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Conte al Napoli perché Gasperini non si muove. Fonseca al Milan perché il budget è da 3 milioni. Tutte le storie dietro i cambi panchina

Conte al Napoli perché Gasperini non si muove. Fonseca al Milan perché il budget è da 3 milioni. Tutte le storie dietro i cambi panchinaTUTTO mercato WEB
© foto di Lorenzo Di Benedetto
giovedì 6 giugno 2024, 16:01Editoriale
di Andrea Losapio

Ieri è stato il giorno degli allenatori. Conte, Italiano, Tudor. Storie diverse che abbiamo raccontato passo per passo, ma che spesso subiscono dirottamenti, movimenti, frane, momenti di studio. Era da un po' che quasi tutte le big - a eccezione dell'Inter - non cambiavano tutte insieme, in un anno solare. La Roma l'ha fatto e poi ha deciso di mantenere De Rossi, l'addio di Sarri fa il paio con quello di Tudor, Bologna quinto cambia con Italiano, finito ottavo. Il Napoli non ne parliamo, la Juventus... Proviamo a mettere insieme i pezzi con i retroscena.

Conte al Napoli perché Gasperini non si muove
Gli azzurri avevano avuto un contatto molto forte con Gasperini già durante il mese di aprile, se non addirittura a marzo. Ovviamente la situazione è cambiata. Perché se è vero che in un primo momento l'Atalanta poteva pensare di chiudere la propria esperienza con il tecnico, la vittoria dell'Europa League ha modificato tutti i rapporti di forza. Non c'è ancora un rinnovo contrattuale - c'è l'offerta, quella sì - ma è chiaro che Antonio Percassi non lo avrebbe mai liberato dopo un trofeo. Soprattutto perché ci sono tantissime altre opportunità per rivincere subito. Così Gasperini non si libera e il Napoli punta forte su Conte, offrendogli un contratto da 6,5 milioni più bonus Champions, portandolo a circa 9 milioni totali. Conte è bravissimo a ricostruire le macerie, lo ha fatto quasi sempre nel corso della sua carriera e non ce l'ha fatta solo all'Atalanta.

Fonseca al Milan perché il budget è di 3 milioni
La decisione di lasciare andare Pioli, dopo un quarto di finale di Europa League e una mancata qualificazione agli ottavi di Champions è, probabilmente, corretta nel timing. Perché il secondo posto è tutt'altro che disdicevole, ma dopo cinque anni è anche giusto cambiare, visto che il feeling con la piazza c'è solo nelle vittorie, scomparendo quasi dopo le sconfitte. Lopetegui era il primo nome, poi finito al West Ham, bocciato per sollevazione popolare. Paulo Fonseca invece conosce la nostra Serie A, avendo allenato la Roma qualche stagione or sono, ed è reduce da una buona annata con il Lille. Perché non Conte? Il budget stanziato era di 3 milioni, preferendo poi un profilo straniero e non un italiano. Chissà se è la scelta giusta.

Thiago Motta alla Juventus osservato già da qualche mese
Non è stato un fulmine a ciel sereno, l'approdo dell'italobrasiliano alla Juventus. Manca ancora la firma, è vero, ma era stato attenzionato già da qualche mese proprio dai bianconeri. Le voci nel sottobosco sono datate gennaio. Thiago Motta era la scelta più innovativa per il dopo Allegri: non ha mai vinto niente, eppure è andato in Champions con il Bologna. Ha il physique du role per essere un ottimo allenatore, oltre alla storia personale dal punto di vista calcistico che non manca. Anche i rossoblù, alla fine, sapevano di dover fare una scelta differente per l'anno successivo.

Italiano al Bologna perché sedotto e abbandonato dal Napoli
Era il primissimo nome per gli azzurri nella scorsa stagione. Poi, dopo due finali perse, Joe Barone e Rocco Commisso non volevano mollare la preda, lasciarlo andare senza cercare di combattere. Un'altra finale, a riprova del buon lavoro fatto in viola, ancora persa e il Napoli ha deciso di puntare su un profilo più importante dopo un anno pessimo. Ha impiegato un po' a dire di sì, probabilmente perché fare meglio di Thiago Motta sarà difficilissimo e il parallelismo con lui verrà testato sin da subito. Va però in una società sana, con una presidenza forte e una dirigenza che ha dimostrato di sapere lavorare benissimo, soprattutto sul mercato.

Palladino alla Fiorentina dopo avere valutato fortemente Aquilani
Forse è un modo per avere l'ambizione dalla propria parte. Perché Palladino, dopo due stagioni ottime, era finito anche nel mirino di molti club di fascia top che, poi, hanno fatto altre scelte. Gilardino poteva essere un nome all'inizio, ma si è autoescluso con il rinnovo con il Genoa, mentre su Aquilani è stato lo stesso Pradè a parlare. Il salto dalla B, Pisa, alla A, Fiorentina, rischiava di essere complicato, più che altro per la società stessa che dopo una finale di Conference persa - e le tante voci sulla cessione del club - poteva essere risucchiato da una spirale negativa. Così è una passata di bianco, anche dopo la conferenza stampa ecumenica dell'altro giorno, con toni molto concilianti rispetto al recentissimo passato.

Tudor che lascia la Lazio, chi al suo posto?
Kamada non rimane per come è stato trattato per dei mesi, Tudor che chiede la cessione di giocatori di alto livello e, soprattutto, che erano stati ben pagati nelle ultime sessioni di mercato. Così nasce lo screzio che sta portando la Lazio a cercare idee. Sarri? Baroni? Forse De Zerbi? Una suggestione Allegri per ripartire? Tutto da capire. Poi c'è il Monza che vorrebbe Baroni, il Verona che può virare su Zanetti, il Torino su Vanoli, il Venezia su Di Francesco e D'Angelo, il Cagliari su Dionisi... Per il mercato dei calciatori si può ancora aspettare un pochino.

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