Guerre, infortuni e le due delusioni con l'Inter: Mkhitaryan e il rapporto complicato con le finali

Henrikh Mkhitaryan ha un rapporto complicato con le finali. Pur avendo vinto sia Europa che Conference League, tra guerre, infortuni e qualche sconfitta, il centrocampista dell’Inter non ha sempre vissuto serate felici. E lo ha raccontato dal palco del Festival dello Sport organizzato da La Gazzetta dello Sport a Trento: "La prima nel 2017 fu a Stoccolma in United-Ajax. C'era una tensione incredibile: se vinci sei il top, se perdi sei un flop. Vincemmo, fui felicissimo.
Due anni dopo avevo la finale a Baku. Non ho giocato per motivi di rapporti diplomatici fra Armenia e Azerbaigian. Rimane un grande rimpianto, perdemmo 4-1 in Arsenal-Chelsea. Sulla finale di Tirana con la Roma giocai solo 17 minuti per l'infortunio. Avevo già un infortunio, ero vicino a rientrare con la squadra ed ebbi una ricaduta il giorno prima di rientrare in gruppo. Mancava una settimana alla finale. Dissi a Mourinho: 'Mettimi titolare, faccio quello che posso e se non ce la faccio mi togli'. Altrimenti inserendomi nel finale rischiava di bruciare un cambio per niente. Mi ha detto che andava bene, ma sono uscito dopo 17 minuti.
Sulle due finali con l'Inter, a Istanbul dicevano che dovevamo perdere 3-0 contro un City più forte. Abbiamo fatto vedere che si sbagliavano, anche se purtroppo l'abbiamo persa, ma ce la siamo giocata. Non avevamo tanta tensione forse prima della partita proprio per questo. A Monaco invece magari, ma questo è il mio pensiero, dopo aver fatto quattro partite incredibili contro Bayern e Barcellona abbiamo pensato di poterlo fare anche con il PSG e abbiamo sbagliato qualcosa".
