci da tanto in quanto creazione e capacita di fare gol e assist. Noi vogliamo che lui faccia quello che sta già facendo, che si metta a disposizione e che crei un senso di squadra. Poi sta a noi dobbiamo costruirgli il contesto adeguato per sfruttare le sue qualità".

Come si crea questo contesto? O cosa state provando a fare?
"Spero possiate vederlo domani! Se avrà la fortuna di giocare".

C'è qualcosa che le ha dato fastidio in settimana?
"Non è uno sfogo ma la mia prospettiva. Io guardo le cose al microscopio, amo i dettagli. Ma bisogna avere prospettiva, in un contesto che cambia le opinioni sono rispettabili, ma per creare un clima di coesione è importante avere le aspettative giuste e condividere alcune idee. Noi sapevamo che questo percorso non era facile, creare un percorso per consolidare una squadra in Serie A. Lì bisogna avere un livello di sforzo collettivo molto grande e avere anche ottimismo, perseguire la stessa linea e sapere che le cose si costruiscono col tempo. Non siamo perfetti, possiamo migliorare ma abbiamo bisogno di tempo".

Cuesta sente di avere il tempo?
"Per avere quel tempo dobbiamo essere vicini all'obiettivo che vogliamo: consolidare la Serie A. Dunque servono i risultati. Sappiamo che giocando meglio è più probabile avere il risultato. Dunque la nostra idea è giocare il meglio possibile. Poi ci sono tanti aspetti da valutare. Noi abbiamo dato priorità a certi aspetti che dessero un livello ottimale in tempo più rapido e consolidare ciò che è già stato fatto nel passato. Sento che siamo sulla strada giusta, faccio ciò che penso sia giusto e che ci porti ai risultati in modo logico".

Ha avuto modo di parlare con Fabregas, anche in passato? Questa è la prima di quattro partite importanti, un mini-ciclo di ferro: vi siete dati un obiettivo, anche di punti?
"No, non ci siamo dati un obiettivo, perché non vogliamo creare aspettative ma preparare ogni partita al meglio. Fabregas? Io ho avuto il piacere di parlare con lui, per imparare della sua realtà e di come ha vissuto la sua realtà e il calcio italiano. Abbiamo condiviso opinioni e scambiato idee. Nessun aneddoto speciale, ma mi farebbe piacere ascoltare lui e tanti altri, per imparare. Ne ho un'ammirazione assoluta, per il loro percorso, perché si vede in campo quel lavoro che hanno fatto. Li affrontiamo domani con la consapevolezza che sono una grande squadra ma che possiamo dire la nostra e fare risultato".

A Genova all'inizio la difesa a quattro è stata spesso supportata da Estevez. È un livello di transizione?
"Può essere! Per cambiare hai bisogno di tempo per adattarti. Hai bisogno di pratica ed esperienza. Togliere ciò a cui sei abituato non è facile. Facciamo le scelte in base a ciò che sentiamo sia più utile alla squadra e per avere risultati più positivi. La nostra idea di modulo è sempre la stessa, cambia in base a chi hai a disposizione".

Bernabé più alto per dare più qualità in attacco. Era questa l'idea?
"Può esserlo anche per il futuro. Noi vogliamo attaccare al meglio, sfruttando i momenti e ciò che abbiamo a disposizione all'interno di una partita da parte della squadra avversaria".

Situazione infortunati?
"Almqvist non ci sarà, ha avuto un problema oggi. Torna Trabucchi, mentre Plicco giocherà con la Primavera. Sarà convocato Cardinali, che giocherà oggi con la Primavera e domani sarà con noi".

Ore 15.10 - Termina la conferenza stampa.

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